Era come un sogno strano e distorto, in cui tutto sembrava reale e irreale allo stesso tempo.
Valentina fissava lo schermo della televisione, mentre suo marito Matteo era immerso nel computer, quando squillò il telefono.
“Mamma, che c’è?” chiese Valentina, abbassando il volume della TV con un sospetto crescente.
“Nulla, cara. Volevo solo sentirti.”
Ma Valentina sapeva che sua madre non chiamava mai senza motivo.
“Dai, mamma, dimmelo. È di nuovo Beatrice che combina guai?”
La madre sospirò.
“Non fa che tormentarmi, dice che viene da te. Vuole iscriversi all’università. Ma studia male, pensa solo a divertirsi. Quale università? Qui abbiamo un buon istituto tecnico e la scuola per infermieri. Ma non vuole neanche sentirne parlare,” disse, sospirando di nuovo.
“Ma io e Matteo viviamo in un monolocale. Non credo sia comodo per lei stare con noi,” rispose Valentina.
“Lo capisco. Ma ho paura che scapperà lo stesso. Ho chiamato per avvisarti. Forse puoi convincerla tu? A me non dà retta. È diventata impossibile.”
“Mamma, neanche a me ascolterà. Se si mette in testa qualcosa, non c’è verso di farla cambiare idea. Proverò a parlare con zio Luciano. Magari la accoglie lui.”
“Prova, Valentina. Però ha famiglia. Non è il massimo.”
“Perché no? Dopotutto, è sua figlia. Va bene, mamma, gli parlo e ti richiamo.” Valentina riagganciò.
“Era tua madre?” Matteo si staccò dallo schermo e la guardò.
“Sì. Beatrice vuole venire da noi, dice che si iscriverà all’università.”
“E allora? Se passa il test, le danno una stanza nel campus,” replicò Matteo, tornando al monitor.
“Non passerà nessun test, e anche qui ci sono scuole migliori per lei. Vuole solo maritarsi, ecco il punto. Parlerò con suo padre, forse accetta di tenerla con sé. Dovrebbe. È sua figlia.” Valentina si perse nei pensieri.
*No, devo convincere zio Luciano. Matteo è un bell’uomo. Se non lo fosse, non l’avrei sposato. E con Beatrice non si sa mai. Ai nostri matrimoni non lo perdeva d’occhio.*
Le due sorelle avevano padri diversi. Quello di Valentina era annegato quando lei aveva sei anni. Era uscito con gli amici a pescare, aveva bevuto, poi si era messo a lanciare l’amo. L’esca si incagliò in un ramo sul fondo del fiume. Il padre entrò in acqua per liberarla e non riemerse più. Gli altri erano ubriachi, non riuscirono a salvarlo in tempo.
La madre, giovane e bella, rimase sola con Valentina. Non si lasciò avvicinare da nessuno. Quando Valentina era in quinta elementare, un nuovo insegnante di matematica arrivò a scuola. Si diceva che si fosse trasferito dalla grande città per una storia d’amore finita male.
Divenne il loro professore. Al primo incontro con i genitori, vide la madre di Valentina e se ne innamorò all’istante. CominciòPassarono così giorni sospesi in un limbo di silenzi e sguardi sfuggenti, finché una sera, mentre la pioggia batteva contro i vetri, Valentina si voltò verso Matteo e sussurrò: “Dimmi solo la verità, e forse un giorno riuscirò a perdonarti,” ma lui, con gli occhi pieni di una stanchezza antica, rispose: “Ti ho già detto tutto, e se non mi credi ora, allora davvero non so più come esistere in questa casa.”