**Diario di un Uomo**
“*I tempi sono sempre gli stessi, ma le persone cambiano.*”
— *Anna, non hai nemmeno un briciolo di coscienza?!* — chiese Olga alla sorella minore con voce tremante.
— *Olga, tu non sei certo la persona giusta per parlare di coscienza! Io e la mamma abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a te e a Marco occuparvi di lei. Provate a vivere con un anziano in casa, così capirete com’è. Io ne ho abbastanza!* — urlò Anna prima di riattaccare di colpo.
Olga rimase in silenzio per qualche istante, poi sussurrò:
— *Che sfacciata… Proprio una sfacciata.*
…Olga e Anna erano sorelle. I loro genitori, Leonardo e Maria, si erano sposati da studenti. Un anno dopo il matrimonio, era nata Olga, e la giovane famiglia viveva con il minimo indispensabile.
Qualche anno più tardi, Leonardo ottenne un appartamento di due stanze dalla ditta dove lavorava. La vita diventò più facile, e Maria, oltre a insegnare al conservatorio, dava lezioni private, guadagnando bene. Quando Olga compì dieci anni, nacque Anna.
I genitori adoravano la piccola. Ogni suo capriccio era esaudito, e Anna imparò presto a *”tirare la coperta dalla sua parte”*.
— *Olga, sei più grande! Lascia quel quaderno alla sorellina!* — rimproverava Maria.
— *Mamma, l’ho comprato io! Lei è troppo piccola!*
— *Lo voglio!* — piagnucolava Anna, e in un attimo il quaderno era suo.
Anna non voleva studiare né lavorare con la logopedista. Voleva solo fare come le pareva, e se qualcuno osava contraddirla, scoppiavano litigi furiosi.
Quando Olga compì sedici anni e Anna sei, una terribile tragedia colpì la famiglia: Leonardo morì per un infarto sul lavoro. Aveva solo quarant’anni. Tutti lo rimpiangevano, ma il destino aveva deciso altrimenti.
Maria cadde in una profonda tristezza e smise di badare a chiunque, persino a Olga. Tutto il suo amore andò ad Anna, che somigliava tantissimo al padre.
— *Mamma, i miei jeans sono tutto bucati, e tu compri sempre vestiti nuovi ad Anna!*
— *Olga, sei grande ormai! Fra poco finirai il liceo, andrai all’università, lavorerai e potrai comprarti tutto. Anna è così sfortunata… così piccola e già senza padre!* — si asciugava una lacrima.
Olga si diplomò e partì per un’altra città.
— *Pensavo che mi sarebbe mancata, invece… così potrò fare la stanza di Anna come quella di una principessa!* — annunciò Maria entusiasta.
— *Vuoi dire che butti il mio divano appena parto? E io dove dormirò quando torno?*
— *Certo che lo butto! Quelle robacce… Puoi dormire in cucina o con me! Anna deve avere la sua stanza, ha tutta la scuola davanti.*
A settembre Olga partì, e Maria iniziò i lavori.
— *Avrei dovuto mandarti via prima, così finivamo prima la stanza di Anna!* — le diceva al telefono.
— *Ma perché questo rifacimento? La stanza andava bene! Ah, mi servono soldi per la festa del matricola.*
— *Se hai bisogno di soldi, trovati un lavoro! Io ho preso un mutuo per la ristrutturazione! Anna poi è cresciuta, serve vestiti nuovi… e poi il cinema, il gelato…*
— *Compri tutto a lei. Perché io no?*
— *Sei grande! Io alla tua età lavoravo! Anna è ancora una bambina, ha perso il padre…*
— *Anch’io l’ho perso!*
— *Ma tu sei adulta! Sii autonoma!*
Olga tornava di rado. Trovò un lavoro nei weekend, poi conobbe Marco. Andarono a vivere insieme, si sposarono e presero un mutuo.
— *Ti aiuterei, ma sai com’è…* — si lamentava Maria.
— *Com’è cosa?*
— *Anna studia, i ripetitori costano una fortuna!*
— *Io ho studiato senza ripetitori!*
— *I tempi sono cambiati! Poi vuole fare l’interprete, sarà un’università privata… Tu e Marco siete grandi, arrangiatevi!*
Olga non replicò: sapeva che ormai era Anna a comandare.
Poco dopo, Olga e Marco ebbero un figlio, Matteo.
— *Mamma, puoi venire ad aiutarmi con Matteo?*
— *E Anna? Sta preparando la maturità! Devo aiutarla, cucinarle bene…*
— *Anch’io ho fatto gli esami, e per di più senza papà!*
— *Ma io voglio che Anna abbia tutto meglio degli altri!*
Anna si laureò, mentre Maria risparmiava su tutto. A Matteo regalava i giocattoli più economici, dicendo:
— *L’importante è il futuro di Anna. I giocattoli sono solo plastica.*
Anna si sposò e rimase con Maria. Due anni dopo nacque Luca, il nipote prediletto. Era identico alla madre: capriccioso ed esigente.
Un giorno, Olga chiese:
— *Mamma, hai lasciato il lavoro?*
— *Sì. Devo accompagnare Luca a scuola, e poi al liceo.*
— *Ma è a venticinque minuti di autobus! Parla con Anna!*
— *No! Luca è un genio! Non può andare nella scuola del quartiere!*
Passarono gli anni. Luca crebbe, Anna e il marito comprarono casa e lasciarono Maria. La donna ebbe un infarto.
— *Anna, devi prenderti cura di mamma!*
— *Ma sei pazza?! Ho appena rifatto tutto! E poi, prenditela tu! È il vostro turno!*
— *Seriamente? Vi ha aiutato per anni!*
— *Non voglio sentire! Se non la vuoi, ha il suo appartamento!* — e riattaccò.
Maria tornò a casa da sola.
— *Olga, Anna non risponde… Tutto bene?*
— *Sì, mamma. Sono partiti per la Grecia.*
Olga e Marco la presero con sé. Finalmente, Maria capì tutto.
— *Olga, ho sbagliato. Ti ho trascurata per tutta la vita… Non me lo perdonerò mai.*
— *Basta, mamma. Ora è passato! Prendi qualche allievo, sei una brava insegnante.*
— *Non vi disturberò?*
— *Siamo felici di averti qui.*
Poco dopo, Anna chiamò.
— *Allora, mamma sta con voi per sempre?*
— *Sì, si sta riprendendo, ha ripreso a insegnare…*
— *Bene. Allora affitto il suo appartamento. Servono soldi per i ripetitori di Luca.*
— *Anna…* — ma la linea era già morta.
**Lezione:** *Il tempo è uguale per tutti, ma alcuni imparano troppo tardi.*