Perché non piaccio a tua madre? Non le ho fatto nulla di male!

“Non piaccio a tua madre. Perché? Non le ho fatto nulla di male,” chiese Tania.

“Orazio, dove corri così? Mangia con calma,” disse severamente Veronica Maria.

“Mamma, sono in ritardo.” Orazio addentò metà del panino in un solo morso, lo lavò giù con un sorso di caffè e corse fuori dalla cucina.

“Così ti becchi una gastrite…” borbottò Veronica Maria, zoppicando dietro di lui sulle sue corte gambette. “Ti affretti per quella Tania? E cosa ci trovi in lei? Lisa è bella, elegante, e si è innamorata di te. Sareste una coppia perfetta.”

Orazio rimase in silenzio, allacciando le scarpe da ginnastica mentre finiva il panino.

“Come un bambino.” La madre scosse la testa. “Tania aspetterebbe cinque minuti, non morirebbe.”

“Mamma, basta. È la mia vita. Decido io chi mi sta bene.”

“Decidi tu. Poi ti pentirai, ma sarà tardi. Una ragazza così bella non resterà sola…” L’ultima frase, Veronica Maria la pronunciò già con la porta chiusa alle spalle.

Strinse le labbra, infastidita, e tornò zoppicando in cucina. Finì l’altra metà del panino lasciato da Orazio, fissando il muro davanti a sé. Poi, con rabbia, iniziò a pulire il fornello a gas. Quando era contrariata, arrabbiata o agitata, si metteva sempre a strofinare pentole o a lavare i pavimenti.

Quando suonò il campanello, pensò che fosse Orazio che aveva dimenticato qualcosa. Veronica Maria si affrettò ad aprire. Ma invece di Orazio, sulla soglia vide Tania. La ragazza, esile, le sorrise con i suoi grandi occhi grigi, come quelli di un bambino che aspetta una promessa di felicità.

“Veronica Maria, buongiorno. Orazio è…”

“È uscito cinque minuti fa. Vi siete mancati?” chiese Veronica Maria, sorridendo a fatica. Non si capiva se fosse contenta di vederla o se provasse piacere a deluderla.

“Peccato. Gli dite che sono passata? Io e mia madre andiamo dalla nonna. L’hanno ricoverata.”

“Glielo dirò. Certo che glielo dico. Perché non lo chiami tu?”

“Ho provato. Il telefono è spento.”

Veronica Maria insisteva sempre che il telefono fosse spento o in silenzio a casa. Diceva che le chiamate continue le scatenavano l’emicrania.

Quando, venti minuti dopo, Orazio tornò a testa bassa, Veronica Maria domandò con tono beffardo:

“Tornato così presto, figliolo?”

“Lei non c’era. E neanche a casa. Mamma, Tania è passata?”

“Doveva venire?” fece finta di sorprendersi. “Chissà cos’è successo. La tua Tania non sparisce mica. Tornerà.”

Più tardi Orazio uscì per l’allenamento, mentre Veronica Maria andò a fare la spesa, dopo aver lucidato il fornello. Al supermercato incontrò Lisa, un’ex compagna di scuola di Orazio.

Veronica Maria credeva fermamente che per una donna la bellezza contasse molto. E Lisa era davvero bella, non come quella ragazzina mingherlina dagli occhioni. E poi, suo padre lavorava nel municipio: una posizione sociale importante. Con un suocero del genere, Orazio avrebbe avuto sicuramente un lavoro prestigioso, un appartamento… Non poteva fare l’atleta per sempre. Veronica Maria non era una donna materialista, ma non avrebbe lasciato il futuro dell’unico figlio al caso. Nella vita bisogna sapersi muovere con intelligenza.

“Ciao, Lisina,” disse con voce melliflua Veronica Maria. “È tanto che non ci fai visita.”

“Buongiorno. Vorrei, ma Orazio ha già una ragazza. Non mi degna di uno sguardo.” Lisa giocò subito la sua parte, facendo il broncio con le labbra carnose.

