Valentina accese la musica e ordinò: “Basta malinconia, balliamo! Fiorella, comincia tu!”, ma mia nipote esitò: “Mamma, ho addosso l’abito da sposa!”, e Valentina ribatté decisa: “È il tuo abito, usalo come vuoi!”, così Fiorella iniziò a muoversi incerta, poi sempre più sicura, mentre altre donne la raggiungevano e i brindisi diventarono agli “uccelli liberi” e alle “donne con le redini della vita”, e alla fine, mentre i parenti se ne andavano sussurrandole “Resterai meravigliosa, vedrai”, la osservai in cucina, ancora in bianco, sorseggiare un tè con la torta nuziale, e quando Valentina chiese “Rimpiangi di non aver annullato?”, la sentii rispondere sorridendo “Oggi ho imparato che essere sole non significa essere perse, ma pronte a scegliersi”, e mentre si alzava per cambiarsi, il riflesso nel vetro della credenza mostrò non una sposa abbandonata, ma una donna intera che aveva appena sposato se stessa.
Matrimonio senza sposo
