Era un periodo difficile per Veronica. Sua figlia Giada era sempre stata una ragazza tranquilla, studiosa, senza dare preoccupazioni. Ma poi, all’ultimo anno di liceo, tutto era cambiato. Si era innamorata e aveva iniziato a marinare la scuola, a rispondere male, a truccarsi in modo vistoso. Un giorno, Veronica trovò per caso dei costosi cosmetici nel cassetto della figlia.
«Me li ha regalati», disse Giada con nonchalance.
«E chi sarebbe questo generoso benefattore?», chiese Veronica, immaginando un compagno di classe.
«Luca.»
«Luca? E dove trova i soldi un ragazzino?»
«Mamma, ha ventitré anni, lavora già.»
Così Veronica scoprì che la sua Giada non frequentava un coetaneo, ma un uomo adulto. Le tremarono le mani.
«Ma ti rendi conto che sei ancora una ragazzina? Io alla tua età…»
«Tu alla mia età eri già incinta di me», la interruppe Giada, gli occhi lucidi. «Lo so tutto, nonna me l’ha raccontato. La mela non cade mai lontano dall’albero, no?»
Veronica si sentì mancare. «Aspetta… sei incinta?»
«Sì», sussurrò Giada. «E Luca lo sa. Ci sposeremo dopo la maturità.»
Veronica cercò di convincerla a ripensarci, a non rovinarsi la vita, ma Giada era irremovibile. Quella notte, Veronica chiamò sua madre, disperata.
«È tutta colpa mia», singhiozzò. «Avrei dovuto parlarle prima, ma credevo fosse ancora una bambina.»
«Senti, non devi rimproverarla», la consigliò la madre. «Falli sentire amati, entrambi. Pensa a com’era per te…»
Era vero. Anche Veronica, a diciotto anni, si era ritrovata incinta. Il padre, un compagno di scuola, se n’era lavato le mani, i suoi genitori l’avevano accusata di averlo sedotto. Solo sua madre l’aveva sostenuta, costringendola a tenere il bambino. All’epoca l’aveva odiata, ma ora… ora Giada era tutto per lei.
Le settimane passarono. Giada sposò Luca e si trasferì in un appartamento vicino. Veronica, intanto, aveva un segreto: da mesi frequentava Matteo, un collega più giovane di dieci anni. Lui la amava, le aveva persino chiesto di sposarlo, ma lei esitava. Aveva paura. Paura che, vedendo Giada – così simile a lei, ma più giovane – Matteo potesse cambiare idea.
Poi venne il colpo di scena. Veronica scoprì di essere incinta. Lo tenne nascosto, ma Giada se ne accorse. «Mamma, ma sei pazza? Vuoi fare un figlio a quell’età?», la attaccò. «E io? Chi mi aiuterà con il bambino?»
Matteo, però, esultò. «Finalmente!», la abbracciò. Ma la felicità durò poco. Una sera, mentre teneva in braccio il nipotino Paolo, Veronica ebbe un forte dolore. Perse il bambino.
Matteo fu distrutto. «È colpa di Giada!», sbottò. «Ti ha sfruttata, sapeva che eri fragile!»
«Non dire così!», lo rimproverò Veronica. «Lei è la cosa più importante che ho.»
Lui se ne andò, furioso. Veronica, convinta che tutto fosse finito, chiamò sua madre e iniziò a fare le valigie. Ma Matteo tornò. «Non ti lascerò andare», le disse, prendendole la borsa. «Hai sempre pensato agli altri. Ora pensa a te.»
La portò in vacanza in Sicilia. Per la prima volta dopo anni, Veronica si rilassò. E quando tornarono, accettò la sua proposta di matrimonio.
Persino Giada, ormai più matura, le disse: «Sono felice per te, mamma.»
La sera prima delle nozze, Veronica guardò Matteo che giocava con Paolo. Forse, un giorno, avrebbero potuto riprovarci. Dopotutto, aveva solo trentasette anni. Era ancora giovane per essere felice.