Il Giullare

— Marta, arrivi? Fra poco arrivano Carlotta e Federico — disse impaziente Lorenzo, sbirciando in camera da letto.

— Un attimo solo — rispose Marta senza voltarsi, concentrata davanti al vetro dell’armadio.

Passò il rossetto sulle labbra, scrollò lievemente i capelli per scompigliarli apposta, aggiustò il colletto del vestito e solo allora si girò verso il marito.

— Ecco, pronta — sorrise.

— Mamma mia, che bella che sei — mormorò Lorenzo, avvicinandosi e stringendola a sé.

— Attento al rossetto — Marta si allontanò un po’, guardandolo con tenerezza e un pizzico di malizia.

— Martina… — cominciò lui con voce improvvisamente roca, ma in quel momento suonò il campanello. — Ecco. — Deluso, allentò l’abbraccio, sospirò e andò ad aprire.

Marta diede un’ultima occhiata allo specchio, sistemò il vestito e lo seguì.

Nell’ingresso già risuonava la voce chiassosa di Federico, che reggeva un enorme mazzo di rose. Accanto a lui, la moglie Carlotta stringeva un pacchetto regalo.

— Dov’è la festeggiata? Perché non ci accoglie? — scherzò lui, agitando la carta del bouquet. Vedendo Marta, fece un passo avanti. — Finalmente! Sei sempre splendida, Martina. Guarda, Lorenzo, te la rubo. — Le stampò un sonoro bacio sulla guancia e solo dopo le consegnò i fiori. — Ti auguro…

— Su, levati il cappotto, i brindisi si fanno a tavola — intervenne Lorenzo.

— Prendi le pantofole, io metto le rose in acqua — disse Marta, dirigendosi in cucina.

L’appartamento si riempì subito di voci e movimento. Federico strofinava le mani davanti alla tavola imbandita in salotto.

— Martina, sei una maga. Che banchetto! Sto per soffocare dalla fame — esagerò, ridendo.

— Resisti ancora un po’ — rispose lei, rientrando con il vaso di rose. Lo posò sul tavolino accanto alla finestra.

— Buffone — mormorò Carlotta, alzando gli occhi scuri e luminosi.

Marta le posò una mano sulla spalla in segno di conforto. In quel momento, il campanello suonò di nuovo e andò ad aprire.

— Questa è Lara, e lei è mia sorella Marta — presentò Marco, facendo un cenno verso il mazzo di fiori che porgeva.

— Piacere — sorrise Marta. Lara annuì appena. — Scusa, non ho più pantofole.

— Tranquilla, darò le mie a Lara — disse Marco.

Marta lo guardò perplessa. Il suo sguardo pareva chiedere: *Cosa ci trovi in questa ragazza?*

— Invita tutti a tavola, sorellina — rispose lui, ignorando la domanda muta.

Si sedettero.

— Mio fratello lo conoscete tutti, questa è Lara, la sua nuova fidanzata — presentò Marta. Poi, sussurrò a Lorenzo: — Finisci tu — e tornò in cucina con i fiori.

Non avendo un altro vaso, sistemò il mazzo in un barattolo da un litro, lasciandolo sul tavolo.

Quando tornò, i commensali erano già seduti. Lorenzo le indicò la sedia a capotavola. Marta vi si accomodò e notò con sorpresa che Federico e Carlotta si erano messi l’uno di fronte all’altra, come estranei.

Lorenzo versò il cognac aiLorenzo versò il cognac agli uomini e il vino alle donne, mentre Lara rimaneva rigida e distante, senza nemmeno accorgersi che Marco le aveva servito l’insalata nel piatto.

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