Credevo di essermi sposata… Mentre Fiorella pagava in euro i prodotti al supermercato, Luca se ne stava un po’ in disparte. Appena lei iniziò a riporli nelle buste, lui sgattaiolò direttamente in strada. Uscita dal negozio, Fiorella raggiunse Luca che fumava.
“Luca, prendi le buste,” chiese, porgendogli due sacchetti colmi di spesa.
Luca la fissò come se le chiedesse un reato, domandando stupito:
“Tu invece?”
Fiorella esitò, senza trovare risposta. Che senso aveva “tu invece”? Un uomo dà sempre una mano col peso. Sembrava assurdo vedere una donna affaticata sotto il carico mentre il marito passeggiava a mani vuote.
“Luca, sono pesanti,” replicò.
“E quindi?” continuò lui ostile.
Vedendola arrabbiarsi, per principio rifiutava di portarle nulla. S’incamminò spedito, sapendo lei non l’avrebbe tenuto il passo. “Porta le buste io? Ma chi sono, un facchino? Io sono un uomo, decido io! Tanto non le si spezzeranno le braccia,” pensava. Quella sera aveva proprio voglia di metterla alla prova.
“Luca, dove vai? Prendi le buste!” gridò Fiorella, quasi piangendo.
Erano davvero pesanti, lo sapeva bene perché li aveva riempiti lui. All’appartamento a Roma erano solo cinque minuti a piedi, ma col peso sembravano chilometri.
Fiorella avanzava a fatica, sperando fosse uno scherzo e che tornasse. Invece lo vedeva allontanarsi sempre più. Le venne l’idea di abbandonare tutto, ma continuò quasi in trance.
All’ingresso del palazzo, sfiancata, crollò su una panchina. Le bruciavano gli occhi per la fatica e l’umiliazione, ma tratteneva le lacrime: piangere in strada è vergognoso. Quel trattamento non era solo offensivo, era disprezzo. Prima del matrimonio così attento… E aveva agito di proposito.
“Ciao, Fiorellina!” la voce della vicina la distrasse.
“Buongiorno, nonna Maria,” rispose.
Maria Esposito, l’anziana del piano di sotto, era stata amica della nonna di Fiorella fino alla morte. La ragazza la considerava una seconda nonna. Orfana di padre, con la madre lontana sposata un’altra volta, nonna Maria era la sua unica famiglia.
Fiorella decise di regalarle tutta la spesa. La pensione di Maria era misera, e lei spesso le portava qualcosa di buono.
“Vieni, nonna, ti accompagno,” disse Fiorella, sollevando quei sacchi pesanti.
Entrate nell’appartamento, Fiorella lasciò le buste dicendo: “È per lei.” Vedendo acciughe, filetti di merluzzo, pesche sciroppate e altre prelibatezze che adorava ma non poteva permettersi, nonna Maria si commosse così tanto che Fiorella si sentì in colpa per non farlo più spesso. Salutandosi con un bacio, Fiorella salì a casa.
Appena entrata, Luca le venne incontro dalla cucina, masticando qualcosa.
“Dove sono le buste?” chiese come nulla fosse.
“Quali buste?” replicò lei sullo stesso tono. “Quelle che mi hai aiutato a portare?”
“Su
Giulia si appoggiò alla porta chiusa, un sospiro di sollievo sollevandole il petto mentre guardava avanti verso una vita finalmente sua.
Credevo di essermi sposata…
