La storia potrebbe sembrare comune, eppure resta ricca di insegnamenti. Una coppia poco oltre i cinquant’anni, già celebrata le nozze d’argento, con due figli ormai grandi e indipendenti. La vita insieme scorreva tranquilla, senza grandi fuochi d’artificio, ma anche senza litigate continue. Atipico, forse, era il marito, Gianni, sempre imbronciato—quel volto gli donava un’aria più vecchia dei suoi cinquantasei anni segnati sulla carta d’identità.
Il cambiamento in Gianni fu rapido e inaspettato, scatenato dall’arrivo di una nuova collega. Giovane non si poteva dire, ma di certo vent’anni più giovane di lui. Sul suo viso iniziarono a comparire espressioni nuove, e per di più felici. In breve, tutto l’ufficio seppe della relazione tra Gianni e Rosalba.
Con alcuni colleghi, Gianni cominciò a confidarsi, condividendo gioie e problemi—una volta lasciò persino scappare che la ragazza insisteva per il divorzio. Alla fine, i discorsi diventarono realtà. Gianni lasciò la famiglia e affittò un appartamento, dove si trasferì con Rosalba. Dopo decenni di matrimonio, gli restava ancora rispetto per la sua ex moglie, così lasciò a lei ogni bene, deciso a ricominciare da zero.
Passò del tempo, e la nuova moglie volle dei figli. Anche Gianni desiderava allargare la famiglia. Ma a causa dell’infertilità di Rosalba, dovettero ricorrere a una madre surrogata, spendendo non pochi soldi. Mentre la donna portava avanti la gravidanza, però, Rosalba capì che la maternità non faceva per lei.
Per Gianni, la storia si chiuse con un altro addio. Rimase solo in quell’appartamento, con due bambini piccoli. Il desiderio di emozioni nuove e intense, promesse dalla giovane moglie, gli era costato tutto: i beni, la famiglia solida. Ma lei, alla fine, non lo aveva mai davvero apprezzato.