Tagliò l’erba e trovò l’amore: come Gabriele scoprì ciò che cercava da una vita
Gabriele si svegliò all’alba. Il sole cominciava appena a sfiorare le cime degli alberi, e sua madre, Rosaria, la sera prima gli aveva ricordato con severità:
— Domani, figliolo, devi essere pronto presto per falciare il prato. Dobbiamo preparare il fieno per la mucca. L’inverno è alle porte.
— Mamma, ce la farò da solo. Non voglio disturbare Luca, anche lui ha il suo lavoro da fare — rispose Gabriele, andando a dormire senza immaginare che la puntura di un’ape gli avrebbe cambiato la vita.
Gabriele era sempre stato diverso dagli altri nel paesino. Non strano, ma neppure come tutti. Silenzioso, intelligente, educato. Non sprecava parole, lo sguardo era modesto e portava sempre un libro con sé. Lavorava come meccanico nell’officina del paese — un vero esperto. I capi si fidavano di lui, lo rispettavano. Ma il suo cuore era vuoto, libero, come se aspettasse qualcosa di speciale.
Le donne del paese alzano le spalle: «Con lui non c’è verso avvicinarsi!» I più giovani lo chiamavano «l’intellettuale». E suo fratello Luca, sempre allegro e scherzoso, rideva:
— Fratello, morirai solo! Persino la signora Concetta ti fa da mezzana, e ha quasi ottant’anni!
— Va’ dalla tua Paola — rispondeva Gabriele con una smorfia.
Ma dentro di sé non rideva affatto. Sentiva un peso. Solitudine. E paura. Conoscere qualcuno? Oh, no…
Quel giorno afoso di luglio, aveva quasi finito di falciare il campo, rimaneva solo un angolo lontano. Stanco, si sedette, prese la borraccia. E poi — una voce.
— Oddio! Che male…
Si voltò. C’era una ragazza — giovane, carina. Con i jeans e una maglietta stampata. Si teneva il braccio sotto il gomito, contratta dal dolore. Gabriele balzò su, le corse incontro, dimenticando la sua timidezza.
— Che è successo?
— Un’ape… Mi ha punto — disse lei quasi piangendo. — Cosa faccio?
— Tranquilla, subito rimediamo. Prima togliamo il pungiglione. Non si preoccupi.
Con delicatezza e rapidità lo rimosse. La ragazza sussultò, poi lo fissò stupita:
— L’ha già fatto? Davvero?
— Tutto a posto — annuì lui calmo. — Non se n’è nemmeno accorta. Come si chiama?
— Chiara. E lei?
— Gabriele.
— Grazie, Gabriele. Mi ha salvato. Abita qui?
— Sì. Sto preparando il fieno per l’inverno. E lei cosa fa qui?
— Sono venuta a trovare la zia Luisa. Lei è la direttrice dell’ospedale. Io… ora insegno nella scuola elementare del paese. Sono arrivata dalla città. Ho deciso di cambiare vita.
Lui annuì in silenzio. E non aggiunse altro. E lei se ne andò, senza sentire quanto forte il cuore gli batteva dentro.
Chiara era una di quelle donne che avevano conosciuto il tradimento. Aveva lasciato la città, la carriera, tutto — solo per non vedere più l’ex e non piangere nello stesso appartamento dove l’aveva trovato con la sua migliore amica. Cercava la pace. E invece trovò gli occhi di Gabriele.
Gabriele tornò a casa come se avesse le ali. A cena restò in silenzio. Poi, prendendo la chitarra, cominciò a suonare e cantare piano. Suo fratello e sua madre si scambiarono un’occhiata.
— Ma che ti prende? — sbottò Luca. — Hai incontrato una sirena mentre falciavi? Su, racconta!
E Gabriele parlò. Dell’ape. Della ragazza. Delle sue mani e della sua voce. E di quanto desiderasse rivederla. Luca batté le mani:
— Bene, domani andiamo da Franco, il marito di Luisa. Io e lui lavoriamo insieme. Dicevi che si chiama Chiara? Bel nome.
— Non ci vado — esitò Gabriele.
— Ci vai! È la tua occasione. Non lasciartela sfuggire, fratello. Forza!
Luisa li accolse con gioia, Chiara con un sorriso timido. Gabriele non sapeva dove mettere gli occhi. Luca parlò per due. Chiara rideva, Luisa osservava la nipote, poi sussurrò a Franco:
— Guarda come si guardano… Ecco, arriva la felicità.
A sera, quando le chiacchiere si calmarono, fu Chiara a fare il primo passo:
— Che bella serata… Se vuoi, possiamo fare una passeggiata fino al fiume?
Lui annuì, il cuore in gola. E camminarono. Lentamente, lungo la strada polverosa, dove l’aria profumava di erba e speranza.
Parlarono della vita. Di quanto si fossero sentiti soli. Di libri. Di tradimenti. Di quanto desiderassero qualcuno di cui fidarsi.
Quando spuntò l’alba, erano ancora sulla riva, tenendosi per mano, senza volersi lasciare.
— Sai… — cominciò Gabriele piano, — ora non so come abbia fatto a vivere senza di te.
— Nemmeno io — sussurrò lei. — Non avrei mai pensato di incontrare qualcuno come te, qui in questo paesino.
Due mesi dopo, il paese festeggiava un matrimonio. Gabriele non era più quell’uomo timido e solitario. Era diventato un marito. Quello che Chiara aveva sempre sognato.
— Ecco, si sono trovati, due metà — disse Luisa, guardando la nipote ballare con il marito. — Su un campo di fieno falciato. Al ronzio di un’ape.
E Luca sorrise:
— Sì, a volte succede così. Una falciata e… per tutta la vita.