**Diario di un uomo**
Era tempo di riparare a un errore.
Valentina non voleva dire nulla alla mamma di ciò che era successo al lago. Tornata a casa, cercò di scivolare silenziosamente in camera sua, ma la madre sentì il fruscio nell’ingresso e uscì dalla cucina.
«Che succede? Sei pallida come un cencio», disse la mamma, stringendosi le mani al petto mentre osservava la figlia con preoccupazione.
«Tutto bene. Solo, mi sono stancata a nuotare», rispose Valentina, superandola e chiudendosi in camera.
Il giorno dopo arrivò Luca per chiedere come stava.
«E perché dovrebbe stare male?», si stupì la madre.
«Be’, ieri ha rischiato di annegare nel lago», spiegò Luca, ignaro della situazione.
«Ma che dici, ho solo bevuto un po’ d’acqua», intervenne Valentina, lanciandogli un’occhiata eloquente.
«Io… sono venuto per invitarti al cinema», si corresse subito Luca, capendo l’antifona.
«Certo che ci vai, Valentina. Con questo bel tempo, che fai in casa?», disse la mamma, sorridendo a Luca con un’aria quasi compiaciuta.
Il fatto era che Luca era figlio di un uomo ricco e influente. E quell’attenzione aveva acceso nella madre la speranza di un futuro roseo per la figlia.
Da quel giorno, Luca cominciò a frequentare Valentina, invitandola di qua e di là: a nuotare, in giro in moto, al bar… Non che lei ne fosse innamorata, ma lusingava che, tra tutte, avesse scelto proprio lei. Qualsiasi altra ragazza si sarebbe considerata fortunata a uscire con lui.
Quella sera, la madre la rimproverò: «Un ragazzo così ti corteggia, e tu fai la schizzinosa? Di famiglia benestante, non avrai mai un problema. E poi, com’è che ti guarda? È un tipo serio, non ti ha abbandonata nel momento difficile. Posso fidarmi di lui con la cosa più preziosa che ho: mia figlia. Se ti chiederà di sposarlo, non fare la stupida ingrata».
«Non lo amo, mamma», provò a obiettare Valentina.
«Non crederò mai che un ragazzo così bello non ti piaccia. Io mi sono sposata per amore folle, e dove siamo finite?»
Quando Luca le chiese di sposarlo, Valentina accettò. Le insistenze della madre avevano fatto effetto. Nei preparativi del matrimonio, a volte le sembrava di recitare in una commedia, come se tutto fosse finto e presto sarebbe finito. La madre, invece, era al settimo cielo.
Valentina capì subito che né la suocera né la cognata maggiore la sopportavano. Si chiese come avessero permesso a Luca di sposarla. Probabilmente, per la madre, lui era il sole negli occhi, il figlio prediletto, e per non perderlo aveva accettato.
Vivevano non nella villa di famiglia, ma in un appartamento lasciato a Luca dal nonno, cosa che sollevava Valentina. La suocera la intimidiva.
Tutto bene, ma gli anni passavano e Valentina non riusciva a rimanere incinta. La suocera la incolpava, le consigliava i migliori medici, e alla fine le diagnosticarono un problema irreversibile. Valentina ne soffriva terribilmente, sentendosi in colpa.
Luca non la rimproverava apertamente, ma si vedeva che anche lui soffriva. Cominciò a distanziarsi, passando sempre più tempo nell’azienda di famiglia, lasciatagli dal padre e alla sorella. Il genitore era morto tre anni prima per un infarto. Andava anche a trovare la madre senza Valentina, cosa che a lei andava bene. Poteva solo immaginare cosa dicesse di lei la suocera.
Sospettava che Luca avesse altre donne, ma finché non c’era prova… E lui era sempre stato attento, proteggendo la reputazione della famiglia dai pettegolezzi.
Valentina provò a tornare dalla madre, ma quella liquidò i sospetti della figlia come sciocchezze.
«Luca è un uomo attraente, piacerà alle donne. Un innocente flirt non è tradimento. Appena avrete un figlio, tutto si sistemerà», disse, rimandandola dal marito.
Così, Valentina e Luca vissero per cinque anni, fingendo una famiglia perfetta.
Quando la pazienza di Valentina si esaurì e stava per parlare seriamente di divorzio, la suocera morì. Scoprì che era malata da tempo, ma nessuno aveva ritenuto necessario informarla.
Luca passava le giornate a organizzare il funerale, tornando a casa solo per dormire.
***
Valentina si svegliò, ma rimase a letto un po’, ascoltando l’acqua scorrere nel bagno. Senza accorgersene, si riaddormentò.
«Perché non sei ancora pronta?», entrò Luca in camera, diffondendo intorno il profumo del bagnoschiuma e del dopobarba.
«Forse è meglio se non vengo. Tua madre non mi ha mai voluta bene. Mi considerava indegna di te. E forse aveva ragione», disse Valentina, aprendo gli occhi e guardandolo.
«In che senso?», Luca si tolse l’accappatoio e iniziò a scegliere i vestiti dall’armadio.
Valentina era ormai abituata al suo bel corpo nudo, e il suo fascino non la toccava più.
«Non sono della tua pasta. Luca, capisco tutto, ma la mia assenza nessuno la noterà», si sedette sul letto.
«Al funerale ci sarà tutta la famiglia. E tu ne fai parte. Non voglio sentire scuse. Alzati e vestiti, sennò arriviamo in ritardo».
«Non sarò mai parte della tua famiglia. E lo sai bene. Si può arrivare in ritardo a un cimitero?», si alzò comunque.
Uscita dal bagno, sentì l’odore del caffè appena fatto.
«Bevi e preparati in fretta», le porse la tazza fumante, guardando con enfasi l’orologio al polso.
In macchina, Luca ascoltava solo musica classica, che ben si adattava all’umore funebre di Valentina. Non avevano voglia di parlare. Si appoggiò al finestrino, fingendo di dormire. Arrivati alla grande villa, già parcheggiate c’erano diverse auto di lusso.
«Basta superare questa giornata», pensò. Con la suocera morta, aveva un nemico in meno.
«Vai tu, io mi sistemo un attimo», disse Valentina, tirando fuori lo specchietto dalla borsetta.
«Non tardare e non dimenticare di chiudere la macchina», replicò Luca, uscendo.
Valentina sapeva che per un attimo sarebbe stata al centro dell’attenzione, poi tutti l’avrebbero dimenticata. Meglio prepararsi. Sistemò il trucco, prese un fazzoletto per le formalità. Piangere non era nelle sue intenzioni.
Appena uscita, vide la vecchietta che viveva in fondo alla strada. Si stupì che fosse ancora viva. Quindici anni prima, suo marito e suo figlio erano morti in un incidente, e da allora la consideravano strana, quasi pazza.
«Buongiorno», la salutò Valentina quando la donna le passò accanto.
La vecchia si fermò, fissandola.
«Sono Valentina, la moglie di Luca…», iniziò a spiegare.
«Non sono cieca, né rimbambita. Sei qui per il funerale?», annuì verso la villa.
«Sì». A Valentina parve che una tenda si muovesse a una finestra. Qualcuno la stava osservando.
«Non è lui l’uomo giusto per te. Ti sei sbagliata. È tempo di rimediare all’errore. E quando lo farai, avrai figli». Valentina si irrigidì, voltandosi verso la donna che già si allontanavaValentina fissò la vecchietta che si allontanava, poi decise di ascoltare quel consiglio inaspettato e, senza voltarsi indietro, si diresse verso una nuova vita.