Per non sfidare la fortuna

La bella e indipendente Alba si era innamorata, e che innamorata! Di un tale Adalberto così bello che persino lei ne era rimasta sconvolta. Lavorava in un salone di bellezza, lui era venuto per un taglio e si era seduto sulla sua poltrona.

“Piuttosto corto, per favore,” disse gentilmente, incrociando il suo sguardo. Tra loro scattò una scintilla, e che scintilla!

“Mamma mia, che bel ragazzo, e quegli occhi…” pensò Alba.

“Caspita, che bella che lavora qui! Non ci ero mai entrato prima, per puro caso. Che fortuna aver scelto proprio oggi. Ora devo solo scoprire se è libera. Una così non può essere single,” rifletteva Adalberto mentre Alba lavorava sui suoi capelli.

Finì il taglio troppo in fretta e subito se ne pentì: “Potevo perdere più tempo con lui, ma pazienza, è solo un cliente.”

Adalberto, però, non aveva intenzione di lasciarsela sfuggire. Uscito dal salone, controllò gli orari e, soddisfatto, andò in ufficio. Finiva prima del lavoro.

Alba uscì e lo trovò lì, con un mazzo di fiori. “Ciao, questi sono per te,” le disse sorridendo.

“Per me? Ma perché?” chiese stupita.

“Per il taglio, mi è piaciuto tantissimo,” rise lui, e Alba ridacchiò a sua volta. “Sei libera? Che ne dici di un caffè?”

“Volentieri,” rispose, anche se dentro di sé pensava: “Ma davvero un ragazzo così non ha nessuna?”

Al bar chiacchierarono piacevolmente. Adalberto si rivelò brillante e divertente, e Alba rise così tanto da dimenticare tutto il resto. Iniziarono a uscire da quel giorno. Lei aspettava che la lasciasse, ma la relazione continuava. Anzi, scoprì che era dolce e premuroso.

Passò il tempo. Cominciarono a parlare di convivenza e matrimonio. Alba sapeva che non avrebbe evitato problemi a causa della bellezza di Adalberto. Dovunque andassero, c’era sempre qualche donna pronta a lanciarsi sugli uomini altrui, soprattutto se belli. Ne era certa, e per questo rifiutava persino di sposarlo.

“Alba mia,” la chiamava lui a volte, “ma che ti sei messa in testa?”

“Non lo so, non posso sposarti perché… sei troppo bello. E agli uomini belli non ci si deve fidare. Vedo come ti guardano.”

“Alba, cosa vuoi che faccia? Mi sfiguro?”

Lo guardò e capì di amarlo follemente, di quell’amore che ti prende l’anima. Amava i suoi occhi scuri e magnetici, lo sguardo caldo sotto quelle ciglia folte, i lineamenti perfetti. Adalberto era buono e fedele, e oltre a lei amava solo i computer.

Alla fine cedette e accettò di sposarlo.

“Alba, amore mio, per me sei la donna più bella del mondo,” ripeteva lui abbracciandola. E lei si scioglieva.

Anche se sapeva di essere carina, e che molti uomini la guardavano, per lei esisteva solo suo marito. Per di più, vedeva bene come le altre lo ammiravano.

Al salone arrivò una nuova collega, Simona, bella, chiacchierona e amichevole. Dopo poco, vide Adalberto venire a prendere Alba per la pausa pranzo.

“Santo cielo, che bel ragazzo!” esclamò guardandolo scendere dall’auto e prendere Alba per mano.

“Chi è?” chiese a una collega.

“Il marito di Alba.”

“Il marito?! Ma dai!” Simona sembrava sconvolta.

Da quel giorno, perse la pace. Voleva quell’uomo a tutti i costi, era una predatrice e non si sarebbe fermata. Iniziò a provocare Alba.

“Alba, non hai paura che qualcuna ti porti via il marito? Un uomo così è pericoloso da sposare.”

“No, non ho paura,” rispondeva Alba, anche se dentro iniziava a dubitare.

Simona non mollava, ogni giorno tornava sull’argomento.

“Alba, tutto bene con Adalberto? Ancora non te l’hanno rubato?”

“No, va tutto benissimo. Non ci crederai, ma a mio marito interesso solo io,” rispose con uno sguardo che lasciò Simona perplessa.

“Non offenderti, Alba. Mi hai frainteso. Non voglio tuo marito,” si giustificò.

Ma Alba iniziò a preoccuparsi. “Perché ci sono persone così ficcane? Io e Adalberto stiamo bene, non ci interessano le chiacchiere.”

Simona continuava.

“Alba, scusami, ma gli uomini belli sono pericolosi.”

“Simona, parli per esperienza? Qualcuno ti ha fatto soffrire?”

“Eh, sì. Un tipo bello come un dio, ma corro

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