Casa al figlio, rancore alla figlia

Sto male. Sofia non mi ha parlato per giorni. L’ho sentita ieri, ma le sue parole mi hanno trapassato come rasoi. Non riesco a smettere di rimuginare. Il nostro rapporto è sempre stato… complicato, ma queste ultime settimane hanno straziato lo spezzato. Franco, il nome che ho portato per settant’anni, adesso mi sembra insopportabile. Non so più chi sono, se davvero sono quel padre che ho sempre creduto di essere.

L’ho vista uscire di corsa ieri sera, afferrando la sua borsa con le dita articolate, il mento sollevato come se volesse nascondere le lacrime. Carlotta, la mia Carlotta, mi ha lanciato un’occhiata furtiva prima di chiudersi la porta alle spalle. Il cuore mi si è stretto. Non dovrebbe assistere alle nostre liti. Lei non capisce, non può. Ma io sì. So perfettamente che ho fatto la cosa sbagliata.

Ogni volta che Luca torna a casa, la storcina di Sofia si acuisce. “Mio fratello è un imbecille, papà”, mi ha detto ieri, con il tono stridulo che prende quando le ferite si aprono. Luca ride, ride come se non ci fosse niente di male. Lui ha paura, lo so. Gli ho detto che avrei contribuito all’acquisto del loro appartamento, ma non basta. Sofia ne vuole di più. Chiede quel cosa ho costruito con le mie mani, la casa che maledettamente ha visto nascere Luca.

Non è giusto. Mia moglie non sarebbe mai stata d’accordo. Lei diceva sempre che in famiglia non si facevano distinzioni. Io l’ho tradita, Sofia l’ha capito e non gliene importa di perdonarmi. Forse non posso mai aspettarmelo. Come posso chiederle di perdonarmi quando l’ho messa da parte per tutto il tempo?

La colpa è mia. Ho cresciuto Luca, ho visto crescere il fratello di Sofia, ho dato a lui i miei risparmi, le mie attenzioni, le mie decisioni. Sofia… Sofia è stata sacrificata sull’altare della tradizione. “La casa spetta al figlio”, ho ripetuto come un sacerdote quando lei mi ha accusato. Ma che cazzo che ha senso adesso? Sofia non è più la bambina di una volta. È una donna adulta, una donna sola con suo figlio. Andrea, il suo ex, si è dileguato nel nulla, come fa sempre chi non si assume responsabilità.

E Luca… Luca è un bravo ragazzo. Ha sposato Elena, una donna a cui do molti complimenti, ma che scopre che non amo in ogni particolare. Lei mi dà conforto, mi abbraccia e mi fa sentire importante, ma in fondo non capisce. Non può capire il dolore che stringe il petto di Sofia. E io… io non so più chi dovere amare di più. Sofia mia, Luca mio… chi non lo so. Sono solo un vecchio che ha perso la strada.

Stasera, quando i nipoti sono andati a letto, Elena mi ha guardato con quei suoi occhi da levatrice di cuori. “Padre, non puoi continuare a fare il giusto all’indietro”, mi ha detto. Le ho risposto con un colpo d’aria. Non ho le forze. Ma dentro di me so che ha ragione. So che devo trovare un modo per sistemare le cose, anche se farò incastrare Luca una volta per tutte.

Forse dovrò vendere la casa, dividere gli accordi legali, accettare di dovere bene a entrambi. Non sarà facile, specialmente con Luca che si butta muri in testa, ma è l’unico modo. Devo farli stare entrambi, o perdo entrambi.

E Sofia? Sofia ha bisogno di sentirsi amata, non abbandonata. Non so se me lo perdonerà mai, ma almeno tenterò. Non posso vivere con quest’ombra dentro di me, non mentre Carlotta cresce, non mentre i miei figli si allontanano.

Domani parlerò con Luca. Devo spiegargli. Perdonatemi, Sofia, ti prometto che farò male a fare la cosa giusta stavolta. Non è mai troppo tardi per cambiare.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

18 + eleven =

Casa al figlio, rancore alla figlia