Respiro di Libertà

Ieri Caterina ha compiuto 47 anni. Due anni fa la sua vita è cambiata per sempre. Era incredibile come una frase così banale potesse descrivere con precisione quello che le era successo.

Pochi giorni prima del compleanno, Caterina aveva trovato un vestito. Chiamò sua madre e le annunciò che aveva comprato un abito azzurro. La madre insistette per vederlo subito di persona. Quando Caterina lo indossò, la mamma esclamò: «Sei proprio una bambola! Ma che azzurro? Questo è turchese!» Una generazione straordinaria, probabilmente perché loro andavano dalle sarte, discutevano modelli, sceglievano i tessuti. Ogni vestito era un evento.

Insomma, l’abito turchese, ora consapevole di non essere un semplice «azzurro qualunque», attendeva la sua uscita.

Per quel compleanno, Caterina aveva invitato i pochi parenti e amici rimasti. Al ristorante, avevano preparato un tavolo nell’angolo più intimo della sala.

La cugina Natalia fece un brindisi che durò dieci minuti. Raccontò di quando, a sedici anni, si erano ubriacate cercando un taxi. Non riuscivano a ricordare come si coniugasse la parola «duomo» e ripetevano al tassista: «Ma cosa non capisce? Viviamo vicino al Duom! Al Duom! Paesino-Querceto! Vada in centro, poi le facciamo vedere!» E propose a tutti di ubriacarsi così tanto da non ricordare neanche l’indirizzo. Ma il suo slancio romantico fu interrotto quando qualcuno fece notare che tutti alloggiavano nello stesso hotel del ristorante. «Non c’è più un briciolo di romanticismo», rise Natalia. Suo marito replicò: «Abbiamo smesso di entrare dalle finestre delle nostre amate! Ma solo perché abbiamo le zanzariere. Altrimenti lo faremmo ancora, soprattutto io.» «Certo, tu hai una casa a un solo piano», rise Caterina. Tutti scoppiarono a ridere.

Poi toccò a Luca, marito di Irene, l’altra cugina. Luca ricordò il loro viaggio a Venezia cent’anni prima. All’inizio vincevano tutti, poi persero tutto fino all’ultimo centesimo. Uscendo dal casinò, Caterina disse: «Cosa fareste senza di me? Ho nascosto dieci euro per una bottiglia e qualcosa da sgranocchiare!» E così si ubriacarono con quei pochi soldi, poi passeggiarono lungo il canale cantando «Volare». «Brindisi a una donna fantastica che ci ha salvati dalla morte per sete e fame!» Il compagno della mamma, Gianni, rimpiangeva che al ristorante non ci fossero bilance per pesarsi da ubriachi. E tutti ricominciarono a cantare «Volare», abbassando la voce come in quella famosa scena di un film.

La serata fu magnifica. Suo marito, però, non fece un brindisi, ma non era mai stato bravo a parlare. Scherzava sempre dicendo: «Non sono un oratore, sono un informatico.»

Il mattino seguente si ritrovarono per colazione e una passeggiata ai Giardini Pubblici. Di sera, ognuno tornò a casa sua, e Caterina rimase sola con il marito nell’appartamento.

Lui, fissando l’angolo con la scrivania, disse che dovevano parlare. A Caterina si ghiacciò il sangue. In realtà, si era sentita strana tutto il giorno. Pensava di non aver bevuto troppo, eppure il cuore le batteva forte. Lui le disse di aver incontrato un’altra donna e di volersene andare subito. Non voleva rovinarle la festa.

L’anno seguente fu l’anno della P: paura, pianto, puzza di alcool, perdizione…

Ma per il suo quarantaseiesimo compleanno, Caterina decise di cambiare lettera. Si svegliò e andò a passeggiare lungo la spiaggia. Cercava di camminare ogni mattina, anche nei giorni più bui. Era gennaio, un giorno freddo, e la spiaggia era deserta. Quel silenzio, quell’aria fresca, forse l’energia del mare, la fecero sentire più leggera. Improvvisamente capì che era guarita. Non aveva mai creduto a quelle cose spirituali, ma in quel momento sentì fisicamente la pesantezza svanire dentro di lei.

Eppure, non riusciva ancora a fare un respiro completo.

Caterina decise che l’anno seguente sarebbe stato l’anno della R: rinascita, nuovi incontri, nuove avventure, e «mai arrendersi!»

Quel giorno stesso creò un profilo su un sito di incontri. Tra tutti quelli che le scrissero, uno le piacDopo aver incontrato Vittorio e il suo labrador bianco su quella spiaggia al mattino, Caterina finalmente trovò il coraggio di riprendere in mano la sua vita, respiro dopo respiro.

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