«Tua mamma parte per un mese intero? Allora io vado dalla mia!» — la moglie era già in piedi con la valigia.
Elisabetta aveva un piano. Semplice come il sogno di un bambino: una vacanza al mare con il marito. Andrea aveva promesso — quest’anno ci andavano per davvero. Biglietti acquistati, hotel prenotato, valigie quasi pronte…
«Elisa, scusa» — Andrea fissava il telefono senza alzare lo sguardo. — «Al lavoro è un caos. Si cancella tutto.»
Il cuore le fece un tuffo. Ma non per la sorpresa — per l’abituale delusione. In anni di matrimonio, Elisabetta aveva imparato: i piani di lui venivano sempre prima dei suoi.
«Tranquillo» — ingoiò il dispiacere. — «Allora mi riposerò almeno a casa. Leggerò qualche libro, starò un po’ in terrazza.»
Per la prima volta dopo anni — silenzio in casa! Caffè senza fretta, il suo giallo preferito, il tramonto dalla terrazza. Sembrava che il destino le avesse fatto un regalo.
Ma il destino, a quanto pare, amava l’umorismo nero.
«Mamma ha chiamato» — Andrea era raggiante. — «Ha cancellato la sua settimana termale. Perché spendere, dice, se tu sei a casa e libera? E così ci vediamo anche io.»
Maria Grazia. Una donna con la volontà di ferro e la convinzione che il mondo intero dovesse servirla.
«Un mese?» — la voce di Elisabetta tremò leggermente.
«Ma sì! Fantastico, no?» — Andrea sorrideva come un bambino a cui avevano regalato il gelato.
Ed Elisabetta, all’improvviso, vide la sua vacanza trasformarsi: giorni in cucina, un infinito «prendimi-portami», la voce autoritaria della suocera e la completa mancanza del diritto di avere un’opinione nella propria casa.
«Certo, fantastico» — annuì lei.
Tre giorni dopo, Maria Grazia entrò nel loro appartamento come un carro armato in una città occupata.
«Elisa, perché lo zucchero non è nel barattolo giusto?» — le prime parole dopo il «ciao».
«Mamma, accomodati» — Andrea si agitava intorno a lei.
Ed Elisabetta capì: la sua vacanza si sarebbe trasformata in un turno mensile da cameriera.
«Farai il minestrone?» — Maria Grazia si era accomodata in poltrona come su un trono. — «Non troppo salato però. E le verdure ben cotte.»
Elisabetta andò in cucina senza dire una parola.
**Le nuove regole**
Maria Grazia si era insediata in casa come un generale in territorio conquistato. Entro la sera del primo giorno, era chiaro: le vacanze di Elisabetta erano annullate definitivamente.
«Elisa, ma dove sono le pentole decenti?» — la suocera frugava negli armadi. — «Queste sono minuscole. E poi, perché le spezie non sono in ordine alfabetico?»
Elisabetta riordinava in silenzio. Nella sua cucina, improvvisamente, si sentiva un’ospite.
«Mamma, non ti preoccupare» — Andrea leggeva le notizie. — «Elisa fa tutto.»
Sì, certo. Elisa fa tutto. Come sempre.
Alla fine della settimana, la sua routine era questa: sveglia alle sette, colazione speciale per la suocera (niente grassi, niente sale, niente spezie), pulizie, pranzo, merenda, cena, lavare i piatti. E così via.
«Sei diventata un po’ apatica» — osservò Andrea. — «Forse hai bisogno di vitamine?»
Vitamine? A lei non serviva la vitamina C, ma la vitamina «Vita Mia».
**Il terrazzo — l’ultimo rifugio**
L’unico posto dove poteva respirare era la terrazza. Lì poteva semplicemente guardare il cielo. Pensare.
«Elisa!» — la voce di Maria Grazia squarciò il silenzio. — «Dove sei? Mi serve il tè!»
«Arrivo!» — rispose meccanicamente.
Ma le gambe non si muovevano. Le passò per la mente un pensiero audace: «E se non andassi?»
Così audace che quasi le tolse il fiato.
«Elisa! Non mi senti?»
«Ti sento» — sussurrò al vento della terrazza. — «Ti sento benissimo.»
Eppure, andò a preparare il tè.
**Il punto di rottura**
«Elisabetta» — Maria Grazia era seduta in salotto come un giudice in tribunale. — «Sei così chiusa. Sempre a scappare in terrazza. Non sai stare con la famiglia.»
Famiglia? Elisabetta sbottò quasi a ridere.
«Pensavo di venire a riposarmi» — continuò la suocera. — «E invece è come se fossi ancora in cucina. Cucinare, pulire, servire.»
Elisabetta rimase immobile con lo straccio in mano. Il mondo le si era capovolto. Lei era in cucina? Lei cucinava e puliva? E allora, chi era Elisabetta?
«Mi scusi» — la sua voce era stranamente calma. — «Ma qui a cucinare e pulire sono io. Tutti i giorni. Da due settimane.»
«Elisa!» — sbottò Andrea. — «Ma cosa dici? Mamma è un’ospite!»
Un’ospite che comandava nella casa altrui da due settimane. Che aveva trasformato la padrona in una domestica.
«Sì» — annuì Elisabetta. — «Hai ragione. Lei è un’ospite. E io, chi sono?»
**L’epifania della sera**
Quella sera, mentre Maria Grazia si sistemava davanti alla TV, Elisabetta si avvicinò al marito:
«Andrea, dobbiamo parlare.»
«Aspetta, vediamo le notizie…»
«Adesso» — ripeté con fermezza.
Andrea la guardò sorpreso. Nella sua voce c’era una nota che non sentiva da tempo.
«Ascolta, se tua mamma viene qui a riposarsi» — parlava piano, ma ogni parola era chiara come un colpo di martello — «allora io vado a riposarmi dalla mia.»
«Ma sei impazzita?» — Andrea balzò in piedi. — «E la casa? E mamma?»
«E io?» — chiese Elisabetta, e andò a fare la valigia.
In camera, mentre riponeva i vestiti, sorrise per la prima volta in due settimane. Un vero sorriso.
Domani sarebbe andata da sua madre. Dalla donna che non l’aveva mai trattata da cameriera. Dove poteva sedersi con un tè in silenzio. Dove nessuno avrebbe urlato: «Elisa, dove sei?»
«Anch’io ho diritto a una vacanza» — disse al suo riflesso nello specchio.
E il riflesso, per la prima volta, annuì.
**Operazione “Fuga della Casalinga”**
La mattina dopo, Elisabetta era nell’ingresso con la valigia. Quando Maria Grazia la vide pronta per partire, sgranò gli occhi come se le avesse annunciato di volare su Marte.
«Dove pensi di andare?» — la voce treE dopo aver chiuso la porta alle spalle, sentì finalmente l’aria leggera della libertà, mentre il sorriso di Andrea, rimasto a bocca aperta sulla soglia, sembrava finalmente capire che i veri miracoli non sono quelli della Madonna, ma quelli di una donna che ha deciso di smettere di fare la santa.




