**Diario di un Uomo Disilluso**
Un tempo, nei paesini della campagna italiana, ci si divertiva senza internet. La gioventù ballava nelle feste di paese, persino ci si spostava tra i borghi vicini. Fu così che Eros, in sella alla sua vecchia moto, arrivò a una sagra e s’innamorò di Bianca. Timida, col viso arrossato ogni volta che lui le si avvicinava.
“Marco, dimmi… quella Bianca è già fidanzata?” chiese Eros a un amico.
“No, ma piace a molti. Ti sei invaghito?” rise Marco.
“È una bella ragazza,” mormorò Eros, deciso a non perdere l’occasione.
La musica suonava a tutto volume quando Eros le prese la mano per ballare. Non la lasciò più tutta la sera. Uscirono a notte fonda, sotto la luna piena.
“Ho la moto, vuoi un passaggio?” le propose.
“Meglio camminare,” rispose Bianca, timorosa.
Camminarono mano nella mano, felici come non mai. Bianca non aveva mai avuto storie serie, ma con Eros fu amore a prima vista. Quella sera, dopo averla accompagnata a casa, lui ripartì verso il suo paesino a qualche chilometro di distanza.
“Ecco cos’è l’amore,” pensò Bianca, incapace di dormire.
Col tempo, Eros cominciò a frequentarla sempre più spesso. Un giorno le chiese: “Perché non ti rapisco e ci sposiamo?”
“Non serve rapirmi, sono già d’accordo,” rise lei.
“Allora aspetta i miei genitori!”
E così arrivò, su un calesse decorato con nastri e campanelli, proprio come nelle tradizioni. Bianca era perdutamente innamorata, nonostante i consigli della madre:
“Figlia mia, gli uomini troppo belli sono pericolosi.”
“Mamma, ci amiamo, andrà tutto bene.”
Vissero in campagna per tre anni, poi decisero di trasferirsi a Milano. Avevano un figlio, Matteo, e presto ne arrivò un altro, Luca. Eros trovò lavoro in fabbrica, Bianca in una sartoria. La vita in città era frenetica, ma si sistemarono. Con gli anni, comprarono mobili e vissero tranquilli. O almeno, così sembrava.
Al lavoro, le donne non lesinavano complimenti a Eros. All’inizio le ignorava, ma poi una collega, Silvia, lo invitò al suo compleanno. Fu la prima di molte altre. Tornava a casa sempre più tardi.
“Perché non sei mai qui?” chiese Bianca.
“Lavoro molto, sono bravo nel mio mestiere,” mentì lui.
Finché un giorno, le colleghe di Bianca le aprirono gli occhi.
“Tuo marito ti tradisce, con mezza Milano!”
“Se uno ama, non tradisce,” rispose lei, ingenua.
Quando lo affrontò, Eros non negò. “Sei sempre coi bambini, non mi dedichi tempo!”
“E quando dovrei, se torni solo per dormire?”
Si riappacificarono, ma il silenzio tra loro diventò pesante. Ormai Matteo era maggiorenne, Luca alle superiori. Un giorno, Eros annunciò:
“Me ne vado. Ho trovato una ragazza più giovane.”
Bianca non si stupì, non lo trattenne. “La casa resta a me e ai ragazzi,” disse.
“Meglio così,” pensò. I pianti arrivarono dopo. Dolorosa fu la richiesta di Eros della sua parte dell’appartamento, spinto dalla nuova compagna. Bianca riuscì a riscattarla con l’aiuto dei parenti.
Anni dopo, seppe da un’amica che la giovane amante l’aveva cacciato.
“Il karma esiste,” rise l’amica.
Bianca scrollò le spalle. “Ha avuto ciò che voleva.”
Quando Eros, anziano e malato, chiese rifugio, lei accettò solo per i figli. “Starai qui, ma pagherai l’affitto e sarai un estraneo.”
Presto scoprì che lui mentiva ai vicini: “Lei mi ha supplicato di tornare!”
Furiosa, chiamò Matteo: “Tuo padre se ne vada!” I figli lo sistemarono in una casa di riposo.
“Non rovinerò altre vite,” sospirò Bianca. Finalmente in pace.
**Lezione:** Chi semina vento raccoglie tempesta. Meglio la solitudine che la compagnia di chi non sa amare.