Ritorno al Futuro

**Il Ritorno**

“Beatrice! Dove sei? Beatrice!” – Caterina entrò di corsa in casa, scansionò la stanza vuota e uscì sulla veranda, i tacchi che battevano sul legno, la porta che sbatteva. “Dove diavolo è?” – Dall’impazienza e dalla frustrazione, Caterina sbatté un piede per terra.

Da dietro l’angolo della casa apparve una ragazza bassa, con una bacinella di plastica in mano.

“Finalmente! Ti ho chiamata dieci volte…” – Caterina scese dalla veranda e le corse incontro.

“Stendevo i panni nell’orto. Cosa c’è?” – Beatrice posò la bacinella sul gradino.

“C’è questa.” – Caterina brillò con i suoi occhi castani da sotto la frangia nera folta.

Voleva prendere in giro l’amica, tenere la notizia un po’ per sé, ma non resistette e la buttò fuori tutta d’un fiato:

“Marco è tornato.”

“Davvero?” – Negli occhi di Beatrice passarono diffidenza, gioia, confusione e di nuovo diffidenza.

“Non mento! L’ho visto io stessa. Sua madre non lo lascerà andare facilmente, anche lei si è preoccupata.”

“Andiamo.” – Beatrice rise e fu la prima a scattare dal cortile.

Il sole inondava il paesino di una luce dorata, il fiume serpeggiava tra le sponde erbose, e tutto il mondo sembrava meravigliosamente bello. Ma Beatrice non vedeva nulla intorno. Il cuore le martellava: “Marco! Marco!” nell’attesa di rivedere l’uomo che amava.

“Guarda, eccolo!” – Caterina le afferrò la mano.

Marco avanzava verso di loro in uniforme militare. Vide le due ragazze e iniziò a correre.

La felicità sommerse Beatrice, che si lanciò verso di lui e si lasciò avvolgere dalle sue braccia, tremante.

Caterina restò indietro, osservando la scena con invidia. Anche a lei piaceva Marco, ma lui non aveva occhi che per Beatrice. Aveva finito la scuola due anni prima degli altri, era rimasto in paese ad aiutare i genitori con la fattoria. Un anno dopo, lo chiamarono per il servizio militare.

“Che ci trova in lei? Io sono più carina. Perché tutto a lei?” – pensò Caterina, mordendosi nervosamente il labbro. Sentì le lacrime salirle agli occhi. Scappò a casa, si gettò sul letto e pianse fino a non avere più fiato.

“Cosa succede?” – sua madre entrò dalla cucina.

“Niente.” – Caterina rispose seccamente.

“Capisco… Gelo? Pensi che non ci siano altri ragazzi per te? Guarda Alessandro, non ti lascia mai stare. Guadagna bene, è un bel ragazzo, ha già la sua casa.”

“Mamma!” – Caterina scoppiò di nuovo in lacrime. “Me ne vado. Prendo il diploma e me ne vado. A Milano.”

“Che sciocchezze. Ti aspettano là, immagino. No, cara: *dove nasce il pino, là deve crescere*. Tu scappi, e loro rimangono…” – cominciò la madre con prudenza.

“No.” – Caterina sollevò la faccia dal cuscino. “Sono più bella, ho un fisico migliore. Beatrice ingrasserà se avrà figli. Devo fare qualcosa. L’importante è non lasciarli soli.” Le lacrime si erano asciugate.

“Ecco.” – approvò la madre, tornando in cucina.

Poco dopo arrivò Beatrice. Caterina vide la felicità nei suoi occhi e il cuore le si strinse di nuovo. Sforzò un sorriso.

“Perché vi siete lasciati così presto?” – chiese, non riuscendo a nascondere un tono velenoso.

“Stasera ci sarà tutta la famiglia a festeggiare. E poi Marco verrà al ballo. Oh, Caterina, sono così felice! Ma tu cos’hai?” – Beatrice sembrava confusa.

