«Pietà, hai già quattro case, perché ne vuoi un’altra? E noi, dove andiamo con la mamma?»

«Federica, per l’amor di Dio, hai già quattro appartamenti, perché vuoi aggiungerne un altro? Dove dovremmo andare io e mamma, in strada?» urlai a mia sorella quando scoprii che voleva prendersi la nostra casa di famiglia. Questa è la storia di come l’avidità di mia sorella quasi ci lasciò senza tetto e di come cercai di difendere il nostro diritto alla casa.

**La casa di famiglia e la sua storia**
La nostra famiglia ha sempre vissuto in un grande trilocale nel centro di Roma. Questo appartamento, che i miei genitori ottennero negli anni ’70, è diventato il nostro vero nido. Qui siamo cresciute io e Federica, qui mamma ci ha cresciute da sola dopo la morte di papà. La casa è vecchia, ma spaziosa, con soffitti alti e finestre grandi. Io e mamma ci viviamo ancora, anche se avrebbe bisogno di una ristrutturazione da anni.

Federica se n’è andata tempo fa. Si è sposata bene, suo marito è un imprenditore, e negli anni hanno accumulato un bel patrimonio. Ha già quattro case: due in affitto, una comprata per il figlio e una dove vivono con il marito. Non ho mai invidiato la sua fortuna, anzi, ero contenta per lei. Ma recentemente ha detto di volersi prendere la nostra casa di famiglia.

**”È la mia eredità”**
Tutto è iniziato quando Federica è venuta a trovarci. Tra una chiacchiera e l’altra, ha tirato fuori l’argomento. «Mamma, ormai è dura per te vivere qui, le scale sono alte, l’ascensore è vecchio. Vendiamo questo appartamento e io troverò qualcosa di più semplice per te e Giulia», ha detto. Io sono rimasta di stucco: «Come, vendiamo? E dove viviamo io e mamma?». Federica ha risposto che era «la sua eredità» e che aveva diritto alla sua parte.

Ero sconvolta. Primo, mamma è ancora viva, che eredità? Secondo, Federica sa benissimo che non abbiamo altre case, e il suo «qualcosa di più semplice» suonava come una stanza in un pensionato. Le ho risposto: «Federica, hai quattro case, a cosa ti serve un’altra? E io e mamma dove andiamo?». Ha iniziato a dire che voleva investire, che era «un affare redditizio». Ma capivo che non erano solo soldi: voleva semplicemente prendersi tutto.

**La discussione con mamma e il conflitto**
Mamma, sentendo la nostra lite, si è messa a piangere. È sempre stata giusta con entrambe, ma questa volta non ce l’ha fatta: «Federica, non ti vergogni? Questa casa è la nostra vita, ci ho vissuto per decenni». Ma Federica era irremovibile: «Non voglio litigare, ma è un mio diritto. Se non vendiamo, farò causa per la divisione».

Non potevo crederci. Non siamo mai state molto vicine, ma non credevo fosse capace di tanto. Ho cercato di farla ragionare, ricordandole che io e mamma non possiamo permetterci un’altra casa, che con lo stipendio da insegnante e la pensione di mamma non ce la facciamo. Ma lei ha solo alzato le spalle: «Troverete un modo».

**Cosa fare ora?**
Ora sono disperata. Far causa non voglio: costa tanto, ci vuole tempo, e mamma non resisterebbe allo stress. Ma nemmeno intendo rinunciare alla nostra casa. Ho proposto a Federica di comprare la sua parte, ma ha chiesto una cifra che non potrò mai mettere insieme. Mamma piange e dice che preferirebbe morire piuttosto che lasciare la sua casa.

Non so come uscirne. Dovrei parlarle di nuovo, provare a farle cambiare idea? O prepararmi alla battaglia legale? Se qualcuno è passato per una cosa simile, ditemi come avete risolto. Come proteggere la propria casa senza perdere la famiglia? Ho davvero bisogno di consigli.

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