Ehi, ti racconto questa storia che ho in mente, adattata alla nostra bella Italia.
Dall’alto della sua esperienza, Speranza ha capito una cosa ed è convinta che nella vita nulla accada per caso. Ogni incontro, ogni conoscenza è scritto nel destino.
«E puoi dire quel che vuoi su coincidenze o casualità, ma non è così», dice con sicurezza. «C’è chi pensa di poter cambiare o ingannare il destino, ma nessuno ci è mai riuscito. Ognuno ha il suo scheletro nell’armadio, sepolto in fondo, che nessuno deve sapere», riflette tra sé e sé. «Anch’io ce l’ho, è normale. Ma non voglio che qualcuno lo scopra».
Guardando dalla finestra un melo selvatico in fiore, le tornò in mente un maggio ugualmente rigoglioso. Il profumo dei lillà era nell’aria mentre Speranza e Fiorella tornavano da scuola, frequentavano la quinta liceo. Allora era l’ultimo anno, e le ragazze si preparavano agli esami. Amiche inseparabili fin dall’infanzia, vivevano vicine e studiavano nella stessa classe. Quanti segreti condividevano! Fiorella era più timida e delicata, con le guance sempre rosse come papaveri. Speranza, invece, vivace e spavalda, la difendeva in ogni occasione.
«Fiore, ma davvero non sai rispondere o difenderti? Dai, basta un colpo di libro sulla testa a quel Federico, e smetterà di legarti la treccia alla sedia», la incoraggiava.
Fiorella aveva una lunga treccia, e quel Federico, seduto proprio dietro di lei, gliela legava alla sedia senza che se ne accorgesse. Quando si alzava, ricadeva goffamente sul sedile tra le risate dei compagni. Nessuno immaginava che Federico, in realtà, fosse innamorato di lei e cercasse così di attirare la sua attenzione. Ma a Fiorella non piaceva: troppo ribelle e immaturo.
«Speranza, non riesco a colpirlo, mi fa pena anche se se lo merita», rispondeva Fiorella.
«Beh, peggio per te. La prossima volta ci penso io», prometteva Speranza.
«Lascia perdere, ignoriamolo», replicava l’amica, modesta come sempre.
Dopo il liceo, si iscrissero insieme all’istituto tecnico per diventare periti commerciali. La loro amicizia si rafforzò, anche se Fiorella era diventata un po’ più decisa. Speranza usciva con Gianni di un’altra classe, mentre Fiorella passava le serate a casa.
«Dai, Fiore, ti presento un amico di Gianni. Un tipo simpatico, sempre pronto a fare battute», rideva Speranza. «Usciamo insieme, Stefano ha chiesto se conosco qualche amica».
«No, grazie. Sai che voglio innamorarmi sul serio, una volta per tutte».
«E intanto te ne stai lì ad aspettare il principe azzurro. Vieni al cinema domani con noi», la invitava.
Fiorella non voleva fare la terza ruota, e poi non le piaceva l’idea di conoscenze forzate. Credeva che il destino avesse già scritto tutto, e forse non era ancora il momento giusto.
Un giorno, però, notò che l’amica era turbata:
«Che succede, Speranza? Sei stranita».
«Ho litigato con Gianni. Siamo andati al cinema e lui ha notato due ragazze, è corso da loro ridendo come un matto. Io ero lì, come un’appendice. Dopo dieci minuti si è ricordato di me. E durante il film non faceva che girarsi a guardarle. Alla fine gli ho detto tutto quello che pensavo».
«E lui?», chiese curiosa Fiorella.
«Cosa vuoi che dica? Mi ha mandata a quel paese. Ha aggiunto che si era stufato di me. Io non sono stata da meno e l’ho mandato a fare un giro nello spazio… Fine della storia. Che non provi neanche a riavvicinarsi».
Gianni non lo fece. Speranza ci rimase un po’ male, ma presto se ne dimenticò. Poco prima della fine degli studi, decisero di fare una passeggiata al parco. Era primavera, faceva caldo. Chiacchieravano ridendo, Fiorella teneva in mano un libro. Un ragazzo le sfiorò il braccio per sbaglio, facendoglielo cadere. Si chinò subito a raccoglierlo e, imbarazzato, disse:
«Scusate, è stato un incidente». Poi, vedendo i loro sorrisi, si rasserenò. «Ecco, prendi. Giuro che non l’ho fatto apposta».
«Va bene, ti perdoniamo», rispose subito Speranza, mentre Fiorella restava in silenzio.
Il ragazzo era alto, bello, con occhi azzurri e capelli ricci che gli cadevano sulla fronte. Fiorella e lui si incrociarono con lo sguardo e in quell’attimo sentirono una forte attrazione.
«Succedono anche queste cose», pensò Fiorella, mentre lui la fissava senza distogliere gli occhi. Poi, riprendendosi, si presentò:
«Giosuè. Ma chiamami Giosuè».
«Speranza», rispose pronta la ragazza, «e questa è Fiorella».
«Piacere», disse Giosuè. «Dovete andare da qualche parte?»
«No, stiamo solo passeggiando».
A Speranza piacque subito. Decise che non lo avrebbe lasciato scappare, ma notò anche come l’amica lo guardasse con le guance in fiamme.
«Ecco, anche a Fiorella piace. Beh, con lei è facile, è troppo timida per contrastarmi».
A Giosuè, invece, piaceva Fiorella. Nonostante Speranza chiacchierasse senza sosta, i suoi occhi erano sempre puntati su di lei.
«Che ragazza dolce e riservata. Proprio il mio tipo», pensava.
«Anch’io non ho impegni, posso unirmi a voi?», chiese, guardando Fiorella. Lei finalmente sorrise e annuì.
Speranza rispose subito:
«Certo, così è più divertente. Tu studi o lavori?»
«Lavoro da un anno come insegnante di fisica, dopo la laurea».
«Capisco. A me non piacerebbe fare l’insegnante, troppo rumore, gli studenti sono indisciplinati».
Speranza continuava a parlare, Fiorella sorrideva in silenzio, e Giosuè, pur rispondendo, non smetteva di osservare l’amica.
«Fiorella, perché non dici nulla?», le chiese a un certo punto.
«Sto ascoltando», rispose, arrossendo.
Speranza capì tutto: a Giosuè piaceva Fiorella, e viceversa. Passeggiarono a lungo, poi lui le accompagnò a casa e, sorridendo, disse:
«Che bello che abitiate vicine. A domani, allora. Abbiamo detto che andiamo al cinema, no?», strizzò l’occhio a Fiorella e se ne andò.
Le ragazze erano affascinate.
«Niente male, questo qui», commentò Speranza. «Che ne pensi di Giosuè? Serio e già lavora».
«È carino», rispose Fiorella, entrando nel palazzo.
Speranza non riusciva a dormire, Giosuè le danzava nella mente.
«Niente a che vedere con Gianni, quello era un instabile. Giosuè è maturo e interessante».
Anche Fiorella era sveglia. Si era innamorata, e al primo colpo.
«Ma è possibile? Mi piace tantissimo. Ma Speranza non lo lascerà scappare… Pazienza, vedremo».
La sera dopo, andarono al cinema in tre, con Giosuè seduto in mezzo. A un certo punto, Fiorella sentì la sua mano sfiorare la sua e stringerla. Lo guardò, poi abbass