Il Ritorno del Fenice

**Fenice**

Matteo, 3 maggio 2023

Sofia entrò in ufficio con un leggero cenno alla guardia di sicurezza e oltrepassò l’ascensore, dirigendosi verso le scale. Saliva sempre a piedi fino al quinto piano. Tre volte alla settimana andava in palestra, ma spesso il tempo non bastava. Persino nel suo appartamento al quindicesimo piano, quando ne aveva la forza, preferiva le scale.

I suoi tacchi, che battevano ritmici sul marmo dell’atrio, si persero presto nel vuoto della tromba delle scale, come se si fosse librata in volo. La chiamavano strega, arpia, regina, quando non poteva sentirli. A trentasei anni ne dimostrava dieci di meno. Solo gli occhi tradiscono un’età diversa: intelligenti, scrutatori, occhi di una donna che ha vissuto. Vestiva sempre con eleganza sobria, il trucco sapiente esaltava la sua bellezza naturale.

“Chi è?” chiese un giovane alla guardia. L’uomo lo squadrò con sospetto.

“La direttrice della società di revisione Fenice,” rispose con rispetto il vigilante, un uomo sulla quarantina, un po’ in carne.

La donna era già lontana, ma nell’atrio rimaneva il suo profumo.

“È sposata?” insistette il giovane, sfiorando con lo sguardo la mappa del centro direzionale alla ricerca dell’ufficio della Fenice.

“Le serve qualcosa, signore?” La guardia lo fissò con diffidenza.

“Ho un colloquio alla Norton.”

“Cognome?” L’uomo già componeva un numero sul telefono interno.

“Rossi,” rispose.

“Avanti. Settimo piano, ufficio settecentodiciassette.”

Luca si avviò verso gli ascensori, sentendo lo sguardo della guardia sulla schiena. Aveva notato che la Fenice era al quinto piano. Sceso al settimo, tornò indietro a piedi. Vide subito, sopra le porte in vetro, l’insegna rossa: “Società di Revisione Fenice”. Entrò. Una ragazza giovane e sorridente lo bloccò alla reception.

“Buongiorno. Come posso aiutarla?”

“Buongiorno. La direttrice è in sede?” fece Luca, con l’aria di chi frequenta quel luogo da anni.

“Sì. Ha un appuntamento? A che ora?”

“Sì. No, cioè… Vorrei parlarle.”

“Mi dispiace, non riceve senza appuntamento. Vuole fissare per un altro giorno?” La ragazza prese una penna, senza smettere di sorridere.

In quel momento, risuonarono dei tacchi. Luca vide una donna elegante avanzare nel corridoio verso di loro. Si irrigidì, come un predatore davanti alla preda.

“Signora Sofia, c’è un visitatore senza appuntamento,” avvertì la receptionist.

“Vede, sono venuto per un colloquio alla Norton. Ho pensato di tentare la fortuna anche qui,” ammise Luca, con l’aria imbarazzata di un ragazzino colto in fallo.

Sofia lo scrutò con uno sguardo rapido e penetrante.

“Ha una laurea in economia?” La sua voce era bassa, piacevole.

“No, in giurisprudenza.” Luca sorrise, sfoderando tutto il suo fascino.

“Bene, sono disposta ad ascoltarla. Mi segua.” Si voltò e ripercLuca la seguì, osservandole la figura snella nel completo grigio, le gambe lunghe esaltate dai tacchi alti, mentre respirava il profumo raffinato dei suoi vestiti e del suo corpo.

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