«Andò a comprare polpette e trovò l’amore»

**”Andava in cerca di polpette, ma trovò l’amore”**

Il vecchio alimentari alla periferia di Bologna era un punto di riferimento per il quartiere: piatti pronti squisiti, porzioni generose e commesse che ci mettevano il cuore. Giuditta Rossi lavorava lì da quindici anni, prima alla bilancia e poi come responsabile del reparto. Conosceva tutti i clienti a memoria: chi preferiva i peperoni ripieni, chi non doveva mai mancare di polenta e chi meritava una dose in più, “per gentilezza”.

Quel giorno, stava rientrando dalla dispensa con un vassoio di carne in gelatina quando notò una figura familiare: un uomo alto, con un cappotto logoro e gli occhi tristi, che sembrava cercare qualcuno al bancone.

Giuditta si avvicinò in fretta:
— Se cerca Valeria, è ammalata. Tornerà la settimana prossima. Vuole il solito? Polpette e costine?

L’uomo si stupì:
— Ricorda sempre il mio ordine?

— Certo. Lei è un cliente fedele, — rispose Giuditta, arrossando.

Lui esitò, poi aggiunse a bassa voce:
— È sempre lei che vorrei trovare, Giuditta. Invece finisco sempre da Valeria. Che sfortuna.

— E come sa il mio nome?

— Me l’ha detto il cartellino.

Dietro di loro, la voce stizzita di Rosanna:
— Signore! Non faccia la fila allungare! Ci sono dieci persone dietro di lei!

Lui sussultò:
— Scusi. Le polpette, per favore… — poi, più piano, fissandola negli occhi: — Magari un giorno una donna gentile me le farà a casa. Scusi, Giuditta, non porta l’anello… Se non è sposata, posso accompagnarla dopo il turno? Abito proprio di fronte.

Giuditta annuì appena e gli passò il sacchetto. Il cuore batteva forte, come da ragazzina.

— Allora, a stasera, — sorrise lui. — A proposito, mi chiamo Adriano.

Per tutto il giorno, Giuditta sembrò camminare sulle nuvole. Persino Rosanna lo notò:
— Giudì, ti senti bene? Hai le guance rosse come se avessi un appuntamento!

— Tutto a posto, Rosy, è solo una bella giornata.

A fine turno, Giuditta si aggiustò il rossetto, si avvolse nella sciarpa e uscì. Adriano l’aspettava già.
— Facciamo due passi? O magari un cinema?

Fuori, la pioggia mista a neve bagnava ogni cosa, ma loro camminarono per il viale chiacchierando come vecchi amici. A un certo punto, lui propose:
— Giudì, vuoi passare da me? Un tè caldo per riscaldarci. Sono a due passi.

— Non so… ci conosciamo da così poco…

— Poco? Ti osservo da un anno. Ammiro come lavori: sei buona, onesta. Gentile con le nonne, dolce con i bambini. È come se ti conoscessi da sempre. E tu… non mi riconosci?

Lei sorrise:
— Va bene, Adriano. Andiamo, prima che mi sciolga tutta.

A casa sua, tutto era semplice ma accogliente. Lui le prese il cappotto, asciugò le scarpe, preparò il tè al limone e tirò fuori i biscotti. Quando il vento iniziò a urlare fuori dalla finestra, disse:
— Resta. Io dormo in cucina. Dove vuoi andare con questo tempo?

Giuditta guardò intorno: calore, tranquillità. E il cuore le diceva di non scappare.
— D’accordo, resto…

Si addormentò sul divano, lui in cucina. Ma al mattino si ritrovarono insieme: da soli, non ci riuscivano.

Quando Valeria tornò dal riposo medico, vide subito Adriano che aspettava Giuditta all’uscita.
— Guarda un po’! Io manco due settimane e tu già mi rubi l’uomo! — rise.

In realtà, Valeria era felice per lei. Perché Giuditta, quando era felice, splendeva come il sole. E la felicità vera si vede da lontano. Anche le costine e le polpette, quella settimana, andarono a ruba.

**Moralità:** A volte, l’amore arriva dove meno te l’aspetti. Persino tra le polpette di un alimentari.

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