Il marito ha portato un’altra

L’uomo che portò un’altra donna

Giulia esaminò con occhio critico il suo abito… Quel vestito bianco, comprato per pochi spiccioli durante una svendita frettolosa, le sembrava ormai troppo semplice. I pizzi che aveva scelto con cura, ma in fondo mal considerati, sembravano adesso dozzinali.

“Pazienza,” pensò. “Purché piaccia ad Antonio.” Sospirò. Sarebbe diventata sua moglie con quell’abito addosso. Antonio… era il suo sogno, l’amore a prima vista. È vero, non incarnava l’immagine del principe sul cavallo bianco. Era piuttosto un vichingo aitante, con una chioma bionda ribelle, spalle larghe e uno sguardo birichino di occhi color fiordaliso.

Giulia era certa che l’amore sarebbe arrivato così. Improvvisamente. Al primo incontro. Come nei romanzi. E non avrebbe mai accettato meno.

Il trillo del telefono la riportò alla realtà. Era sua madre, ovviamente, che avrebbe cercato ancora di convincerla a rimandare tutto.

“Giulietta, amore mio, ascoltami, ascolta chi ha più esperienza di te!” piangeva, come faceva da una settimana. “Quale matrimonio dopo un mese di conoscenza? Non vi conoscete neanche!”

Quante volte doveva ripetersi?

“All’amore vero non serve più tempo,” rispose Giulia sognante. “Te l’ho detto mille volte. È amore a prima vista! Come al cinema!”

“Al cinema raccontano favole, Giulietta!” ribatté la madre. “Nelle favole si dice solo ‘e vissero felici e contenti’. E poi cala il sipario! Ma nella vita, dopo il ‘felici e contenti’, arrivano i conti da pagare, i figli, il lavoro… Hai almeno scoperto dove lavora? Cosa fa? Quali sono i suoi progetti?”

Giulia non seppe che rispondere. Con Antonio non ne avevano parlato. Le loro conversazioni erano sempre state un susseguirsi di dichiarazioni d’amore.

“Lavora… qualcosa nella logistica,” rispose evasiva, sperando di non darle troppi dettagli, che sua madre avrebbe sicuramente verificato.

Dove lavora, dove lavora… Per fortuna non aveva chiesto dei suoi hobby. Perché anche su quelli sapeva poco. Passava il tempo tra birre con gli amici e videogiochi fino a notte fonda. Ma che importava, quando il cuore le scoppiava d’amore?

Allora prese il telefono suo padre.

“Giulia, cosa sarà di te con un uomo che non conosci? Non sai neanche dove lavora!”

“Ma nonna e nonno ci riuscirono, e si sposarono ancora più in fretta. Appena si conobbero, corsero in comune.”

“Un caso su un milione,” replicò il padre. “Pura fortuna.”

“E a me andrà bene!”

“Giulia!”

“Scusa, devo andare. È arrivato Antonio,” tagliò corto, chiudendo la chiamata.

Antonio arrivò dal negozio con un completo blu scuro, stropicciato e troppo grande. La giacca gli squadrava le spalle e i pantaloni si arricciavano sulle scarpe. Tra le mani stringeva un mazzo di margherite, legate con un nastro semplice. Erano fiori di campo, raccolti chissà dove. Ma a Giulia parvero i più belli del mondo.

“Pronta?” chiese.

Lei annuì, le mani tremanti. Fece un respiro profondo e uscì di casa, lasciandosi alle spalle dubbi, rimostranze e buonsenso. Andava incontro al suo destino.

In comune tutto fu rapido e noioso. L’impiegata, con aria stanca, pronunciò meccanicamente il discorso su amore e fedeltà. Antonio infilò goffamente l’anello al dito di Giulia mentre sorridevano alle foto scattate dai pochi parenti di lui. Dei suoi, nessuno era presente. I genitori, offesi per la sua testardaggine, avevano deciso di boicottare il matrimonio.

Dopo la cerimonia, andarono a casa di Antonio, che da due giorni era anche la sua. Sul tavolo, coperto da una tovaglia a fiori, c’erano panini con salame, una insalata russa e pomodori e cetrioli a fette. I parenti di Antonio—zia Concetta, che aveva preparato tutto malvolentieri, zio Bruno con la sua perenne sbornia e la cugina Anna con occhi invidiosi—si congratularono brevemente e se ne andarono presto. Avevano facce da funerale, non da festa. Giulia si sentì a disagio, ma fece finta di niente.

Quando l’ultimo ospite se ne fu andato, Antonio sospirò sollevato.

“Ecco fatto,” disse. “Siamo marito e moglie! Per sempre!”

La fece girare per la stanza, e Giulia rise di felicità.

Ma quella sera stessa, appena tre ore dopo, iniziò lo spettacolo, come avrebbe detto sua madre. Antonio, annoiato, annunciò che festeggiare con la famiglia era una cosa, ma con gli amici un’altra. E senza pensarci su, partì, lasciando Giulia sola nella loro nuova casa.

“Torno presto! Non posso dire di no ai ragazzi, vogliono festeggiare con me!” gridò, scomparendo.

“Presto” durò fino all’alba.

Antonio tornò ubriaco, senza ricordare nulla. Balbettò scuse per averla lasciata sola, poi crollò sul letto e si addormentò. Giulia lo coprì in silenzio.

Il mattino portò la sbornia di lui e il dispiacere di lei. Capì di aver commesso un grave errore a sposarlo così in fretta. Ma non voleva ammetterlo, soprattutto davanti ai genitori. C’era l’amore, no? Credeva di poterlo cambiare. L’amore fa miracoli, giusto? Avrebbe reso Antonio un marito perfetto.

La vita con lui fu un susseguirsi di sorprese. Era imprevedibile. Poteva sparire per un weekend senza avvertire. Spendere lo stipendio in una console nuova o un costoso visore per i videogiochi, lasciandoli al verde. Litigare per un piatto sporco, poi riempirla di complimenti.

Una volta comprò un quadro astratto, incomprensibile.

“Un capolavoro!” esclamò. “Non capisci niente d’arte!”

Nemmeno lui, in verità. Era un capriccio.

Giulia osservò quelle linee confuse e pensò che con quei soldi avrebbero potuto comprare una lavatrice nuova, rotta da un mese. Ma non disse nulla.

Antonio lavorava in una piccola ditta di logistica. Si lamentava sempre del capo e sognava un’attività propria, ma non faceva mai nulla.

Lei faceva la parrucchiera, e le piaceva. A casa cercava di creare un’illusione di normalità, ma giorno dopo giorno quell’illusione si sgretolava…

Cercò di parlargli, di spiegargli che il matrimonio era responsabilità, ma lui la liquidava come noiosa o prometteva di cambiare, senza mai farlo.

Una volta, dopo l’ennesima spesa folle, esplose:

“Basta! Non arriveremo a fine mese! Perché devo sempre rimediare ai tuoi errori?”

“Mi merito uno sfizio! Lavoro duramente!”

“E io? Sono la tua serva?”

“Non esagerare! Compra qualcosa anche per te!”

Ma i soldi non bastavano mai.

Non capiva dov’era finito il principe che aveva creduto di vedere in lui.

Per il loro anniversario, preparò una cena romantica. Sperava che lui si ricordasse, che le facesse una sorpresa. Ma lui tornò tardi, ubriaco, e non solo.

Con lui c’era una ragazza, Lucia, occhi spaventati, magra come un filo.

“Ti presento Lucia,” b”È incinta,” mormorò Antonio, e il mondo di Giulia crollò in un istante.

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