Era un piano di riserva

Era la seconda scelta

— Chiara! Ma che stai facendo?! — gridò la donna al telefono, la voce tremante di rabbia. — Lo sai che è il mio matrimonio! Il mio! Aspetto questo giorno da un anno e mezzo!

— Piccola, tesoro, ma capiscimi! — rispose la voce calma dell’amica. — Luca mi ha chiamato lui ieri sera. Lui! Dovevo forse dirgli di no? Ci siamo frequentati all’università, lo sai bene!

Chiara si lasciò cadere sul divano, il telefono che le tremava in mano.

— Ma il matrimonio è fissato per sabato! L’abito è già comprato, gli invitati confermati, il ristorante prenotato! Francesca, come hai potuto?

— E cosa potevo fare? Mi ha detto di aver capito di aver sbagliato. Che ama me, non te. Chiara, mi dispiace, ma il cuore non si comanda…

Chiara scaraventò il telefono sul divano e scoppiò in lacrime. Fuori, la pioggia fine di ottobre bagnava i vetri, sul tavolo c’era la cartella con i documenti per il municipio, e nell’armadio pendeva l’abito bianco che aveva comprato con le lacrime agli occhi di gioia.

La mamma entrò in camera sentendola piangere, si sedette accanto a lei e la strinse tra le braccia.

— Che succede, amore mio?

— Luca… Luca sposa Francesca — riuscì a dire Chiara tra i singhiozzi. — Domani vanno in comune a firmare. E il nostro matrimonio sarebbe stato tra una settimana!

Valentina scosse la testa e la strinse più forte.

— Allora non era destino, piccola. Allora non era l’uomo giusto per te. Meglio scoprirlo ora che soffrire per tutta la vita.

— Ma perché, mamma? Perché finisco sempre come seconda scelta? — singhiozzò Chiara. — Alle superiori, Marco stava con me finché non è arrivata quella nuova. All’università, Matteo mi ha corteggiata per mesi, poi è scappato con una compagna di corso. E ora Luca…

La mamma le accarezzò i capelli in silenzio. Ricordava bene come Chiara si preparava al matrimonio, come brillava di felicità quando provava l’abito. Luca non le era mai piaciuto del tutto — c’era qualcosa in quel ragazzo che la metteva in allarme. Troppo elegante, troppo bello, sapeva dire le cose giuste. Ma gli occhi… gli occhi erano vuoti.

— Mamma, e adesso cosa faccio? Come guardo la gente in faccia? Tutti sanno del matrimonio! Zia Rosina ha già comprato i biglietti da Firenze, zio Paolo ha preso ferie…

— Cosa fai? Vivi. Sei giovane, bella, intelligente. Troverai la persona giusta, quella vera.

Chiara alzò gli occhi gonfi di lacrime.

— E se non la trovo? Ho già ventisette anni, mamma. Tutte le amiche sono sposate, hanno figli. Io invece come un’idiota vado a appuntamenti e ogni volta spero…

— Lo troverai — disse con fermezza la mamma. — Lo troverai di sicuro.

Solo che non le disse la cosa più importante: che anche lei aveva vissuto una storia simile. Che era stata la seconda scelta di qualcuno, finché non aveva incontrato il padre di Chiara. Lui era un operaio, non un bell’uomo, né ricco, ma l’amava davvero, fino all’ultimo giorno della sua vita.

Il campanello interruppe i suoi pensieri. Chiara trasalì — e se fosse Luca? Se si fosse pentito?

Sulla soglia c’era la vicina, zia Lina, con un vasetto di marmellata in mano.

— Chiara, tesoro! Ho sentito… Non ti abbattere così! Quell’uomo non vale niente, quel tuo Luca. L’avevo capito subito la prima volta che l’ho visto. Occhi che non stanno fermi, mani sudate. Non è un uomo, solo…

— Zia Lina, per favore — disse stanca Chiara.

— No, devo dirlo! Devi sentire la verità! Sei una ragazza bella, laboriosa, buona. Gente come te è rara. E lui è un cretino se non l’ha capito. Ascoltami, piccola — la vicina si sedette sul divano. — Ho un nipote, Marco. Divorziato, sì, ma un brav’uomo. Lavora in fabbrica, non beve, adora i bambini. Ve lo presento?

Chiara scosse la testa.

— No, zia Lina. Non è il momento.

— Va bene, ma glielo dico lo stesso. Magari un giorno viene lui da te.

Dopo che la vicina se ne fu andata, Chiara rimase a lungo alla finestra a guardare la pioggia. I pensieri le giravano in testa — perché succede sempre così? Perché finisce sempre come un porto temporaneo per gli uomini, in attesa che trovino di meglio?

Alle superiori si era innamorata davvero di Marco Rossi. Era il capitano della squadra di calcio, tutte le ragazze sospiravano per lui. E aveva scelto lei — Chiara, timida e riservata, della classe accanto. Avevano frequentato per sei mesi, Chiara credeva fosse amore vero. Marco le regalava bigliettini fMentre la pioggia continuava a cadere, Chiara sorrise tra sé, sapendo che un giorno avrebbe trovato qualcuno che l’avrebbe scelta per prima, e non per ultima.

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