“Ma va’. Se tu fossi più insistente, lo inviteresti al cinema, a fare una passeggiata…”

“Ci ho provato, ma è sempre occupato.”

“So io di che cosa è occupato,” fece Veronica Maria con un gesto della mano. “A proposito, Tania è partita oggi. Ha detto che resterà via una settimana. Quindi non farti pregare. Vieni a trovarci stasera. Berremo un tè.”

Lisa si presentò davvero quella sera. Veronica Maria andò in cucina a “mettere l’acqua per il tè”, ammiccando eloquentemente verso la stanza di Orazio. Lisa bussò ed entrò. Orazio era sdraiato sul divano, fissando il soffitto.

“Ciao. Oggi ho incontrato tua madre al supermercato. Mi ha invitata. Perché sei così triste? Andiamo al cinema? Il tempo è bello.”

“Lisa, sono stanco dopo l’allenamento. Un’altra volta, va bene?” Orazio si alzò a malincuore, lasciando i piedi penzoloni.

“Va bene, ti tengo alla parola. Andremo un’altra volta.” Lisa si sistemò sul divano e iniziò a chiedergli degli allenamenti, delle gare, delle cose che più lo appassionavano (oltre a Tania, ovvio). Poi presero il tè in cucina, e Veronica Maria suggerì che Orazio avrebbe dovuto accompagnare Lisa, perché una ragazza così bella non poteva camminare da sola per strada al buio…

***

Tania adorava la nonna. Per lei aveva scelto di studiare medicina. La nonna era spesso malata, ma odiava dottori e ospedali.

“Crescerò e ti curerò io,” diceva Tania da piccola. E ora era al quarto anno di università.

Il medico aveva assicurato che non era nulla di grave, solo pressione alta, una settimana di osservazione e poi avrebbero dimesso la nonna. Tania si rasserenò e si preparò a tornare a casa.

“Dove vai? Sono vacanze. Orazio non scappa mica,” borbottò la madre, contrariata.

“Mamma, la nonna sta meglio. Tu resta con lei, e quando Orazio partirà per le gare, verrò io e ti darò il cambio.”

“Va bene, vai pure,” sospirò la madre scuotendo la testa.

“Orazio è un bravo ragazzo. Ma non è giusto darsi tanto a lui.” La madre ricordò quanto fosse stata innamorata del padre di Tania. Sembrava che il loro amore sarebbe durato per sempre. Ma quando Tania compì otto anni, lui se ne andò con un’altra. “Forse a mia figlia andrà meglio. Dio volesse.”

Tania tornò e, senza passare da casa, corse da Orazio.

Ad aprirle fu Veronica Maria. Tania si scontrò con il suo sguardo ostile come contro un muro.

“Eccola di nuovo. Che ragazzina insistente. Proprio quando Orazio e Lisa stavano riavvicinandosi…” pensò Veronica Maria, ma sorrise stancamente e annunciò che Orazio non c’era, e non sapeva quando sarebbe tornato.

“Gli dirò che sei passata,” disse, chiudendole la porta in faccia. “Che rompiscatole.”

Tania riprovò a chiamare Orazio. Non rispondeva? Non gli aveva detto che sarebbe tornata prima, per fargli una sorpresa. Scese al pianerottolo e si fermò accanto alla finestra, da cui si vedeva tutto il cortile. Non sarebbe passato inosservato. Dovette aspettare a lungo. Un anziano le lanciò un’occhiata di disapprovazione passandole accanto.

Stava per andarsene quando vide Orazio avvicinarsi a casa. Ma non era l’unica ad aspettarlo: una ragazza gli venne incontro. Tania riconobbe un’ex compagna di scuolaMentre osservava nascosta dietro la tenda, il cuore di Tania si spezzò nel vedere Orazio e Lisa abbracciarsi nel cortile illuminato dalla luna dorata di Roma.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

four × two =

Perché non piaccio a tua madre? Non le ho fatto nulla di male!