La Chiave dei Dubbi
Quando Giulia stava per sposarsi, le amiche non facevano che raccontarle storie dell’orrore sulle suocere. Ognuna aveva il suo esempio agghiacciante: una parlava di prestiti, un’altra di intrighi, la terza di odio aperto. Nei loro racconti, le madri dei mariti erano mostri veri, pronte a distruggere le giovani coppie.
Giulia ascoltava, annuiva, e a un certo punto si accorse di aver iniziato davvero a temere la futura suocera. Così, quando la relazione con Marco diventò seria, cominciò a indagare con delicatezza, chiedendogli della madre.
— La vai a trovare spesso? Influenza le tue decisioni? Ti aiuta economicamente?
Marco rise:
— Che interrogatorio! Mamma è una persona normale. Le sono grato, ovvio, mi ha cresciuto. Ma non si intromette nella nostra vita.
Quelle parole la rassicurarono un poco. Ma i semi del dubbio erano già germogliati. E quando Marco la portò per la prima volta a conoscere Anna Maria, Giulia era in guardia. Tuttavia, la donna si rivelò accogliente e gentile. Era sinceramente felice per il figlio e non smetteva di farle complimenti:
— Che bellezza che sei! Tu e Marco avrete dei bambini meravigliosi! Non vedo l’ora di diventare nonna…
E tutto sembrava andare bene. Anna Maria non si intrometteva, non chiamava ogni giorno, non si presentava senza preavviso. A volte chiedeva aiuto al figlio — suo marito era morto anni prima, e per lei era dura cavarsela da sola. Giulia manteneva un atteggiamento neutrale: né troppo affettuosa, né fredda. Fino a una chiacchierata con le amiche.
— Ma lascia stare — sbuffò Francesca. — All’inizio sono tutte «carina, adorabile», e poi tirano fuori gli artigli. La mia faceva così, e ora mi snobba perché non sono «del loro ceto». Non crederle!
— Già — aggiunse Sofia, reduce da un divorzio difficile. — La mia all’inizio sembrava piena di amore. Poi ci ha trascinato in un mutuo, si è presa i soldi, e ora lo stiamo ancora pagando. Una suocera è come una bomba a orologeria.
Giulia tentò di opporsi:
— Ma Anna Maria non è così. È buona, educata, insomma…
— «Insomma» è la parola chiave — commentò Francesca, scettica. — Aspetta e vedrai. Si mostrerà per quella che è.
E presto arrivò il motivo per dubitare. Un giorno Marco si avvicinò alla moglie:
— Giulia, mamma ha chiesto un prestito. Vuole comprare un piccolo terreno con una casetta. Ti dispiace se le diamo i nostri risparmi? Tanto per ora stiamo ancora mettendo da parte per il mutuo…
Giulia si irrigidì:
— La cifra non è piccola. E siamo sicuri che restituirà tutto?
— Certo. Dice che aveva delle azioni di papà, le venderà e ci ridarà tutto.
— Mmm… — Giulia ricordò le parole delle amiche. — Non mi piace. E poi, perché vuole un terreno adesso?
Ma Marco insistette. Si fidava di sua madre. Alla fine, la convinse.
Quando Giulia lo raccontò alle amiche, queste inscenarono una tragedia:
— Ecco, è cominciato! Addio soldi, addio casa. Sei troppo ingenua…
Il tempo passava. Giulia si ritrovava sempre più spesso a tormentarsi. E se avessero ragione? E se Anna Maria non avesse intenzione di restituire i soldi? Il dubbio non la lasciava in pace.
Un giorno, mentre la suocera era a cena da loro, Giulia decise di affrontare la questione. Entrò in cucina, dove già sedevano Marco e sua madre, e con voce tesa disse:
— Vorrei parlarvi di una cosa.
Anna Maria si girò con un sorriso:
— Anche noi volevamo dirti qualcosa, Giulietta — le lanciò un’occhiata maliziosa.
Giulia si sedette. Il cuore le batteva forte. Di cosa avevano parlato prima che entrasse? Che cosa stavano tramando?
Anna Maria tirò fuori dalla borsetta una scatolina elegante:
— Questo è per voi. Avevo promesso un regalo per il matrimonio, ma allora non potevo. Adesso è arrivato il momento.
Marco annuì alla moglie:
— Apri, amore.
Giulia sollevò il coperchio… e vide un mazzo di chiavi.
— Cosa sono?..
— Sono le chiavi di casa vostra — disse Marco, calmo.
— Hai fatto un mutuo?!
— No — sorrise. — Mamma ci ha comprato una casa.
— Cosa?.. — Giulia fissò la suocera.
— Sì, figlia mia. Quando è morto mio marito, ho venduto le sue azioni e ho investito i soldi in banca. Gli interessi sono cresciuti. Volevo regalarvi questa casa per la vostra nuova vita. Quella storia del terreno l’abbiamo inventata io e Marco, per non farti sospettare. I vostri risparmi ci hanno aiutato a completare l’acquisto.
— Davvero? — Giulia era sbalordita.
— Assolutamente sì. Quell’appartamento che cercavate, quello che sognavate, ora è vostro — disse Anna Maria. — Tutto è già a vostro nome.
Le lacrime le annebbiarono gli occhi. Le amiche, i dubbi, la paura… tutto svanì in un istante.
— Grazie! Grazie infinite! — Si gettò tra le braccia della suocera. — Non lo dimenticheremo mai!
Anna Maria, con voce sommessa, replicò:
— Siate felici. E ricordate che vi voglio bene, a entrambi.
Quando Giulia raccontò tutto alle amiche, queste rimasero in silenzio. Poi, ovviamente, iniziarono a malignare:
— Sei sicura che l’appartamento sia intestato a voi? E se poi cambia idea?..
— Sì — annuì Giulia. — Ne sono certa. Dell’appartamento, e di lei.
Le amiche continuarono a pensarla come prima. Ma Giulia aveva imparato una lezione: non tutte le suocere sono uguali. A volte, dietro i sospetti, si nasconde la gentilezza. L’importante è non giudicare prima del tempo. E non ascoltare chi vede solo il peggio nelle persone.