Torta e altre delusioni

**La Torta e le Altre Delusioni**

Elisa montava la panna per il pan di spagna, i suoi gesti precisi come quelli di un orologiaio. La torta per sua figlia Giulia doveva essere un capolavoro: tre strati, mousse alla vaniglia, lamponi freschi, riccioli sottili di cioccolato. Oggi Giulia compiva diciotto anni, ed Elisa sperava che quella torta — la migliore dei suoi vent’anni da pasticciera — potesse sciogliere il muro cresciuto tra loro nell’ultimo anno.

«Mamma, non hai ancora finito?» Giulia irruppe in cucina, le sue scarpe da ginnastica scricchiolavano sul linoleum. «Giorgia sta arrivando e qui è un disastro!»

«Quasi pronto» sorrise Elisa, asciugandosi le mani sul grembiule. «Che ne pensi?»

Giulia diede un’occhiata fugace alla torta, il suo volto rimase impassibile.

«Beh… normale. Solo che, sai, Giorgia dice che queste torte non vanno più di moda. Adesso tutti fanno roba minimalista, niente di queste… decorazioni.»

Elisa sentì il cucchiaio diventare più pesante tra le sue dita.

«Non sono decorazioni, Giulia. Sono i tuoi motivi preferiti, come sulla torta del tuo decimo compleanno. Ti ricordi?»

«Mamma, avevo dieci anni» Giulia alzò gli occhi al cielo. «Va bene, vado a sistemare il salotto. Papà ha di nuovo riempito tutto di carte.»

Se ne andò, lasciandosi dietro una scia di profumo e la sensazione che Elisa stesse parlando al vuoto.

***

Alle sei di sera il salotto era trasformato: palloncini, festoni, un tavolo con stuzzichini. Elisa posizionò la torta al centro, le sue bacche brillavano sotto la luce del lampadario come piccoli rubini. Ricordò quando, l’anno prima, Giulia aveva rifiutato la festa in famiglia, scappando con gli amici al bar. «Sono grande, mamma» aveva detto. Elisa aveva risparmiato per mesi, rinunciando a scarpe nuove e a un corso di cucina per rendere tutto perfetto.

Il campanello squarciò i suoi pensieri. Giulia corse ad aprire e nella casa entrò Giorgia — alta, con unghie rosa accese e uno sguardo che valutava tutto come uno scanner.

«Oddio, ma cos’è questa torta?» Giorgia si fermò davanti al capolavoro di Elisa, inclinando la testa. «Giulietta, ma sei seria? È da bambini!»

«Beh, è il vezzo di mia mamma» sogghignò Giulia, ma le sue guance si accesero. «Le piacciono queste cose… retrò.»

«Retrò?» Giorgia rise, la sua voce risuonava come vetro rotto. «Sembra uscita dagli anni Novanta! Ora vanno i *naked cakes*, con le bacche e niente panna. Vero, Giulia?»

Elisa strinse il bordo del grembiule, sentendo la cucina stringersi intorno a lei.

«Buonasera, Giorgia» cercò di sorridere. «È una torta secondo i gusti di Giulia. Ha sempre amato la vaniglia e i lamponi.»

«Amava» sottolineò Giorgia, guardando Giulia. «Ma i gusti cambiano, no? Ora sei tutta vegana, vero?»

Giulia esitò, tormentando un braccialetto.

«Non proprio… ma Giorgia ha ragione, mamma. Magari l’anno prossimo fai qualcosa di più moderno?»

Elisa sentì il cuore contrarsi, ma annuì.

«Va bene, Giulia. Intanto accogliamo gli ospiti.»

***

Gli invitati, amici di scuola e università di Giulia, riempirono il salotto di risate e musica. Elisa serviva gli antipasti, cercando di ignorare Giorgia che sussurrava qualcosa a Giulia indicando la torta. Suo marito, Luca, era in un angolo, immerso nel portatile. Il suo “progetto urgente” era sempre più importante delle cose di famiglia.

«Elisa, tutto bene?» Luca alzò lo sguardo per un attimo. «La torta è fantastica, come sempre.»

«Grazie» Elisa forzò un sorriso. «Puoi aiutare con le bevande?»

«Un attimo, finisco questa mail» tornò a fissare lo schermo.

Elisa tornò al tavolo dove Giorgia pontificava sulle “feste trendy”.

«A Milano c’è stata una serata giorni fa» annunciava. «Torta senza glutine, senza zucchero, al matcha. Questo è stile! Mentre qui…» accennò alla torta di Elisa, «sembra fatta dalla nonna.»

Gli ospiti risero. Giulia arrossì ma tacque, tormentando la tovaglia.

«Giorgia, è la torta di mia mamma» mormorò. «Ci ha messo impegno.»

«Impegno?» Giorgia alzò le sopracciglia. «Giulietta, l’impegno è una cosa, seguire le tendenze un’altra. Non vuoi che i tuoi diciotto sembrino una festa di bambini?»

Elisa sentì le guance ardere. Voleva replicare, ma il suo sguardo cadde su Giulia, che aveva abbassato gli occhi come per assentire.

***

Il culmine arrivò con le candeline. Elisa portò avanti la torta, le mani tremanti per l’emozione. Gli ospiti tacquero, i telefonini puntati su Giulia. Elisa accese le candele, la loro luce si rifletteva negli occhi della figlia, come quando era bambina.

«Giulia, esprimi un desiderio» sorrise Elisa, sentendo un nodo in gola.

«Aspetta» Giorgia avanzò, la sua voce tagliò il silenzio. «Ma sono candele normali? Giulia, dicevi che volevi quelle a fuoco d’artificio! È il tuo giorno!»

«Fuochi d’artificio?» Elisa si confuse. «Giulia, non mi hai mai detto…»

«Perché tanto fai sempre come ti pare!» esplose Giulia, la voce tremante. «Mamma, ti avevo chiesto qualcosa di semplice, moderno, e invece eccoti con le tue torte da matrimonio! Ho diciotto anni, non sono più una bambina!»

Gli ospiti sussurravano. Elisa sentì il pavimento mancarle.

«Giulia, volevo che ti piacesse» la sua voce era appena un soffio. «È il tuo gusto preferito…»

«Preferito?» rise Giulia, ma negli occhi le brillavano lacrime. «Non sai neanche che non mangio più lamponi da un anno! Giorgia ha ragione: vivi nel tuo mondo!»

«Dai, non esagerare» Giorgia le posò una mano sulla spalla, come un direttore d’orchestra. «Spegni le candeline e passiamo oltre. Torte così non le mangia nessuno.»

Elisa guardò Luca, cercando sostegno, ma lui scrollò le spalle.

«Elisa, lascia perdere. Che si divertano.»

«Divertano?» Elisa si avvicinò al carrello, la voce rotta. «Ho passato tre mesi a pianificare tutto. Ho risparmiato, studiato tecniche nuove per vedere Giulia sorridere. E tu, Giorgia, chi sei per decidere qui?»

Giorgia alzò il mento, il sorriso gelido.

«Sono l’amica di Giulia. Mentre tu, Elisa… sei solo una mamma che non capisce che il suo tempo è finito.»

Silenzio. Giulia fissava il pavimento.

«Giulia» Elisa si rivolse alla figlia, «dimmi qualcosa. È il tuo giorno. Cosa vuoi?»

Giulia tacque, le labbra tremanti. Giorgia tossicchiò, come un incoraggiamento.

«Mamma» sussurrò infine, «voglio che sia come dico io. Senza le tueE poi, mentre la porta si chiudeva alle sue spalle, Elisa capì che a volte l’amore più grande è lasciare andare, anche quando fa più male.

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