Amore Infinito

L’amore

Edoardo rimase a lungo a fissare il telefono. Aveva già rimandato abbastanza. Alla fine, facendo un respiro profondo, premette il tasto per chiamare. Un segnale, due… “No, non ce la faccio”, maledicendosi per la propria codardia, stava per riagganciare quando all’improvviso sentì la voce di Daniele:

“Ciao, mattacchione! Dove sei sparito?”

“Ciao. Eh, preso da mille impegni…”

“Tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?” reagì subito l’amico.

“No, tutto a posto. E voi come state?”

“Anche noi bene. Solo che Federica ci sta dando qualche pensiero. Si è innamorata, te lo immagini? Un giorno piange, il giorno dopo balla. A volte non esce di casa, altre volta torna a notte fonda. E, soprattutto, sta zitta come un pesce. E tu, ancora non ti sei sposato?”

Edoardo deglutì, come prima di un tuffo da un trampolino alto dieci metri. Eccola, la domanda scivolosa.

“No, ma ci sto pensando”, disse con una voce improvvisamente spenta.

“Finalmente è arrivata colei che ha conquistato il cuore dello scapolo d’oro? Era ora, amico, era ora. Non dimenticarti di invitarci al matrimonio. Mi offendo se ci freghi.”

“Certo. Senza di voi non si fa.”

“Non hai intenzione di venire a trovarci?”

Edoardo aspettava questa domanda. Ecco, non c’era più via d’uscita.

“Sì, ehm… in realtà ci sono già, sono arrivato.”

“Come? E allora perché non dici niente, birbante? Sei in albergo? Michela si offenderà. Quando ci vieni?”

“Ehi, rallenta. Non riesco a rispondere a tutte le tue domande”, rise Edoardo. “Passerò un giorno di questi.”

Era arrivato tempo fa, sei mesi prima. Ma l’amico non aveva bisogno di saperlo. Aveva comprato un appartamento, lo aveva arredato, sistemato il lavoro, e poi suo padre era stato male. E soprattutto, non si era fatto vivo prima per via di Federica.

“Niente ‘un giorno di questi’. Mi senti? Ti conosco io. Vieni subito da noi”, insistette Daniele.

“Oggi è troppo tardi. Domani”, promise Edoardo.

“Guarda che domani ti aspettiamo. Vado a dare la bella notizia a Michela.”

Ecco, il primo passo era fatto. Eh, se l’amico avesse saputo che sorpresina aveva preparato per lui e Michela, non sarebbe stato così felice. Federica poteva essere fiera di loro. Invece lui si comportava come un ragazzino impaurito dall’idea di presentarsi ai genitori della ragazza. “E Federica è una brava ragazza, non ha detto nulla. Incredibile, l’ho tenuta in braccio appena nata, e ora voglio sposarla.”

Ma andiamo con ordine…

***

Erano amici dal primo anno di università: Daniele, Edoardo e Michela. Entrambi si erano innamorati di quella ragazza bella e intelligente. Piaceva a molti, ma nessuno resisteva alla competizione con Daniele ed Edoardo. Litigarono pure per lei, nessuno voleva cedere. Se Michela aveva intuito le passioni che ribollivano nei cuori degli amici, fece finta di nulla, trattandoli entrambi con equità, senza preferenze, e, bisogna dargliene atto, senza approfittare del suo ascendente.

I ragazzi impazzivano, rischiarono persino di venire alle mani. Poi si misero d’accordo: se la ragazza avesse scelto uno di loro o un altro ancora, non avrebbero interferito. Ma ognuno faceva di tutto per attirare l’attenzione di Michela. Lei, però, non dava preferenze. Non restava che aspettare.

Alla fine del terzo anno, Michela improvvisamente iniziò a mostrare interesse per Edoardo. Lui si gonfiava d’orgoglio. Daniele invece impazziva per la delusione e l’amore, ma un accordo è un accordo. Si autoesiliò al punto da smettere di andare all’università, pur di non vederli insieme.

