Oggi rileggo una storia che mi ha fatto riflettere molto, e voglio condividerla con il mio diario.
Giovanna Rossi vive sola e passa le giornate a lamentarsi con i vicini della figlia ingrata e della nipote che l’hanno abbandonata.
“Ho dedicato tutta la mia vita a loro, e sono le persone più vicine a essere crudeli e senza cuore. Non mi hanno mai ringraziato e mi hanno lasciata al mio destino.”
Giovanna è ancora una donna anziana piena di energia, ma non racconta mai che sua figlia Elena le manda soldi ogni mese, o che la nipote Sofia ha provato più volte a riconciliarsi con lei. La nonna, però, le ha sempre posto una condizione: “Mi riconcilierò solo se lasci tuo marito.” Sofia sospirava ogni volta e se ne andava.
Ora Sofia ha una sua famiglia. Si è sposata con Matteo. Entrambi hanno finito l’università e hanno trovato lavoro. Vivono ancora con la madre di Matteo, ma stanno cercando di comprare casa con un mutuo, soprattutto perché aspettano un bambino.
Il giorno in cui annunciò il suo fidanzamento con Matteo, tornò a casa piena di gioia.
“Mamma, nonna, io e Matteo ci sposiamo!” Aveva diciannove anni, tutta la vita davanti, il cuore pieno di felicità, e rideva spensierata.
La nonna la fissò lentamente, incredula, mentre Elena abbassò lo sguardo e rimase in silenzio. Sofia non capiva perché non fossero felici per lei.
“Mamma, nonna, avete sentito? Mi sposo!”
“Non se ne parla nemmeno!” sbottò improvvisamente Giovanna. “Ti sposi? Ma sei pazza?”
“Perché no, nonna? Cosa c’è che non va? Mamma, pensavo vi sareste rallegrate con me, invece…”
“Forse sei incinta?” domandò severa la nonna.
“No, perché? Se due persone si sposano, devono per forza aspettare un bambino?” rispose Sofia con un tono amaro.
Elena restava in silenzio, evitando di guardare la figlia.
“Meglio così. Allora lascia perdere quest’idea finché non finisci l’università. Adesso siediti, è pronto per cena.”
“Non ho fame, abbiamo già mangiato una pizza con Matteo.” Sofia era confusa, non capiva tanta ostilità.
La madre continuava a tacere. Sofia era corsa a casa per condividere la sua gioia, sperando nel loro sostegno.
“Mamma, perché non dici niente?”
Elena sollevò lo sguardo, poi gettò un’occhiata nervosa verso la nonna e, con un sospiro, rispose:
“Sofia, la nonna ha ragione. È troppo presto per sposarsi, devi pensare agli studi. E poi, adesso non è più di moda sposarsi così giovani.”
“Mamma, non mi interessa cosa è di moda! Io e Matteo ci amiamo e ci sposeremo, finiremo l’università lo stesso. E nessuno potrà fermarmi.”
La nonna non resistette e aggredì Elena con parole velenose:
“Eccoti accontentata! La mela non cade lontano dall’albero. Tua figlia vuole sposare un poveraccio come hai fatto tu. Per fortuna io ti ho fermata in tempo…”
Sofia era sconvolta. Non aveva mai conosciuto suo padre. Guardò la madre, che teneva la testa bassa.
“Nonna, mamma voleva sposarsi e tu gliel’hai impedito? Con mio padre?”
Giovanna rispose con disprezzo:
“E con chi altro? Un ragazzo senza un soldo, esattamente come Matteo ora. Sì, le ho proibito di sposarlo.”
“Ma non era povero, adesso ha un’azienda sua!” esclamò timidamente Elena.
“Tu lo hai rivisto?” domandò stupita la nonna.
“Sì, mi ha trovata sui social. Vive in un’altra città, si è trasferito dai suoi dopo l’università.”
Sofia era scioccata.
“Mamma, dimmi tutto. Mi avete sempre detto che papà ti aveva lasciata quando ha saputo della gravidanza, invece volevate sposarvi! Perché non l’hai fatto?”
Madre e figlia si scambiarono un’occhiata, poi Giovanna intervenne con voce fredda:
“Sono stata io a fermarla. Per il suo bene. Io non ho avuto una bella vita, volevo che almeno lei trovasse un uomo perbene. Invece si è innamorata di uno studente squattrinato con tre fratelli minori. Cosa poteva offrirle? Una casa piena di parenti e niente soldi?”
Sofia fissò la nonna e la madre, incredula. Le avevano mentito per anni su suo padre.
“Mamma, perché non hai lottato per l’amore?”
Elena si rannicchiò sulla sedia, senza rispondere.
“Lottare? Contro di me?” rise sarcastica la nonna. “Le ho dato un ultimatum: o me, o quel ragazzo.”
Sofia non riusciva a crederci. Guardò la madre con pena.
“Allora papà ha accettato senza combattere?”
“No, veniva ogni giorno sotto casa finché non ho minacciato di chiamare i carabinieri. Lo cacciai io.”
Sofia scosse la testa.
“Beh, nonna, a me non importa niente dei tuoi divieti. Troverò un lavoro, farò qualsiasi cosa, ma non rinuncerò a Matteo. E tu non potrai fermarmi.”
E improvvisamente, Elena si illuminò e guardò la figlia con un nuovo coraggio.
“Sposati, Sofia. Sii felice. Prendi le tue decisioni, non ascoltare la nonna. Io non l’ho fatto, e ne ho pagato le conseguenze. Il tuo amore vale più di tutto.”
Giovanna esplose di rabbia.
“Che sciocchezze dici? Come se non bastasse tua figlia, ora anche tu?”
“Sto insegnando a Sofia a vivere la sua vita, non la tua. Non permetterò che rovini anche la sua felicità.”
La nonna rimase senza parole. Elena, sempre sottomessa, ora la sfidava apertamente.
Il matrimonio di Sofia e Matteo fu bellissimo. Giovanna non venne, ma nessuno ne soffrì.
“Meglio così,” disse Sofia ridendo. “Avrebbe solo rovinato tutto.”
Due settimane dopo, Elena chiamò la figlia con una notizia inaspettata.
“Ho accettato la proposta di tuo padre. Vuole che mi trasferisca da lui.”
“Sono così felice, mamma! Finalmente avrai la vita che meriti.”
Elena partì, si risposò, e per la prima volta assaporò la vera felicità.
La lezione? L’amore non aspetta. E chi cerca di controllare gli altri, alla fine rimane solo.
*Meglio un giorno da leone che cento da pecora.*