Il distacco che ha cambiato la mia vita

Caro diario, oggi mi soffermo sul giorno in cui tutto cambiò. Ricordo ancora quando Marcello urlò: — Beatrice, ma cosa stai combinando?! Dove pensi d’andare vestita così?!

— A teatro, se permetti! — aggiustai la camicetta nuova, comprata in saldo. — Avevo promesso ad Alessia, aspettavamo quella recita da mesi.

— Teatro?! Non vedi la casa sottosopra? I piatti sporchi, le mie camicie da stirare! E tu pensi al teatro?! — Mi afferrò il polso con forza. — Cambiati e occupati subito delle tue faccende!

Mi liberai, ma sulla pelle rimase il segno rosso delle sue dita.

— Marco, ne abbiamo parlato ieri! Sono stata casa tutto il giorno, ho fatto tutto. Voglio solo una serata per me, è così strano?

— Per te?! — ridacchiò sprezzante. — Chi ti mantiene, eh? Chi ti dà un tetto? Io, se permetti, tornando stanco dal lavoro vorrei cena decente, non i tuoi panini!

Entrai in cucina tremando, le viscere strette in un nodo. Quella mattina ero così felice, avevo persino stirato la gonna e lucidato le scarpe. E ora…

— Ecco, appunto! — borbottò soddisf
L’eco dei suoi passi si perse nella via affollata, portando con sé non solo la donna che era diventata, ma la certezza che ogni passo in avanti, benché tremante all’inizio, l’aveva condotta a un’esistenza dove la luce non aveva più paura dell’ombra.

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