Lettera prima dell’arrivo: il costo della tranquillità

Fino a trentacinque anni, Lucia si considerava una donna veramente felice. Un marito amorevole, Paolo, un figlio, Matteo, e una figlia, Giulia: una famiglia modesta ma unita. Tutto cambiò quando Paolo perse il lavoro in fabbrica. Non trovando impiego in città, decise di andare a lavorare in Germania.

“Lucia, alcuni amici mi hanno proposto un lavoro. Pagano bene,” le disse un giorno.

“E noi? Tu là, noi qui. Che famiglia è mai questa?” rispose lei, sconvolta.

“Non sarà per sempre. Resisteremo. Appena ci rimettiamo in piedi, tutto tornerà come prima.”

Ma le cose presero una piega diversa da come sperava. Paolo tornava a casa sempre più raramente, cupo e distante. Un giorno, mentre Lucia si preparava per il suo ritorno, andò a fare la spesa e trovò una lettera nella cassetta delle poste. Era sua.

Sorrise, pensando a parole d’amore e nostalgia. La lettera era arrivata proprio il giorno del suo ritorno. La mise in borsa e, una volta a casa, la aprì. E il mondo le crollò addosso.

“Lucia, perdonami. Non ho avuto il coraggio di dirtelo di persona. Ho incontrato un’altra donna. Il nostro matrimonio è stato un errore. Voglio il divorzio. Ma continuerò a mantenere i figli. Addio.”

Lo rileggé più volte, incredula. Le lacrime le annebbiavano la vista. In quel momento, Matteo, di dieci anni, entrò nella stanza.

“Mamma, il forno sta bruciando! Che fai?”

Saltò su, spense il forno e cercò di dissipare il fumo. Sorrise al figlio con aria smarrita, mentre dentro di lei il dolore divorava tutto.

Un mese dopo, divorziarono. Paolo se ne andò per sempre. Mandava soldi, ma non rimise più piede in quella casa. Dieci anni dopo, Lucia seppe che era morto in un incidente. Lei rimase sola con due figli e un peso enorme sulle spalle.

Passarono gli anni. Lucia non si risposò—non voleva portare un altro uomo in casa. La sua vita erano i figli. Matteo crebbe, sposò Federica. Si sistemarono nella sua camera, mentre Lucia e Giulia occuparono l’altra. Nacque il nipote, Luca. Ma né Federica né Giulia sembravano intenzionate a lasciare la casa. La casa divenne stretta e piena di tensioni.

Un giorno, Giulia annunciò:

“Mamma, sono incinta. Io e Roberto resteremo da te per un po’.”

“Dove?” sbottò Lucia. “In una stanza ci siete tu e io, nell’altra Matteo con moglie e figlio! Dove li mettiamo, questi altri?”

“C’è il divano in cucina. Non ti dispiace, vero?”

E così Lucia si trasferì in cucina. La prima notte fu un inferno. E peggiorò solo dopo. Litigi, urla, conflitti tra le due famiglie. Chi aveva mangiato il salame, chi faceva rumore di notte, chi aveva preso il quaderno dell’altro—ogni cosa diventava motivo di discussioni.

Poi, un giorno, Lucia notò che Federica aveva il ventre gonfio.

“Sei incinta?”

“Sì. Avremo un altro bambino.”

“E dove lo mettete?”

“Ah, allora ci cacciate?” esplose Federica.

“Nessuno vi caccia! Ma sarete in quattro in una stanza!”

“Tua figlia se ne vada, ha un marito!” ribatté Federica.

“Anche tu ce l’hai!” non trattenne più la rabbia Lucia.

La mattina dopo, arrivò Matteo:

“Mamma, hai offeso Federica. Ci stai cacciando?”

Giulia, come se fosse un segnale, entrò:

“E tu di’ a tuo marito di trovarsi una casa!”

“Basta!” urlò Lucia. “Fuori tutti! Tu, Matteo, con moglie e figli. E tu, Giulia, col tuo Roberto. Non ne posso più! Avete trasformato la mia casa in un mercato, non rispettate me né voi stessi. È finita. Andatevene!”

Lo disse con fermezza, a voce alta e senza esitazione. Lei stessa si stupì della sua determinazione. Ma non aveva dubbi. Non per un secondo.

Tre giorni dopo, se ne andarono. Ci furono minacce: “Non vedrai più i nipoti,” “Non parleremo più con te.” Lucia rimase in silenzio.

La sera, seduta in cucina—sola. Nessun litigio, nessun rumore. Solo il silenzio.

Si guardò intorno e, per la prima volta da anni, si sentì padrona della sua casa. Fece dei lavori, cambiò i mobili. L’anno dopo, per la prima volta nella vita, partì per una vacanza all’estero.

E se qualcuno dice che pensa solo a sé—no. Ha dedicato la vita ai figli. Ora, finalmente, vive per se stessa. E fa bene.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

7 + 5 =

Lettera prima dell’arrivo: il costo della tranquillità