Il Cuore Rinasce

**IL CUORE BATTE DI NUOVO**

Tiziana aveva avuto la sua Nicoletta non si sapeva da chi. Diciamo che aveva “scivolato” prima del matrimonio.

Sì, c’era stato un ragazzo che la corteggiava con insistenza. Però non l’aveva mai chiesta in sposa. Era bellissimo, però, e sempre così gentile. Tiziana lo prendeva sotto braccio e lo portava in giro con orgoglio, sotto gli occhi delle “vecchiette girasole” sedute fuori dal portone. Quelle pensionate giravano sempre la testa dietro a chiunque passasse, come girasoli dietro al sole.

Il ragazzo non lavorava, preferiva fluttuare nella vita come una farfalla. Tiziana lo sfamava, gli preparava da dormire, si sarebbe stesa come un tappeto colorato sotto i suoi piedi. Ma un bel giorno lui le disse che si annoiava con lei, che non lo apprezzava abbastanza come donna. E poi, se lo amava davvero, poteva almeno portarlo al mare una volta…

Tiziana piusse una settimana intera. Poi strappò le foto di quell’ingrato e le bruciò. Per un mese soffrì in silenzio, finché non conobbe Vittorio.

Una mattina, Tiziana era in ritardo al lavoro e nervosa alla fermata dell’autobus. All’improvviso, un taxi si fermò davanti a lei. L’autista aprì lo sportello e le propose un passaggio. Senza pensarci due volte, Tiziana saltò dentro.

Durante il viaggio, l’autista iniziò a fare conversazione. Tiziana lo osservò: uomo sulla quarantina, curato, rasato, pettinato, vestito impeccabile. E poi c’era quel tocco di galanteria che la conquistò. Tutto di lui denotava la cura di una mano femminile. Tiziana pensò: “Dev’essere sua madre”.

Vittorio (così si presentò) era l’opposto esatto del suo ex. Senza esitare, Tiziana gli lasciò il suo numero. Voleva rivederlo. Quella fu l’unica volta che viaggiò in taxi senza pagare.

Iniziarono a frequentarsi. Vittorio la riempiva di fiori, regali, dolcezze. Una primavera, mentre passeggiavano nel bosco, Tiziana si mise a raccogliere bucaneve. Vittorio, vedendola così felice, si unì a lei. Tornarono in macchina con due mazzi di fiori: quello di Tiziana sul sedile accanto, quello di Vittorio dietro.

“Di chi sono questi?”, pensò Tiziana. “Della moglie?” Non osò chiedere. E se fosse sposato? Ormai si era affezionata a quell’uomo gentile. Preferì illudersi e tacere.

Poi, la moglie di Vittorio bussò alla sua porta. Con due bambini al fianco, le disse:

“Eccoti, cara, allevali tu! Amano tantissimo il loro papà!”

Tiziana, sbalordita, balbettò:

“Mi scusi, non sapevo fosse sposato. Non ho intenzione di rovinare una famiglia. Non sono il tipo che costruisce nidi sotto i portici altrui.”

Quella stessa sera, mandò a quel paese il “mammo”.

Il suo prossimo amore fu Mamuka.

Era georgiano. La loro storia fu fulminea: entrò nella sua vita come un uragano e se ne andò come un turbine.

Si conobbero al compleanno di un’amica. Mamuka la conquistò subito con il suo carisma. Tiziana si lasciò travolgere.

Lui la incantò con la sua generosità, allegria, ottimismo. Con lui non c’era tempo per la noia. Mamuka aveva sempre mille piani, mai un problema. Tiziana avrebbe seguito quell’uomo ovunque. Ma…

Dopo un anno passato a portarla in palmo di mano, Mamuka tornò in Georgia. Non si era mai abituato all’Italia. Forse il clima, forse la madre malata…

Tiziana si sentì abbandonata. Decise che ne aveva abbastanza di soffrire. “Vivrò sola. Almeno senza lacrime.”

Eppure, proprio quando si era rassegnata alla solitudine, scoprì di aspettare un bambino. Rimase sconvolta. Chi era il padre? Come sarebbe andata avanti? Come non impazzire?

Nacque una bambina. La chiamò Veronica. Per Tiziana, lei divenne tutto. Assomigliava tantissimo a Mamuka: stessi riccioli neri, stessi occhi profondi, stesso sorriso magnetico. E questo, per qualche motivo, la rendeva felice. Forse perché lo aveva amato più di chiunque altro. Guardando Nicoletta, riviveva quei giorni spensierati con lui.

Certo, a volte le veniva da urlare dalla frustrazione, invidiando le amiche sposate. Ma con una figlia da crescere, non c’era tempo per piangere.

Il primo giorno di scuola, Veronica fu messa accanto a un bambino, Daniele. Non si piacquero subito. Anzi, lui la chiamò “ricciolona scema”.

Litigavano sempre, finché l’insegnante li separò. Ma anche così, riuscivano a menarsi a ogni ricreazione.

Tiziana andò a scuola per capire perché sua figlia tornava piena di graffi.

L’insegnante, colta in fallo, le diede l’indirizzo di Daniele: “Parlatene con i suoi genitori.”

Tiziana non ci pensò due volte. Arrivata all’indirizzo, bussò.

La porta si aprì. Davanti a lei, un uomo si asciugava le mani con un canovaccio appeso al collo.

“Cerca me? Prego, entri! Le offro un caffè. Devo solo dare da mangiare a quel monello.”

Sparì in cucina.

Tiziana entrò e guardò intorno. Era chiaro che non c’era una donna in quella casa. Roba ovunque, polvere, odore di fumo.

“Accidenti…”

Lui tornò con un vassoio: due tazzine di caffè profumato.

(Quell’aroma, Tiziana lo avrebbe ricordato per sempre.)

“A cosa devo il piacere di questa visita?”

“Sono la madre di Veronica.”

“Ah… capisco. Il mio Daniele è cotto di sua figlia.”

“E per questo la graffia?”

“Come? Non capisco.”

“La prego, parli con suo figlio. Grazie per il caffè.”

“Lo farò, non si preoccupi.”

“Quel monello” stava zitto in cucina.

Tornata a casa, Tiziana non riuscì a dormire. Ripensò a quell’uomo, così… casalingo. Non un uomo, un sogno! E quel caffè… Nessun altro glielo aveva mai offerto! Vino, spumante, cocktail, ma mai un caffè così buono.

Quella notte, nella sua mente, ripulì quell’appartamento polveroso, spostò i mobili, mise fiori sul davanzale… E persino quel “monello” le faceva tenerezza.

Il mattino dopo, Tiziana si svegliò di buon umore. Chiese a Veronica di essere più gentile con Daniele.

Passarono settimane.

Alla riunione dei genitori, rivide l’uomo dei suoi sogni. Capì che Daniele non aveva una madre. Altrimenti, perché sarebbe venuto il padre?

Questo la spinse a fare il primo passo.

Finita la riunione, il padre di Daniele si offrì di accompagnarle a casa. Era dicembre, faceva buio presto. Senza pensarci, Tiziana disse: “Sì.”

Lui si presentò: “Alessio.”

“Piacere, Tiziana.”

Alessio sembrava interessato. Le propose persino di festeggiare Capodanno insieme. Tiziana pensò: ormai, che ho da perdere? I principi azzurri li aveva smessi di cercare da un pezzo.

E poi, quanto poteva stare lontana dall’amore, soloE così, mentre i fiocchi di neve iniziavano a cadere silenziosi sul marciapiede, Tiziana sorrise ad Alessio e per la prima volta dopo tanto dolore sentì che il suo cuore batteva di nuovo.

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