Dieci anni di silenzio

– Basta tacere! – gridò Elisa, sbattendo una mano sul tavolo. – Dieci anni ho sopportato i tuoi comportamenti, e ora anche questo!

Beatrice sedeva di fronte, senza alzare gli occhi. Le mani le tremavano mentre portava la tazza di tè alle labbra. Sul tavolo tra loro giaceva un referto medico spiegazzato.

– Cosa vuoi da me? – sussurrò Beatrice.

– La verità! – Elisa balzò in piedi e iniziò a camminare per la cucina. – Voglio sapere la verità! Perché hai taciuto? Perché non mi hai detto allora che sapevi?

Beatrice appoggiò la tazza. Il tè si sparse, formando una pozza minuscola.

– Perché avevo paura, – ammise. – Paura che mi avresti odiata.

– E adesso non hai paura? – la voce di Elisa tremava di rabbia. – Adesso che ho scoperto tutto io?

La vicina di sotto bussò ai termosifoni. Elisa si risedette cercando di calmarsi, ma le mani continuavano a tremare.

– Raccontami tutto, – pretese. – Dall’inizio.

Beatrice asciugò le lacrime col fazzoletto.

– Non sapevo come dirtelo. Eri così felice allora, appena sposata…

– Non tergiversare! Parla chiaro!

– Ho visto Sergio con quella donna al bar in centro. Sedevano vicino alla vetrina, si tenevano per mano. Lei era incinta.

Elisa sentì il terreno mancarle sotto i piedi. Sapeva del tradimento del marito, ma non che qualcuno li avesse visti insieme tanto tempo prima.

– Quando avvenne?

– Sei mesi dopo il vostro matrimonio, – Beatrice parlava appena udibile. – Tornavo dal lavoro, li ho incontrati per caso. All’inizio non credevo fosse Sergio. Poi hanno raggiunto la strada, e l’ho riconosciuto senza dubbio.

– E poi?

– Volevo avvicinarmi, ma… – Beatrice esitò. – Lui la baciò. Con tenerezza, come una donna amata. Poi appoggiò una mano sul suo ventre.

Elisa chiuse gli occhi. I ricordi la travolsero come un’onda dolorosa. Quel periodo in cui sognava un figlio, mentre Sergio rimandava sempre.

– Dunque, aveva già un figlio con un’altra?

– Non lo so. Forse sì. Elisa, volevo davvero parlarti, ma…

– Ma hai scelto il silenzio. Per dieci anni!

Beatrice trasalì per il tono secco dell’amica.

– Pensavo che sarebbe passato. Che si sarebbe ravveduto e sarebbe tornato da te. Eri così innamorata, pianificavi figli, compravi vestitini…

– Vestitini, – ripeté Elisa con amarezza. – Lui intanto cresceva il figlio di un’altra.

Si alzò e raggiunse la finestra. Nel cortile bambini giocavano e ridevano ignari tra le altalene. Elisa aveva tanto sognato figli suoi. Ora aveva quarantatré anni, col tempo che volava via.

– Elisa, perdonami, – Beatrice si avvicinò. – So di aver sbagliato. Ma non potevo distruggere la tua felicità.

– Quale felicità? – Elisa le si rivolse. – La felicità di vivere con un bugiardo adultero? Di sprecare i migliori anni con chi non ti ama?

– Ti amava! Ho visto come ti guardava.

– Visto? Quando? Mentre mi tradiva con l’amante incinta?

Beatrice abbassò lo sguardo. Le parole ferivano, ma sapeva di meritarle.

– Credevo di fare il bene, – sussurrò.

– Il bene? – Elisa rise, ma era un riso carico di dolore. – Il vero bene era dirmi la verità allora. Forse non avrei sprecato dieci anni con quest’uomo.

In ingresso squillò il telefono. Elisa andò a rispondere, mentre Beatrice rimase alla finestra.

– Pronto? – disse Elisa stanca nel ricevitore.

– Ciao, sono Sergio. Stasera mi trattengo al lavoro. Non aspettarmi per cena.

Elisa guardò l’orologio. Le sette di sera. L’ufficio era chiuso da ore.

– Capito, – rispose secca. – Arrivederci.

Riagganciò e tornò in cucina. Beatrice era in piedi, strizzando un fazzoletto.

– Era lui?

– Sì. Ancora in ritardo.

– Elisa, ma forse ora è diverso? Magari è cambiato?

Elisa estrasse dalla borsa alcune foto e le gettò sul tavolo.

– Guarda tu stessa.

Beatrice si chinò. C’era Sergio con la solita donna, più matura, e accanto loro un bambino di circa nove anni.

– È suo figlio, – spiegò Elisa. – Ieri ho assunto un investigatore privato. Pare che Sergio conduca una doppia vita da dieci anni. Ufficialmente sta con me, ma ha un’altra famiglia.

Beatrice portò una mano alla bocca.

– Dio, Elisa, non sapevo…

– Certo che no. Perché hai taciuto dieci anni, anziché parlare.

– Ma se ti avessi detto allora, mi avresti creduta?

Elisa rifletté. L’avrebbe fatto? O avrebbe pensato all’invidia dell’amica?

– Non so, – rispose con sincerità. – Forse no. Ma avrei potuto verificare. Così ho vissuto dieci anni nell’ignoranza.

Beatrice si alzò e andò ai fornelli. Accese il bollitore, sebbene il tè fosse già pronto.

– Cosa farai ora? – chiese.

– Chiederò il divorzio. Cos’altro resta
Sergio entrò e, vedendo le foto sparse sul tavolo, il suo sguardo spaventato tradì le menzogne mentre Elena trovava finalmente la forza di riprendersi la vita dalle grinfie dell’inganno.

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