Edoardo comprò una bottiglia di grappa e andò dall’amico. Passarono la serata a bere e parlare. Alla fine, Edoardo capì di non amare Michela con la stessa intensità di Daniele. Lui davvero non poteva vivere senza di lei.

Risolse la questione in modo semplice: finse di essersi invaghito di un’altra ragazza. Michela, ovviamente, si ingelosì, gli fece una scenata, pianse, lo accusò di tradimento e slealtà. Come Edoardo aveva previsto, trovò conforto accanto a Daniele.

E lui l’amava con tale devozione che presto Michela ricambiò con sentimenti sinceri. Edoardo, certo, fu geloso, l’amore non svanì in un attimo, ma capì che con Daniele Michela sarebbe stata più felice. Non si pentì mai della sua scelta. Né Daniele né Michela sospettarono mai il ruolo che aveva avuto nella loro felicità coniugale.

Si sposarono subito dopo la laurea. Edoardo fu testimone alle nozze. Dopo nove mesi, Michela diede alla luce una bambina. Gli amici andarono insieme in ospedale per accoglierla con la piccola. Entrambi felici, con i fiori in mano. L’ostetrica esitò persino a chi consegnare il fagottino avvolto nel nastro rosa.

Daniele fece un passo avanti, prese in braccio la figlia, ma poi la passò a Edoardo.

“Senti, prendila tu, ho paura di non trattenerla, sono troppo emozionato”, sussurrò all’amico.

Edoardo la prese, sbirciò nel sacchetto e tra i merletti vide un piccolo miracolo: labbra rosa a forma di cuoricino, un nasino a bottone e guance di velluto. Il cuore gli si riempì di una tale tenerezza che gli vennero le lacrime agli occhi. “Avrebbe potuto essere mia figlia”, pensò.

Pochi giorni dopo, Edoardo partì improvvisamente. Prima per Pisa, poi per il Nord. Quando tornava in vacanza, passava a trovare gli amici. Federica cresceva identica alla madre. Da ragazzina magrolina con le trecce sottili diventò una giovane donna slanciata e bellissima. Invidiava in modo sano la felicità dei suoi amici. Lui, invece, non riuscì mai a incontrare quella donna unica che gli avrebbe conquistato il cuore. Ci furono donne, ma mai abbastanza da arrivare al matrimonio.

***

Con Federica aveva sempre avuto un rapporto speciale. Forse per quel momento in ospedale, quando il cuore si era riempito d’amore vedendo quel piccolo miracolo. Tornato in vacanza questa volta, rimase stupito da quanto fosse matura, quanto assomigliasse a Michela, di cui era stato innamorato un tempo. Non gli correva incontro felice, non lo baciava sulla guancia come faceva prima quando lui arrivava a casa loro. Il suo imbarazzo in sua presenza, Edoardo lo attribuì alla crescita.

La vacanza, come sempre, finì troppo presto. I genitori invecchiavano, si ammalavano, e Edoardo iniziò seriamente a pensare di tornare in città per star loro vicino. Si salutarono a casa, perché lui doveva prendere il treno più presto per Roma, e da lì volare per Bolzano.

Il treno era quasi vuoto a quell’ora. Edoardo si sistemò comodo vicino al finestrino e chiuse gli occhi, sperando di dormire un po’. Poco dopo il treno partì. Sentì qualcuno sedersi di fronte. Avvertendo uno sguardo fisso, aprì gli occhi. La sua sorpresa fu enorme nel vedere Federica davanti a sé. Il sonno svanì all’istante.

“Che ci fai qui?”, chiese stupito.

“Ti sto accompagnando. So che non mi prendi sul serio”Ti amo, Edoardo, e anche se tu pensi che sia solo un capriccio da ragazzina, io so che passerò tutta la vita a dimostrartelo,” sussurrò Federica, stringendogli la mano mentre il treno accelerava verso il futuro che finalmente, dopo tante esitazioni, avrebbero costruito insieme.

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