**L’ombra del tradimento**
È il sesto giorno che Giulia non parla con suo marito. Tutto è iniziato martedì scorso per una stupida lite. Luca si è dimenticato di tirare fuori la carne dal freezer, nonostante Giulia glielo avesse ricordato due volte. Ma lui, rientrato dal lavoro, si è subito immerso nel suo laptop, preso da rapporti urgenti.
«Luca!» la voce di Giulia dalla cucina vibrava di rabbia. «Lo fai apposta per ignorare le mie richieste? Con cosa devo preparare la cena se non c’è la carne?»
«Scusami, amore,» rispose lui, senza staccare gli occhi dallo schermo. «Sono distrutto. Facciamo una pizza? O del sushi?»
«Ordina quello che vuoi!» sbottò Giulia, infilando il cappotto.
«Dove vai?» Luca entrò nell’ingresso, guardandola con sorpresa.
«A fare una passeggiata,» tagliò corto lei, sbattendo la porta.
Luca scrollò le spalle e tornò al lavoro. Due ore dopo ordinò una pizza, aspettando Giulia. Ma lei tornò solo a mezzanotte, quando Milano era già avvolta nel silenzio invernale.
«Dove sei stata tutto questo tempo?» esclamò Luca.
«A cena al bar,» rispose fredda.
«Da sola? A quest’ora?»
«Che c’è di male? Non ti sei preoccupato della cena. Ho dovuto arrangiarmi.»
«Me lo rinfaccerai per sempre questa carne?» esplose Luca. «Ho dimenticato, capita a tutti!»
«Non è la carne il problema!» Giulia alzò la voce. «Non mi prendi sul serio! Non mi dai attenzione! Le mie parole per te sono aria fritta!»
«Ma cosa dici?» Luca socchiuse gli occhi, sentendo che la lite era esagerata. Ma, per non peggiorare, aggiunse: «Va bene, metterò un promemoria sul telefono.»
Questa risposta fece solo peggiorare le cose. Giulia la mattina taceva, la sera lo ignorava. Al terzo giorno, Luca non ne poté più. Si avvicinò per abbracciarla, ma lei lo respinse bruscamente e si chiuse in camera, sbattendo la porta.
«Se non vuoi, fai come ti pare,» borbottò Luca, sentendo l’irritazione montare. Al lavoro aveva già abbastanza problemi, e ora anche a casa c’era una guerra fredda.
Una settimana passò in un silenzio tombale. Mercoledì, giorno di festa, Luca decise di fare pace. Si alzò presto, preparò la colazione: uova strapazzate, toast, caffè con la sua schiuma alla vaniglia preferita. Ma quando Giulia entrò in cucina, non degnò neppure la tavola di uno sguardo.
«Dobbiamo separarci,» disse all’improvviso.
«Cosa?!» Luca rimase paralizzato, come colpito da un fulmine. «Per la carne?!»
«Basta con questa carne!» urlò Giulia, stringendo i pugni. «Ti ho detto che non è quello il problema! Non funziona più tra noi! Quando ci siamo sposati, eri diverso — attento, presente. Ora da te non arriva neanche una parola gentile!»
«Ma cosa stai dicendo?!» Luca la amava ancora e lavorava duramente per la loro famiglia. «Come faccio a non darti attenzione? Usciamo insieme al cinema, al ristorante! Sì, nei giorni feriali sono occupato, ma nei weekend sono sempre con te!»
«Non ti sento vicino,» rispose gelida. «Sei sempre da un’altra parte. Mi sento inutile nella tua vita.»
«Inutile?» Luca si sentì trafiggere dal dolore. «Sì, sono pensieroso, ma è per il lavoro! Lo sai quanto è pesante il mio carico!»
«Ecco appunto!» lo interruppe Giulia. «Sei sempre preso, eppure non si vedono risultati! Con tutta questa fatica dovresti guadagnare milioni, e invece siamo ancora in questo bilocale! Io sognavo il mare, ma con te sembra che non lo vedrò mai.»
«Giulia, mi spacco la schiena!» supplicò Luca. «Voglio una casa più grande, voglio portarti al mare! Dammi ancora un po’ di tempo!»
«Siamo sposati da tre anni e nulla è cambiato,» la voce di Giulia era ghiacciata. «Me l’avevi promesso prima del matrimonio. Ho sbagliato a crederti.»
«Quindi mi hai sposato per le promesse?» Luca si oscurò, il cuore stretto dal dolore. «Pensavo mi amassi…»
«Ti amo, ma…» Giulia si interruppe, realizzando di aver detto troppo. «Ho detto tutto. Vado a fare le valigie.»
Rimasto solo, Luca fissò la colazione fredda, incapace di credere che un pezzo di carne avesse distrutto il loro matrimonio. Mentre Giulia riempiva le valigie, lui cercò di convincerla, ma lei rimase in silenzio. Uscì senza dire una parola.
Per settimane, Luca visse in uno stato di stordimento. Sperava che Giulia tornasse, ridendo della situazione. Ma non si fece viva. Chiamò, supplicò un incontro. Dapprima rispose che non sarebbe tornata, poi cambiò numero.
Ricevuta la domanda di divorzio, Luca capì: l’aveva persa per sempre. Smise di cercarla e si chiuse in se stesso.
Un giorno incontrò per caso la cugina di Giulia, Valentina. Il suo saggio tradisceva che sapeva del divorzio. Valentina non aveva mai amato la cugina e con piacere condivise i pettegolezzi.
«Come stai?» chiese, guardandolo con compassione.
«Bene,» rispose Luca, forzando un sorriso.
«È un bene,» Valentina gli toccò la spalla. «So cosa significa essere lasciati per un altro. Ma resisti, sei una brava persona.»
«Quale altro?» Luca si irrigidì.
«Non lo sapevi?» si stupì Valentina. «Giulia è andata via con il suo capo! Hanno una storia da mesi. Lui ha divorziato e lei si è subito aggrappata a lui.»
«Come lo sai?» la voce di Luca tremò.
«La scorsa settimana c’era il compleanno di mio zio,» ridacchiò Valentina. «Giulia è arrivata col nuovo fidanzato. Tutta la sera a vantarsi di quanto è ricco e di successo. Dice che vuole sposarlo presto. La felicità, dice, è nei soldi. E sembrava soddisfatta.»
Luca sentì ribollire in petto una miscela di rabbia e dolore. Odiò Giulia per il tradimento e biasimò se stesso per non averle dato ciò che voleva. Salutò Valentina e tornò a casa, ripensando alla sua meschinità.
Ma il tempo passò, e il dolore si attenuò. Luca ringraziò persino il destino per quel colpo di scena. Sei mesi dopo arrivò la promozione attesa da anni. Il capo apprezzò i suoi sforzi e, venduto il bilocale, comprò un ampio appartamento nel centro di Milano.
Lì conobbe Sofia, una nuova collega. La loro amicizia si trasformò in amore e si sposarono un anno dopo.
Di Giulia, Luca non seppe più niente, solo qualche voce occasionale. La sua storia con l’imprenditore durò un anno. Lui tornò dalla sua famiglia, licenziandola dall’azienda.
Una volta Luca la vide al supermercato. Era in piedi davanti agli scaffali, pensierosa, lo sguardo spento. Quando lo notò, distolse gli occhi e si affrettò ad allontanarsi. Luca pensò di chiamarla, chiederle come stava, ma cambiò idea. Non voleva gioire del suo dolore.
Con Sofia era felice. E nel profondo, ringraziaMentre raggiungeva Sofia al reparto ortofrutta, Luca sorrise, finalmente libero dall’ombra del passato.