Una Nuova Possibilità.

**Una Seconda Opportunità**

Seduto nel suo elegante ufficio, Vincenzo si appoggiò alla poltrona di pelle, sorridendo mentre ripensava al percorso che lo aveva portato lì. Il suo ristorante, ora considerato il migliore della città, era motivo d’orgoglio e invidia. Merito della cucina raffinata, dello staff affiatato e di quell’atmosfera che sapeva di casa.

Perso nei ricordi, Vincenzo rivisse la strada verso il successo. Tutto era cominciato negli anni ‘90, quando la vita chiedeva coraggio e decisioni fulminee. Fu allora che suo nonno, Leonardo Mancini, vendette la casa al mare di famiglia e gli consegnò i soldi, certo del suo talento come imprenditore.

Con quel sostegno, Vincenzo aprì la sua prima attività: un banchetto di panini al mercato. Poi arrivò un piccolo locale vicino alla stazione, e con sudore e sacrifici, costruì l’impero gastronomico che ora dirigeva. Suo nonno, che l’aveva cresciuto con la nonna Anna dopo la tragica scomparsa del padre, era sempre stato la sua roccia.

Ma c’era una ferita mai rimarginata: l’assenza di sua madre. Enzo —come lo chiamavano da piccolo— quasi non la ricordava, sparita poco dopo la morte del marito. I nonni dicevano che se n’era andata, ma nel cuore lui non smise mai di aspettarla. Finché un giorno, durante un litigio, la nonna gli urlò in un impeto di rabbia che sua madre era morta. Il nonno cercò di calmarla, ma quelle parole rimasero scolpite nell’anima di Enzo.

Gli anni passarono. Vincenzo sposò Lucia, ebbe due figli e costruì una famiglia felice. Ma certe ferite, si sa, tornano quando meno te l’aspetti…

Una mattina, mentre ispezionava il ristorante, Vincenzo trovò la nuova addetta alle pulizie, Giusy, che condivideva il pranzo con un’anziana senzatetto nel retro. Furibondo, la rimproverò aspramente. Un locale di quel livello non poteva permettersi certi incontri. Ignorando le suppliche della donna, strappò il pane a Giusy e lo gettò ai suoi piedi, urlandole di sparire per sempre.

La donna si chinò, raccolse il pane e disse con voce calma:

— Con un pezzo di pane, si supera ogni tormento.

Quelle parole colpirono Vincenzo come un fulmine. Era la stessa frase che sua madre gli ripeteva da piccolo. Con il cuore in gola, la fermò:

— Come conosce questo detto?

— È solo un vecchio proverbio —rispose lei, diffidente.

— Come si chiama?

— Maria Rossetti.

In quel momento, il cuore di Vincenzo prese a battere all’impazzata. Il nome, la frase… tutto coincideva. Poteva essere possibile?

Commosso, la invitò a pranzo. Mentre mangiavano, le chiese:

— Ha avuto figli?

Lei sospirò:

— Ne ebbi uno… il mio piccolo Enzino. Me lo portarono via… Finii in carcere ingiustamente, e quando uscii, lui era sparito. Lo cercai, ma invano…

Ogni parola trafiggeva Vincenzo. I dettagli corrispondevano alla perfezione. Fece altre domande, e le risposte confermarono ciò che ormai sentiva.

— In che città viveva? Come si chiamavano i suoceri?

Lei rispose… e Vincenzo tremò.

Era la sua storia. Era il suo passato.

— Mamma? —mormorò con la voce rotta.

La donna lo fissò a lungo.

— Enzino?

E scoppiò in lacrime.

Vincenzo abbracciò sua madre perduta e giurò che non avrebbe più sofferto.

Le diede una casa, cure e tutto l’amore che le era mancato per anni.

E la vita, magnanima, gli regalò una seconda opportunità.

Perché, alla fine, l’amore vero vince sempre.

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