Sono solo 49enne, ma mia sorella minore crede che io debba fare da babysitter gratuita a suo figlio.

Ho solo 49 anni, ma mia sorella minore pensa che ormai non abbia più una vita personale e che debba fare da babysitter gratuita a suo figlio di dieci anni. Amo Pietro, è il mio nipote preferito, ma non sono disposta a sacrificare la mia esistenza per badare a lui ogni singolo giorno. Questa storia è iniziata anni fa, e da allora le cose non fanno che peggiorare.

**Come è cominciato tutto**
Mia sorella, Giulia, è più giovane di me di sette anni. È sempre stata un po’ viziata—la più piccola di casa, coccolata da tutti. Quando è nato Pietro, ero felicissima di diventare zia. È un ragazzino fantastico: intelligente, allegro, e trascorrere del tempo con lui è sempre piacevole. Lo portavo al parco nei weekend, gli preparavo dolci fatti in casa. Ma con il tempo, Giulia ha iniziato a dare per scontato il mio aiuto.

Dopo il divorzio da suo marito, è rimasta sola con il bambino. Lavora tanto, spesso fino a tardi, e a volte parte per viaggi di lavoro. Capisco che sia difficile, e ho sempre cercato di sostenerla: stavo con Pietro, lo andavo a prendere a scuola, lo aiutavo con i compiti. Ma negli ultimi due anni ha cominciato a credere che fosse mio dovere farlo. *”Tanto sei libera, non hai marito né figli, occupati tu”*, mi ha detto una volta. Sono rimasta senza parole. Sì, non ho una famiglia mia, ma questo non significa che non abbia una vita!

**La mia vita a 49 anni**
Ho 49 anni, lavoro come contabile in una piccola azienda e ho le mie passioni. Vado a yoga, esco con le amiche, seguo un corso di pittura. Il mio sogno è visitare l’Italia, vedere Roma e Firenze. Da due anni sto mettendo da parte i soldi per quel viaggio. Ma mia sorella sembra convinta che ogni mio minuto debba essere dedicato a Pietro. *”Sei la zia, è il tuo ruolo”*, dice. E quando provo a ribattere, aggiunge: *”Tanto non fai niente di importante”*.

Recentemente la situazione è diventata assurda. Giulia ha deciso di iscrivere Pietro a un corso di inglese extra, ma le lezioni sono la sera e non ha nessuno che lo vada a prendere. Ha stabilito che io dovessi mollare tutto e attraversare mezza città per accompagnarlo. Ho rifiutato, spiegando che avevo già impegni, incluso lo yoga, che non volevo saltare. Si è offesa: *”Metti i tuoi hobby prima della famiglia? Pietro per te non conta niente?”*. È stato un colpo al cuore. Certo che conta, ma perché dovrei rinunciare a tutto per lui?

**Il nipote che amo**
Amo davvero Pietro. È speciale: mi racconta dei suoi giochi, delle avventure a scuola, ridiamo insieme guardando i cartoni animati. Ma non sono sua madre. Non ho l’energia, né la voglia, di fare la tata a tempo pieno. Inoltre, noto che Giulia sta scaricando sempre più responsabilità su di me. L’altra volta mi ha chiesto di parlare con Pietro dei suoi voti bassi perché *”con te è più aperto”*. L’ho fatto, certo, ma non è compito mio!

Ho provato a parlarne con mia sorella. Le ho detto che ero disposta ad aiutare, ma entro certi limiti. Ho suggerito di assumere una babysitter o di chiedere aiuto ai suoceri, che vivono vicino. Ma Giulia ha scrollato le spalle: *”Una babysitter costa, e tu fai un ottimo lavoro gratis”*. Sento che mi sta solo usando perché è comodo ed economico.

**Come trovare un equilibrio?**
Ora sono a un bivio. Da una parte, non voglio litigare con Giulia, e soprattutto non voglio che Pietro creda che la zia non gli voglia bene. Dall’altra, sono stanca di essere la *”tata di riserva”*. Voglio vivere la mia vita, inseguire le mie passioni, senza sentirmi in colpa se non corro al primo richiamo. A volte mi chiedo se non sia troppo accomodante. Forse dovrei essere più ferma nel tracciare dei confini?

Se avete vissuto situazioni simili, ditemi come avete gestito la cosa. Come dire *”no”* ai parenti senza rovinare i rapporti? O forse sono davvero egoista, e mia sorella ha ragione? Scrivetemi, ho bisogno di un punto di vista esterno.

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