Peccato non sia il mio

Venerdì, 26 maggio

Oggi è stata una giornata strana, piena di emozioni contrastanti. Mentre riordino i pensieri, sento il bisogno di scrivere.

“Ragazze, venite da me sabato. Così ci godiamo una serata tranquilla con un bicchiere di vino e due chiacchiere sincere,” ha detto Daniela alle colleghe Chiara e Michela, che hanno annuito ridendo.

“Porto una bottiglia di quel Barolo che mi piace tanto,” ha promesso Chiara, sempre esperta di vini.

“Io preparo qualcosa di buono,” ha aggiunto Michela, la nostra cuoca per eccellenza.

“Daniela, perché a casa tua? Non sarebbe meglio un bar?” ha chiesto Chiara.

“Ma dai, nei locali siamo sempre sotto giudizio. A casa possiamo ballare, ridere senza preoccuparci,” ho risposto.

Michela ha concordato: “Hai ragione, tra quattro mura ci sentiamo più libere.”

Siamo tutte e tre sulla quarantina, amiche da anni, accomunate anche dalla stessa condizione: single. Io, Daniela, divorziata da un decennio. Chiara, mai sposata, ma con una figlia ormai adulta. Michela, l’unica che aveva creduto nel matrimonio, lasciata sola con un bambino piccolo.

A volte penso che la vita sia ironica. Anch’io quasi mi risposai, ma lui se ne andò in Germania con un’altra senza una spiegazione. “Che vada al diavolo,” dissi allora, ma dentro mi ferì profondamente.

Chiara è bella, vivace, ma incapace di legami seri. Michela, invece, non è proprio un’icona di bellezza, ma ha un qualcosa… anche se io e Chiara, tra noi, la chiamavamo “la topolina grigia”.

Sabato ho apparecchiato con cura, comprato i miei amaretti preferiti. Sono arrivate insieme, ridendo come sempre. Michela, però, ha solo assaggiato il vino.

“Perché non bevi?” ha chiesto Chiara.

“Scusate, stasera ho un appuntamento con Marco,” ha sussurrato, quasi in colpa.

“Marco?!” siamo rimaste sbalordite.

“E allora perché sei venuta?” ho chiesto.

“Volevo presentarvelo… Daniela, spero non ti dispiaccia, ma gli ho dato il tuo indirizzo. Verrà a prendermi qui.”

Che sorpresa! Pensavamo che questa storia sarebbe finita in nulla, come sempre. Invece, quando è suonato il campanello, ci siamo trovate davanti un uomo attraente, capelli scuri con qualche filo d’argento, sorriso sincero. Portava tre mazzi di fiori.

“Pronta?” ha chiesto a Michela, poi ci ha regalato i fiori. Io e Chiara eravamo senza parole.

Ha rifiutato educatamente di restare, bevuto un succo e se n’è andato con Michela abbracciata a lui.

“Dai, un tipo così non può davvero innamorarsi di Michela,” ha sbuffato Chiara.

Ma i mesi sono passati e loro erano ancora insieme. Michela, sempre più raggiante.

Poi, l’altro giorno, ho incontrato Marco per caso. Mi ha invitata in gioielleria.

“Che ne pensi di questo anello con smeraldo?”

Bellissimo, ho pensato. Forse è per me?

Venerdì Michela ci ha annunciato: “Marco ci invita a cena, ha una sorpresa.”

Ero elettrica. Forse avrebbe dichiarato il suo amore per me davanti a tutti.

Invece, davanti a un caffè, si è inginocchiato davanti a lei.

“Michela, vuoi sposarmi?”

Il mio cuore è affondato. Quell’anello era per lei.

“Tra l’altro,” ha detto Marco guardandomi, “Daniela mi ha aiutato a sceglierlo.”

Ho sorriso, ma dentro mi sentivo vuota.

Peccato solo che non sia mio. Mi ero illusa, inventando storie che non esistevano.

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