Crescere attraverso il cambiamento: la scelta di separarsi

**Diario di un risveglio**

La coda in mensa era interminabile, ma Elena tenne duro, vassoio in mano, finché non arrivò il suo turno. Aveva fretta, e al ragazzo dietro il bancone chiese:
“Tre minestre, tre risotti e tre spremute, per favore.”

Il vassoio era troppo piccolo. Gettò più di un’occhiata al tavolo dove l’aspettavano suo marito e il figlio. Alessio, di soli dieci anni, non capiva che avrebbe potuto darle una mano. Ma Andrea, seduto a fissare il telefono, nemmeno alzò lo sguardo. Elena dovette fare due viaggi. Mentre correva avanti e indietro, sentiva addosso gli sguardi di disapprovazione degli altri ospiti.

Quando finalmente sedette, Andrea prese una ciotola di minestra senza smettere di guardare lo schermo. Dopo un assaggio, sbuffò:
“Ma è di piselli? Non la voglio, potevi chiedere.”
“Potevi venire a prenderla tu, no?” rispose lei stanca. “Non so leggerti il pensiero.”
“E che, dovevamo fare la coda insieme? Bastava chiedere!”
Elena chinò il capo e decise di non replicare. Era sempre così: Andrea mai contento, e Alessio che lo imitava.
“Che schifo, mamma, il risotto? Lo sai che non mi piace!”
“Tua madre pensa solo a se stessa,” commentò Andrea, continuando a divorare la minestra che aveva appena criticato.

La mensa era affollata, tutti volevano far colazione in fretta per andare al mare. Anche Elena aveva lo stesso piano, ma dubitava che Andrea li avrebbe accompagnati. Si sarebbe steso in camera, come il giorno prima, lamentandosi della distanza dalla spiaggia. Eppure, era stato lui a rifiutarsi di scegliere il resort.
“Non sono capace da sola? Lasciami riposare, non è difficile.”
E così aveva fatto. E, come al solito, tutto era sbagliato: il resort lontano dalla città, niente attrazioni vicine, e la spiaggia a dieci minuti a piedi.

Mentre raccoglieva i piatti, vide entrare una coppia della camera accanto. Lei elegante, sui cinquant’anni, lui sorridente e premuroso.
“Cara, che dolce prendi oggi?” chiese l’uomo prima di mettersi in coda.
Elena li osservò con invidia. Da dove saltavano fuori uomini così? Una volta Andrea era stato così: attento, premuroso, l’aveva corteggiata con fiori e cene. Poi, dopo la nascita di Alessio, tutto era cambiato. Lei in maternità, lui che dava per scontato che casa, cena e bambino fossero solo sua responsabilità. Anche quando era tornata a lavorare, tutto era rimasto uguale.

Dopo colazione, raggiunse Andrea e Alessio che già camminavano verso la spiaggia.
“Andiamo in camera a cambiarti?” propose.
“In questo caldo? Hai scelto tu questo posto,” borbottò Andrea.

Sulla spiaggia, Andrea si sfilò i pantaloncini e corse in acqua con Alessio, gridandole di pagare i lettini e l’ombrellone. Elena era stufa. Perché toccava sempre a lei?

Quella sera, mentre riempiva le valigie da sola, uscì sul balcone. Il cigolio dell’accendino la fece sussultare. Era la vicina, quella donna elegante.
“Non dorme?”
“Si parte presto.”
“E suo marito?”
“Dorme.”

La donna annuì, come se capisse.
“Mi chiamo Elena, giusto? Sa, suo marito non la apprezza. Neppure mio marito lo faceva, prima.”
“Prima?”
“Ci siamo lasciati per due anni. Quando siamo tornati insieme, ho cambiato tutto. Deve amare prima se stessa, Elena.”
“Ma io… non ho mai pensato al divorzio.”
“Allora ci pensi. Domattina, siediti a tavola e mandalo lui in coda. Sarà difficile, ma deve farlo.”

Arrivati a casa, Elena smise di fare le valigie per Andrea. Smise di stirare, di cucinare.

“Sei impazzita?!” urlò Andrea, senza camicia pulita per il lavoro.
“Stira tu, non sono tua madre.”

Quando tornò dal lavoro quella sera, Elena era già uscita, profumata e truccata. Andrea rimase a fissare il vuoto, il panino mezzo mangiato in mano.

L’anno dopo, tornati al mare, fu Andrea a chiedere: “Cosa prendi, amore?” mentre faceva la coda con Alessio. Elena sorrise. Quel resort l’avevano scelto insieme.

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