“Non voglio intralciarvi. E poi non ho nemmeno un vestito decente. Lo sai che mia madre non mi dà un centesimo per cose nuove.”

“Ti presto il mio, quello che ti piaceva tanto. Io sono ingrassata, mi sta stretto, ma a te andrà benissimo. Vieni a provarlo!” – propose Beatrice.

Caterina trattenne a stento un grido di gioia. Si girò davanti allo specchio nella camera di Beatrice, ammirandosi. Il vestito le calzava a pennello.

“Non ti dispiace?” – chiese incerta.

“Per niente.” – rispose Beatrice, abbracciandola. “Tienilo. Ora devo preparare la cena.”

“A stasera!” – Caterina le diede un bacio sulla guancia e corse a casa.

Quella sera, Beatrice passò a prendere Caterina e insieme andarono al circolo.

Dalle finestre dell’edificio di mattoni usciva musica e luce. Nel centro della sala alcune ragazze ballavano già. Due ragazzi giocavano a biliardo in un angolo. Beatrice cercò Marco con lo sguardo.

“Non c’è. Andiamo a ballare.” – Caterina si unì alle altre, ruotando con le braccia alzate, ma occhieggiando verso la porta in attesa di Marco.

Quando la musica si fermò, uscì a prendere aria, tamponandosi il viso accaldato. Le sere di giugno erano ancora fresche. Caterina rabbrividì. Più in là, c’era Alessandro che fumava.

Caterina scrutò nell’oscurità fino a vedere Marco. Lo riconobbe dall’uniforme. Senza pensarci, scese dalla veranda, si avvicinò ad Alessandro e gli gettò le braccia al collo. Il vestito chiaro risaltava nel buio.

“Che fai, Caterina?” – Alessandro era sorpreso.

Lei non rispose, ma all’improvviso lo baciò con forza. Alessandro non si fece pregare e la strinse. Quando Caterina si staccò e si guardò intorno, Marco se ne stava andando di fretta. Alessandro insoddisfatto la riattirò a sé.

“Vattene!” – lo rimproverò Caterina, scappando dentro.

Era andato tutto meglio del previsto. Il vestito aveva giocato un brutto scherzo a Marco. Di certo pensava che fosse Beatrice a baciare qualcun altro. Addio matrimonio!

“Hai visto Marco?” – chiese Beatrice quando Caterina rientrò.

“Sì. È rimasto sulla porta ed è andato via. Su, balliamo.”

“Se n’è andato?” – Beatrice corse verso l’uscita.

Caterina, come se nulla fosse, si unì alle danze.

Beatrice raggiunse Marco davanti a casa sua.

“Aspetta! Perché te ne sei andato?” – Lo afferrò per il braccio.

“Mi aspettavi, eh? E intanto sceglievi il vestito per qualcun altro. Mettilo pure con quello che baciavi!” – ringhiò Marco, liberandosi e varcando la porta.

Beatrice non capiva. Rimase immobile, le braccia cadenti. Poi tornò a casa. Il mattino dopo, andò da Marco.

“Buongiorno, zia Lucia.” – salutò sua madre.

La donna la guardò torva.

“Non so cosa hai combinato, ma Marco ieri era fuori di sé. Ha detto che non ci sarà più alcun matrimonio.”

Beatrice corse da Caterina. A chi altro confidarsi? Tra le lacrime, le raccontò tutto.

“Andiamo dalla zia Rosa. Sa leggere le persone. Forse Marco ha un’altra ragazza là dove era?”

“No.” – Beatrice scosse la testa. “Lui non potrebbe. Lo sento…” E scoppiò di nuovo in lacrime.

Le due arrivarono a una vecchia casa isolata. I gradini della veranda scricchiolarono. Beatrice si fermò.

“Non entro.”

“Perché?” – Caterina cercò di prenderle la mano, ma lei indE quando finalmente Marco e Beatrice si ritrovarono liberi di amarsi, capirono che nessun inganno poteva sopravvivere alla verità del cuore.

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