“Peccato non sia mio”
“Ragazze, venite da me sabato! Ci faremo due chiacchiere e un bicchiere di vino,” disse allegramente Dana alle colleghe Chiara e Alina, che annuirono ridendo.
“Porto io una bottiglia di Brunello,” promise Chiara, esperta di vini pregiati.
“Io preparerò qualcosa di buono,” aggiunse Alina, famosa per le sue doti culinarie.
“Dana, perché a casa tua? Potremmo andare al bar,” chiese Chiara.
“Ma figurati, al bar ci andiamo sempre! A casa possiamo farci due risate senza preoccuparci di cosa pensa la gente,” replicò Dana.
“Hai ragione,” concordò Alina. “Deciso allora!” E scoppiarono a ridere.
Le tre amiche, tutte sui quarant’anni, lavoravano insieme da anni. Erano unite anche da un altro dettaglio: nessuna era sposata. Dana aveva divorziato dieci anni prima. Chiara, mai sposata, aveva una figlia già autonoma. Alina, più tranquilla delle altre, aveva un figlio e un ex marito che l’aveva lasciata senza spiegazioni.
Dana aveva quasi trovato un nuovo amore, ma lui era scappato in Germania con un’altra.
“Che vada al diavolo,” sbottò lei, ma dentro soffrì. Chiara, bella e spigliata, aveva avuto tanti uomini, ma mai uno serio. Viveva sola e guidava una Fiat 500. Alina, timida ma con quel non so che, era considerata una “topolina grigia” dalle amiche, che però non glielo dicevano.
Il sabato, Dana preparò tutto: pulì casa, apparecchiò, comprò i suoi amaretti preferiti. Chiara e Alina arrivarono insieme, ridendo e bevendo. Alina, però, appena assaggiò il vino.
“Non capisco,” le disse Chiara, “perché non bevi?”
“Scusate… ho un appuntamento con Marco,” ammise Alina, imbarazzata.
“Con Marco?” fecero eco le altre.
“Sì, problemi?”
“Ma no, solo che non ci avevi detto niente,” replicò Dana.
“Ieri sera mi ha chiamato all’improvviso,” disse Alina. “E… gli ho dato il tuo indirizzo. Verrà qui a prendermi.”
Dana rise. “Benissimo, così lo conosciamo!”
Mentre mangiava un amaretto, osservava Alina che si sistemava i capelli con la piastra. Chiara taceva.
“Dana, hai della lacca?” chiese Alina.
“Sì, in bagno.”
Le due erano certe che la storia tra Alina e Marco sarebbe finita presto. Alina si innamorava facilmente, ma gli uomini la deludevano sempre.
“Ragazze, come sta la pettinatura? Sono nervosa…”
“Bene,” risposero. “Ma perché tutta questa agitazione?” aggiunse Chiara. “Mica sarà un Adonio questo Marco!”
Alina sorrise e uscì per ritoccare il trucco.
“Non capisco come abbia trovato qualcuno,” mormorò Chiara. “È timida, ha quarantasei anni… Sarà un altro per caso.”
Poi suonò il campanello. Dana si alzò ridacchiando. “Vediamo chi è!”
“Salve,” disse una voce maschile. Un uomo alto, con capelli scuri e qualche filo bianco, reggeva tre mazzi di fiori. Le donne rimasero senza parole.
“Pronta?” chiese a Alina, poi porse i fiori anche alle altre. “Sono Marco,” si presentò.
Chiara lo spinse dentro. “Un bicchiere di vino?”
“No, grazie,” rispose gentile. “Un’altra volta.”
Dana offrì del succo, che Marco bevve a metà. Poi, abbracciando Alina, salutò. “Felice di avervi conosciute.” E se ne andarono.
Le amiche si scambiarono uno sguardo sbalordito.
“Non può essere innamorato di Alina,” disse Chiara. “La userà e basta.”
“Che uomo incredibile,” sospirò Dana. “Dove l’ha trovato?”
“Ma dai, è solo un flirt,” sbuffò Chiara.
Nei mesi seguenti, Alina arrivava al lavoro raggiante. Marco la portava in giro, la presentava agli amici. Chiara e Dana aspettavano la fine, ma non arrivava.
Un giorno, Dana incrociò Marco per strada.
“Buonasera,” le disse lui sorridendo. “Posso chiederle un consiglio?”
La condusse in una gioielleria.
“Mi piace questo anello con smeraldo,” disse.
“Bellissimo,” mormorò Dana, sperando fosse per lei.
“Perfetto!” esclamò lui.
Dana non disse nulla alle amiche, sognando il momento in cui Marco glielo avrebbe donato.
Poi, un venerdì, Alina annunciò: “Marco ci invita al bar. Ha una sorpresa.”
Dana tremava. Forse quella sera avrebbe avuto il suo anello.
Arrivati al bar, entrarono e videro Marco, elegante, con dei fiori. Si avvicinò.
“Alina,” disse, “voglio chiederti di sposarmi.”
Lei gridò di gioia. “Sì!”
“È grazie a Dana se ho scelto questo anello,” aggiunse Marco.
Dana sorrise forzatamente. “Siate felici.”
Ma dentro pensò: *Peccato non sia mio.*