Il Dono

**Il Regalo**

Serena percorse l’appartamento con lo sguardo, controllando che tutto fosse spento e in ordine. Amava rientrare in una casa pulita. Ma perché mai stava lasciando il suo piccolo paradiso? E poi, per cosa? Viveva già come in un sanatorio, facendo ciò che voleva. Eppure, se non fosse partita, sua figlia si sarebbe offesa. Quel viaggio al mare era il suo regalo di compleanno per Serena.

Sospirò, trascinò la valigia fuori dalla porta e chiuse con due giri di chiave. Scosse la maniglia per assicurarsi che fosse ben serrata, poi bussò alla porta accanto.

“Già te ne vai?” chiese la vicina, Sonia.

“Sì, ti porto le chiavi.” Serena gliele porse con riluttanza.

“Non preoccuparti, annaffierò le piante e terrò d’occhio tutto. Goditi il riposo e non pensare a niente,” la rassicurò Sonia. “Che fortuna hai con tua figlia, ti ha comprato un soggiorno al mare! Il mio Matteo, invece, pensa solo alla bottiglia. Aveva una famiglia, un appartamento… ha sprecato tutto.”

Serena provò pena per la vicina, ma solo allora realizzò quanto fosse rischioso lasciarle le chiavi di casa. E se suo figlio vi entrasse? Non aveva oggetti di valore, ma ogni cosa aveva un prezzo, e l’idea di qualcuno che rovistasse tra le sue cose la turbava. Rimpiangeva di non aver chiesto a qualcun altro di badare all’appartamento, ma ormai era tardi per tornare indietro. E non voleva offendere Sonia, che tante volte l’aveva aiutata.

La vicina notò l’esitazione sul suo volto.

“Non temere, nasconderò le chiavi. Matteo non le vedrà. Va’, andrà tutto bene,” promise.

Serena annuì e si diresse verso le scale con la valigia.

“Buon viaggio!” le gridò Sonia prima di chiudere la porta.

Fino alla stazione andò a piedi: perché prendere un taxi per due fermate? E salire sull’autobus con la valigia avrebbe solo dato fastidio agli altri. Attraversò il sottopassaggio e raggiunse i binari, dove un treno era già fermo. Camminò lungo la carrozza, cercando la numero nove. La trovò e si fermò: meglio aspettare lì, per non affannarsi all’ultimo.

“E se la numerazione partisse dall’altro lato?” si preoccupò improvvisamente. “Non importa, il capotreno lo annuncerà, avrò tempo,” si tranquillizzò.

Una settimana prima, sua figlia era apparsa all’improvviso, dicendole di averle regalato in anticipo il compleanno, per darle il tempo di prepararsi.

“Sei incinta?” le aveva chiesto Serena.

Un secondo figlio sarebbe stato benvenuto, ma il primo aveva appena un anno. Troppo presto.

“No, non sono incinta. Ti ho comprato un soggiorno al sud. Il treno parte l’undici, cuccetta inclusa. Ecco.” Le aveva teso una busta. “Avrai una settimana per prepararti.”

“Cosa? Da sola? Senza di voi? Ma è il mio compleanno! E gli ospiti, la tavola? No, non parto. Rimedia il biglietto,” aveva protestato Serena.

“Mamma, ho scelto questa data proprio per evitare che passassi il giorno ai fornelli. Volevo regalarti il mare. Quand’è stata l’ultima volta che sei andata al sud? Non lo ricordi nemmeno. È un regalo nostro, mio e di Luca. Fai come vuoi,” aveva risposto la figlia, offesa. “Se non vuoi andare, resta, ma io non lo annullerò. Se rimanessi incinta, dovresti aspettare anni. Ho scelto un buon posto, proprio sul mare.”

Alla fine, Serena aveva brontolato per la decisione presa senza consultarla, ma si era messa a preparare i bagagli.

Ed eccola ora, in stazione. Quei viaggi, specialmente da sola, le causavano più ansia che gioia. Troppe preoccupazioni: il timore di perdere il treno, i compagni di cabina, l’organizzazione… E alla sua età, lo stress era pericoloso.

Quando il capotreno annunciò l’arrivo del treno, confermando che la numerazione partiva dalla coda, Serena si calmò. Aveva calcolato bene. Poco dopo, il fischio del treno risuonò. Serena si preparò, strinse la valigia e tenne i documenti in mano. Altri viaggiatori attendevano con i bagagli.

Il treno sfrecciò davanti a lei, mostrando infine la coda. Serena ebbe l’impulso di correre, convinta che sarebbe partito senza di lei. Ma finalmente si fermò con uno scossone. La conduttrice della carrozza nove aprì la porta proprio di fronte a lei, pulì i corrimano e si preparò a controllare i biglietti.

Serena fu la prima a mostrare i documenti, salire a bordo, raggiungere la sua cabina e sedersi sul letto, esalando. Mezzo lavoro fatto: era sul treno.

Con uno strappo, il convoglio riprese a muoversi, accelerando. La porta scivolò rumorosamente, e tre ragazze entrarono, riempiendo lo spazio di voci e movimento. Serena uscì nel corridoio, lasciando che si sistemassero.

Il treno guadagnò velocità. Fuori, foreste e campi sfrecciavano, interrotti solo dallo scintillio dei fiumi. Le notti di luglio erano brevi, e quando il buio finalmente calava, l’alba era già vicina. Le ragazze, ridendo, la superarono dirette alla carrozza accanto. Serena rientrò, si cambiò e si sdraiò. Il ritmo delle ruote la cullò nel sonno.

Si svegliò alla fermata successiva, con la voce dell’altoparlante che annunciava la stazione. Il cielo cominciava a schiarire. L’orologio segnava le due e mezzo. Una ciocca di capelli biondi pendeva dal letto superiore. Le ragazze erano rientrate senza che se ne accorgesse. Le lodò mentalmente per la discrezione e si riaddormentò.

Al risveglio successivo, la cabina era invasa dal sole, opprimente. Le ragazze dormivano. Serena uscì in silenzio, chiudendo la porta. Sul bagno, la scritta “occupato” la costrinse ad attendere.

“Andate al mare?” chiese un uomo con un asciugamano sulla spalla.

“Qui tutti vanno al mare,” rispose Serena, cercando di evitare la conversazione.

L’uomo, però, insistette, chiedendo altro. Lei distolse lo sguardo, ma lui non colse il messaggio. Solo quando il bagno si liberò, poté sottrarsi.

Le ragazze dormivano ancora. Assetata, Serena cercò la conduttrice, che però non rispose: anche lei profondamente addormentata.

“Non c’è acqua. Ho già controllato. Potete andare al ristorante, a due carrozze di distanz”E infine, mentre il sole tramontava dipingendo il mare di rosso, Serena si rese conto che forse la vita, anche ora, aveva ancora in serbo per lei un regalo inaspettato.”

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

sixteen − 9 =

Il Dono