Morbidamente si prepara, aspramente si vive.

Era il telefono quel giorno, quando suonò. Antonella Rossi esordì senza preamboli: “Spero stavolta non restiate solo tre giorni? Rimarrete più a lungo, vero? Ginevra! Perché non parli?”

“Tanti auguri ancora, Antonella! Si conservi in salute.” La voce di Ginevra era frettolosa. “Quando io e Marco decideremo i dettagli, la chiameremo subito.”
Posò la cornetta in un attimo.

«Che strano», rifletté Ginevra, lasciando scivolare il telefono. «Una conversazione garbata, la suocera più amabile che mai, un compleanno importante. Eppure, sin dal primo istante, ho anelato a concluderla.»

Le ripugnava trascorrere le vacanze — quelle agognate, finalmente coincidenti con le ferie di Marco — nella villetta di campagna dei suoceri. Credeva fermamente esistessero mille luoghi migliori per la sua famiglia. Aveva tentato di suggerire a suo marito: “Perché, almeno quest’anno, non scegliamo una meta diversa?” Ma Marco era irremovibile. L’educazione ricevuta: riverenza per gli anziani, dovere di rallegrarli con visite. Una questione di decoro.
*

«Tesoro, vedo i miei una volta l’anno. Vuoi che smettiamo persino d’estate? I bambini dimenticheranno d’avere nonni fuori città.»
“Caro, come dirtelo con garbo… Ma non ti pare che queste visite interessino solo a te?”
L’espressione di Marco si increspò. “Cosa insinui?”
“Che i tuoi si sono abituati a vivere lontani. Non soffrono la mancanza dei nipoti. Hanno già tutto.”
“Ginevra, perché simili idee?”
“Tua madre mi chiede solo fotografie dei bambini o video del piccolo. Mai come studiano o se stanno bene. Desidera l’immagine perfetta da mostrare alle comari. Le nostre difficoltà non la riguardano.”
“Non sono d’accordo. Se vivessimo vicini, tutto sarebbe diverso.”
“Sai, Marco… Mia madre abita a Firenze, eppure vola da noi in ogni emergenza. I tuoi genitori non hanno mai fatto altrettanto.”
“Sì, tua madre è un angelo. Ne sono grato.”
“E quando andiamo da lei, gioca con i ragazzi: bici, bagni nel fiume, partite a pallone. Affetto vero. Così dovrebbe essere una famiglia.”
“Ginevieni, che pretendi? Ogni persona è diversa. Tua madre è un vulcano. I miei sono anziani, d’indole quieta. Non li sfioreremo più?”
Ginevra trattenne le parole serrando le labbra. P
E quella mattina, mentre l’auto di Vlad sfrecciava verso la Riviera Ligure, Filomena stringeva al petto i suoi tesori biondi e sorrideva, ripensando a come il marito avesse finalmente aperto gli occhi sulla freddezza della madre, e mentre le onde azzurre si intravedevano in lontananza, sapeva che per la prima volta, stavano tutti andando incontro a veri, meritatissimi giorni di felicità.

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Morbidamente si prepara, aspramente si vive.