Una Donna e la Sua Vita Degna in Un Luogo Qualsiasi

Tanto tempo fa, in una piccola città della Toscana, viveva una donna di nome Donatella Rossi. Credeva di condurre una vita decorosa, anche se non aveva mai avuto una famiglia né figli. Ma possedeva un appartamento sempre impeccabile e un lavoro rispettabile come contabile in una fabbrica di mobili.

Arrivò così ai cinquant’anni, serena e soddisfatta, convinta che la sua esistenza fosse invidiabile, soprattutto rispetto a quella dei suoi vicini. Si sentiva superiore, perché lei era una brava persona, che non faceva del male a nessuno.

I suoi vicini, invece, sembravano usciti da una storia di follia. Sul suo stesso pianerottolo abitava una signora sulla sessantina che, con gran scandalo, si era tinta i capelli di blu! E portava vestiti attillati e jeans strappati, suscitando le risate di tutti. “Una vecchia pazza,” pensava Donatella, compiaciuta della sua rispettabilità.

Poi c’era la terza vicina, una ragazza di appena ventun anni con una bambina di cinque. “Chissà quant’era giovane quando l’ha avuta,” sussurrava Donatella fra sé e sé. Senza genitori, la ragazza viveva sola con la figlia e, incredibilmente, era amica della “vecchia dai capelli blu”, che spesso badava alla piccola mentre lei lavorava.

E infine c’era lui: un uomo sulla trentina con tatuaggi ovunque. “Che vergogna,” commentava Donatella al telefono con la sua unica amica. “Se deve rovinarsi la pelle per farsi notare, vuol dire che ha poco da offrire con la mente.”

Un giorno, tornando dal lavoro con un terribile mal di testa, Donatella si sentì improvvisamente male. Appoggiata alla panchina davanti al palazzo, sentì una mano leggera sulla sua. Era la “vecchia pazza”, che con dolcezza le chiese: “Sta bene? Ha bisogno di aiuto?”

Con voce debole, Donatella ammise di non sentirsi bene. La vicina la accompagnò da un certo Marco, il loro vicino di piano. Con stupore, Donatella scoprì che Marco, l’uomo coperto di tatuaggi, era un cardiologo. Le misurò la pressione, le diede una medicina e, con un sorriso, le disse: “Dovrebbe farsi controllare, signorina.”

Quel “signorina” la fece sorridere, mentre si rendeva conto di aver giudicato male quell’uomo. E anche la “vecchia dai capelli blu” si era rivelata gentile.

Poco dopo, la vicina bussò alla sua porta, tenendo per mano la bambina della ragazza. “Volevo assicurarmi che stesse bene,” disse. “Scusi se ho portato Lucia, ma sua sorella Anna è al lavoro… Sapevo che aveva bisogno di compagnia.”

Donatella la invitò a entrare per un tè. Mentre chiacchieravano, scoprì che Anna non era la madre di Lucia, ma sua sorella maggiore. I loro genitori erano morti in un incidente d’auto, e Anna aveva lasciato l’università per occuparsi della bambina. Marco, il medico, la aiutava quando poteva.

Quando restò sola, Donatella fissò il vuoto, ripensando a tutti i suoi pregiudizi. Forse avrebbe potuto offrirsi di badare a Lucia qualche volta. E poi… quei capelli rossi che aveva sempre desiderato ma che credeva “inappropriati” per la sua età. Chissà, forse la vicina poteva consigliarle una tinta. E Marco… doveva assolutamente invitarlo a cena per ringraziarlo.

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