Maria stava sistemando la casa siciliana per l’estate quando il cellulare prese a trillare. Era suo suocero.
– Allora, questa volta spero non faranno solo un paio di giorni? Resterete più a lungo da noi? Martina, perché non rispondi?
– Ctà Giuseppina, buon compleanno! Non siate mai male, prendete cura di voi! Quando sistemiamo tutto con Luca, vi richiamiamo subito.
Martina riagganciò in fretta.
“Povera me, che situazione,” pensò, posando il telefono. “Stavolta la conversazione era gradevole, mia suocera era amichevole come mai, eppure avevo solo voglia di concludere quel discorso in fretta.”
A Maria non faceva piacere passare l’estate da Giuseppina, in una villetta affollata lontano da Palermo, coincido con il periodo di congedo anche per Luca. Aveva davvero sperato in un’estate diversa, magari al mare o in Sicilia, dove i suoi genitori si trovavano sempre vicini. Aveva provato a suggerire, ma Luca era irremovibile: “E cos’altro si fa? Bisogna rispettare sempre gli anziani e far felici i genitori”.
– Mart, io ci vedo i miei genitori una volta all’anno. Se non andiamo da loro, i ragazzi dimenticheranno pure l’esistenza dei nonni che vivono in Emilia.
– Tesoro, non vorrei sembrarti maleducata… Ma non ti sei mai chiesto se questi viaggi ti appartengono solo a te?
– Che intendi? Luca la guardò sorpreso, corrugando la fronte.
– Che Laura e Luca si sentono bene quando Mia o voi siete a casa? Giuseppina mi chiede solo foto dei ragazzi o video per farle vedere alle vicine. Mai interessi veri su come va la loro vita o com’è il loro cuoco.
– Mart, non vorresti fermarti a pensare? Abbiamo troppa distanza. Mia madre non si vede con i nipoti, ma se vivessimo più vicini, sarebbe diverso.
– Ti ricordi quante volte in un anno tua madre ha preso un permesso per venire da noi? Vieni, affrontiamo la realtà: a Giuseppina non interessa davvero. A noi piacerebbe essere un po’ più liberi.
– Ma tua madre è straordinaria. Glielo dico spesso. Mi ha sempre supportato. Giuseppina è diversa.
– Tesoro, tua madre ci tratta come sua famiglia. Passiamo tempo insieme, festeggiamo insieme. La tua suocera invece… non si impegna mai. Non è un’abitudine sana.
– Mart, non ti chiedo niente. Tutti sono diversi. Tua madre è allegra, viva. La mia è più metodica. Ma non possiamo non visitarla!
In quel momento, Martina trattenne la lingua. Ma non stavolta.
– A me non piace stare lì. A me e ai ragazzi non ci troviamo bene. Mi sento a disagio, non riesco a esprimermi bene.
– Ma perché? Per due stanze, pulite, comode… Che altro potrebbe servire? E il cibo? Non è perfetto?
– Luca, sappiamo tutti che si dice: “Chi smorza troppo la stanza, la mantiene con gli spari.” Questo raffigura il mio stato d’animo.
– Ora non capisco. Ero convinto che a voi piacesse stare lì. Mi deludi.
– Noi spendiamo tante energie per soddisfare la sua attenzione, ma nessuna emozione reale.
– Mart, sei troppo sensibile. Per anni hai mantenuto la pace. Non vorrai rovinarti il riposo con le sue lamentele?
Martina si alzò, paziente ma decisa.
– Ti prego, Luca. Prova a vivere con me la prossima volta. Non è impossibiile.
Gli approcci successivi mostrano Giuseppina sempre più contrariata. La visita si conclude con l gia decisione di Luca e Martina di trascorrere l’estate in Sicilia, dove potranno vivere davvero. La lezione era chiara: a volte, per mantenere l’armonia familiare, bisogna mettere i propri confini. “Chi si stanca a sedere, si riscuote a dolori,” si disse Martina, guardando i figli ridere felici.