3 gennaio
Potessi dire di aver capito tutto, ma non fu così. “Non so nulla, nei documenti documenti risulta come padre, venga a ritirare i gemelli!” Solo dopo tre anni dal presunto divorzio, eccomi padre di neonati. Colpa mia, dovevamo rendere ufficiale la separazione! Però si rivelò una benedizione…
Con Olga fummo sposati dieci anni. Avevamo due figlie a un anno di differenza, Giulia e Sofia. La solita vita: lavoro di giorno, famiglia la sera. Peccato che mia moglie cominciasse a tardare spesso. “Dalla compagna”, “fila al supermercato”, “emergenze in ufficio”… Alla fine, anime pie mi sussurrarono d’un amante.
Ovviamente affrontai la questione. Olga contrattaccò subíto: “Mancavano attenzioni”, “non si sentiva più donna”, “il quotidiano consumava ogni minuto”, le figlie “amavano solo me”… Urlò, proclamò di lasciarmi per l’amante. E lo fece davvero, abbandonandomi le bambine.
Giulia e Sofia impiegarono mesi a capire dov’era finita la mamma. Nel frattempo, mi offrirono di aprire una nuova filiale a Verona. Accettai. Traslocammo in fretta, rimandando il divorzio legale.
Lì conob conobbi Anastasia (Nastassja per noi). Mia coetanea, anche lei con due gemelle da crescere. Ci unimmo presto, formando una famiglia allargata. Le ragazzine, tutte d’età simile, riempivano la casa di risate e litigi! Bei disordini, Madonna santa! Io e Nastassja ammiravamo le piccole, ma in segreto sognavamo un figlio maschio. Senza successo.
Quel maledetto giorno, dopo due anni insieme, avevamo quasi perso le speranze. E poi, la telefonata. Dal prefisso riconobbi il mio paesino natale:
— Niccolò De Luca?
— Sono io.
— Notizie gravi… Sua moglie Olga Bianchi è deceduta oggi senza risvegliarsi dal coma. Venga per i bambini. Domani li dimettono. Per le pratiche funerarie, ne parleremo.
— Scherzi? Non vedo Olga da tre anni, e le mie figlie sono qui con me!
— Non so nulla, padre risultante nei registri. Si prenda i gemelli!
Riagganciarono. Tremante, verificai online: numero vero, ospedale San Carlo.
Nastassja, pallida, aveva udito tutto. Lasciammo le ragazze ai nonni, partimmo all’istante. Davanti alla struttura incontrammo Mariangela, amica di Olga. Ci svelò tutto: l’amante l’aveva piantata subito quando lei rivelò la gravidanza. Una gestazione difficile, gemellare! Alla fine, complicazioni fatali. Salvarono i piccoli, ma lei cadde in coma. Per registrare i nascituri, attinsero dai dati dell’anagrafe dove io figuravo ancora come marito. Ed eccomi padre per legge.
Mariangela, fra i singhiozzi, promise assistenza e se n’andò. Nastassja allora mi strinse il braccio con forza insolita.
— Nastà, che c’è?
— Nicco… li terremo noi, vero?
Cercava invano di soffocare un sorriso raggiante.
— Chi? I gemelli?
— Sì! Abbiamo già le stanze, e se mai avessimo un maschietto nostro… Due bimbi pronti all’uso!
— Non sono pupazzi, Nastassja!
— Niccolò, lo dico sul serio! Le nostre ragazze impazziranno di gioia! Per le tue, sono mezzi fratelli di sangue… Ti prego…
Resistere? Impossibile. Ora i gemelli Marco e Luca dormono in cameretta. Olga l’abbiamo sepolta dignitosamente. Le sorelle gridano al miracolo dei “fratellini di Papà”, chiedendosi come mai non abbiano visto la pancia della mamma Nastassja!
**Lezione amara:** la burocracia può tramutarsi in dono inatteso. Persino un abbandono scritto nel registro sbagliato a volte conduce all’amore più grande. E due piccoli cuori battonoondo perché un atto mancato divenne salvezza.