Ecco la storia adattata all’Italia:
Mentre Giulia era impegnata a preparare i sottaceti in cucina, sentì suonare alla porta. Suo marito, Matteo, non era in casa — era fuori per lavoro e aveva portato con sé le chiavi. Nell’appartamento c’erano solo lei e la loro figlia, Beatrice. “Chi può essere?” borbottò Giulia, asciugandosi le mani e dirigendosi verso l’ingresso.
Sulla soglia c’era un ragazzino, più o meno dieci anni. Sconosciuto. Vestito pulito, uno scarpone sulle spalle, ma gli occhi… sembravano quelli di un adulto, profondi e seri.
“Buongiorno,” disse educato. “Mi serve suo marito. È in casa?”
Giulia si sentì confusa.
“Ciao. No, al momento non c’è… Posso aiutarti io?”
“No. Deve essere lui. È una cosa importante.”
Il cuore di Giulia si strinse. Non sapeva nemmeno cosa rispondere.
“Tornerò più tardi. A che ora di solito rientra?”
“Dipende… Ma dimmi, chi sei tu? Cosa succede?”
“Per ora nulla. Ma potrebbe. Arrivederci.”
Giulia lo seguì con lo sguardo. Che strano! Perché quella creatura cercava Matteo? E come lo conosceva? Passò tutto il giorno senza trovare pace. Quando Matteo tornò quella sera, gli raccontò tutto subito.
“Oggi è venuto un ragazzino. Diceva di doverti parlare urgentemente. Non ha voluto dire altro.”
“Che assurdità! Non lo conosco. Forse si è sbagliato?”
“No, ha detto il tuo nome chiaramente. Ha insistito che doveva parlare solo con te.”
Matteo scrollò le spalle e andò a farsi la doccia. Ma Giulia non riusciva a togliersi quell’inquietudine di testa. Chi era quel bambino? Forse… suo figlio? Un figlio segreto? Matteo aveva avuto altre donne prima di lei… Le venne in mente un nome — Valentina. Anni fa, Matteo era quasi arrivato a sposarla. E se fosse rimasta incinta? E non glielo avesse detto?
Il giorno dopo, iniziò a sondare il terreno con cautela.
“Matteo, ti ricordi quella con cui stavi per sposarti? Come si chiamava?”
“Giulia, perché questa domanda? L’ho dimenticata. Valentina.”
“Era solo curiosità. Tu sai tutto del mio ex, ma io dei tuoi quasi nulla.”
Giulia si mise subito a cercare Valentina sui social. Ma se aveva cambiato cognome, non trovò nulla. Non le restava che aspettare, sperando che il ragazzino tornasse.
Pochi giorni dopo, Matteo le annunciò che sarebbe partito per lavoro.
“Devo andare nella città vicina. Nessun altro vuole andarci, il capo ha chiesto proprio me.”
Giulia si agitò. Matteo non faceva viaggi di lavoro da anni. E quelle parole del bambino le risuonavano nella mente: “Potrebbe succedere qualcosa.” Il suo istinto le gridava che c’era qualcosa di sbagliato.
La sera prima della partenza, il ragazzino suonò di nuovo alla porta. Giulia lo fece entrare in fretta.
“Ascolta, dimmi cosa devi dirgli. Sono sua moglie, glielo ripeterò io. Come ti chiami?”
“Luca. Vedete… Mia madre mi ha detto in sogno che dovevo avvertire vostro marito: non deve partire. Altrimenti non tornerà.”
“Luca, cosa stai dicendo? Quale madre?”
“La mia madre è morta cinque anni fa. Ma mi appare in sogno. E mi avverte sempre. La nonna dice che siamo legati… Lei mi voleva tanto bene. Mio padre non l’ho mai conosciuto. Mia madre solo nelle foto. Ma ultimamente la sogno spesso. Mi ha dato questo indirizzo. Mi ha detto di parlare solo con lui…”
Giulia rimase in silenzio. Un brivido le corse lungo la schiena.
“E tu sai chi è, per tua madre?”
“No. Ma ha detto che non deve partire. In nessun caso.”
Dopo aver accompagnato Luca alla porta, Giulia sentì il panico salirle nel petto. Non credeva nel soprannaturale… ma questo era troppo preciso per essere un caso.
Il giorno dopo, Matteo partì. Giulia cercò di calmarsi con il lavoro. Dopo pranzo, il telefono squillò.
“Giulia, niente panico… Sto bene. Ma… è successo qualcosa di strano.”
“Cosa?! Cosa è successo?”
“Stavo guidando. Ascoltavo musica. All’improvviso, una donna è comparsa sulla strada. Ho sterzato, sono finito contro il guardrail… L’auto davanti a me è volata in aria. C’è stato un incidente. Gente morta… Io sarei dovuto essere lì.”
“Dio mio…”
“Non so chi fosse. È apparsa dal nulla e poi sparita. Ma se non fosse stato per lei… non sarei qui.”
Quella sera, Matteo rientrò a casa.
“Non pensi che potrebbe essere… quella donna? La madre di Luca?”
“Giulia… sarà un caso. Fantasmi e superstizioni.”
“No, Matteo. Non è un caso. Lo sento.”
Il giorno seguente, Matteo si illuminò.
“Ho capito. Mi sono ricordato. Cinque anni fa, passavo vicino a un palazzo in fiamme. La gente stava lì, impaurita, senza entrare. Io non ce l’ho fatta — sono corso dentro. Ho tirato fuori un bambino. Ma sua madre… non ce l’ha fatta.”
Decisero di seguire l’indirizzo. Ad accoglierli, la nonna di Luca.
“Sì, vive qui. È mio nipote. Sua madre morì quel giorno, nell’incendio. Tu l’hai salvato. Ti sarò per sempre grata… Lui non ricorda molto. Solo le foto sono rimaste. Ma lei gli appare in sogno. A me no.”
“Lei mi ha salvato la vita…”
“Martina era sempre stata speciale. Volete vedere una foto? Eccola.”
Nella foto c’era lei. La stessa donna. Matteo la riconobbe all’istante.
Intanto, Luca entrò nella stanza.
“Buongiorno. Mamma mi ha detto che siete salvo. È felice. Ma dice che non dovete più passare per quella strada. Non potrà più aiutarvi. Dovete ricordarlo.”
“Grazie, Luca. E grazie a tua madre. Ti va di diventare amici? Ho una figlia piccola, con lei non posso andare a pescare. Ma con te sì. E allo stadio, ovunque vuoi. Che ne dici?”
Luca annuì in silenzio. E Giulia pianse. Di gratitudine per il destino… e perché a volte, persino un sogno, può salvarti la vita.