**Il suo sogno più grande**
“Mamma, ho visto Marco tornare da scuola con i pantaloni strappati,” disse la madre scuotendo la testa. “Di nuovo una rissa, vero? Probabilmente con Francesco. Ma quanto potete litigare? Siete compagni di classe!”
“Sì, mamma, è stato Francesco,” rispose il ragazzino con orgoglio. “Ma questa volta l’ho battuto. Lui ha iniziato, dice che Giulia è solo sua amica. Vedremo…” serrò il pugno, minacciando l’aria.
Francesco non se l’era passata bene, anche se l’ultima volta aveva avuto la meglio su Marco, imbrogliando—un colpo basso, una spinta, e poi si era gettato addosso a lui. Fin da bambini, i due rivaleggiavano per l’attenzione di Giulia, la più bella della classe. Quella sera, anche lei tornò a casa irritata.
“Marco ha litigato di nuovo con Francesco,” disse alla madre. “Ora Francesco avrà un occhio nero, e Marco si è strappato i pantaloni. Glielo dirà sua madre, e gli farà bene! Perché continua a provocarlo? E perché Francesco deve sempre difendermi? Non mi piace Marco…”
“Figlia mia, è sempre stato così, e sempre sarà,” sospirò la madre. “Le ragazze devono scegliere, i ragazzi si battono. È la vita.” Ma dentro di sé pensava con malinconia che presto la figlia sarebbe cresciuta, e quelle scelte sarebbero diventate serie.
“Non mi piacerà mai, mamma! Mai! Francesco è più simpatico, più bello. Marco è solo un secchione con gli occhiali!”
“Mai dire mai, piccola. La vita sa essere imprevedibile. Chissà cosa il destino ha in serbo per te…”
“Che c’entra il destino? È semplice: preferisco Francesco!” ribatté Giulia, mentre sua madre restava in silenzio.
Gli anni passarono. Giulia continuò a frequentare Francesco, mentre Marco soffriva in silenzio. Sapeva di non essere all’altezza del rivale, almeno nell’aspetto. Le liti ormai erano rare, ma una cosa era chiara: Giulia non l’aveva scelto.
Una sera, Giulia e Francesco passeggiavano, sognando il futuro.
“Francesco, voglio una grande famiglia,” disse lei appoggiandosi a lui. “Un tavolo rotondo dove stare tutti insieme. Insegnerò, mi iscriverò all’università. E d’estate, andremo al mare…”
Lui ascoltava senza interrompere, ma non era convinto.
“Bello, sì, ma dovrei lavorare giorno e notte per mantenervi. Che mare sarebbe?”
“Anch’io lavorerò! I nostri stipendi basteranno.”
“Ma no, tu starai a casa con i bambini. L’uomo comanda, ricordatelo.”
Giulia si irrigidì. “Perché dovrei stare a casa?”
“Perché sei una donna. Io deciderò per la famiglia.”
Quella discussione la turbò. Senza aggiungere altro, se ne andò. Francesco si grattò la testa, confuso.
Davanti a casa, Marco l’aspettava con una rosa rossa.
“Ciao, è per te.”
Giulia sbuffò. “Marco, ancora tu! Cosa vuoi? Non capisci che ho scelto Francesco?”
“Ti amo, come lui. Prendila.” Ma lei entrò senza accettarla.
Il mattino dopo, trovò la rosa sulla porta. Pur infastidita, la raccolse.
“Com’è bella…” mormorò.
Da allora, Marco non si avvicinò più, ma ogni tanto lasciò una rosa. Giulia, pur non ammettendolo, si sentiva lusingata.
Dopo il liceo, Giulia e Francesco si sposarono. Lui partì per il servizio militare, lei iniziò l’università. Alla festa, Marco sedette in disparte, osservandola. Bevve un brindisi, ma non toccò il vino. Poi se ne andò in silenzio, trasferendosi a Milano per studiare ingegneria.
La vita li divise.
Quando Francesco tornò, sembrava tutto perfetto. Nacque il piccolo Luca, e Giulia sognava una bambina. Francesco era un marito affettuoso, un padre presente. Ma dopo tre anni, qualcosa cambiò.
“Tieni quel bambino zitto!” urlava Francesco, tornando ubriaco. “Se non lo fai, me ne vado! Che vita è questa?”
Cominciò a passare le notti da sua madre, poi tornava pentito. Giulia si chiedeva: “Dov’è finito l’uomo che amavo?”
“Quando sono ubriaco, non sento le sue urla,” le disse una volta. “E ricorda: in questa casa comando io.”
Le nervi cedevano. Un giorno, sua madre vide i lividi sulle sue braccia.
“Giulia, cos’è successo?”
“Pensavo fosse l’uomo perfetto…” singhiozzò.
“Prendi le tue cose. Vieni via.”
Chiese il divorzio. Francesco minacciò, poi supplicò, ma lei non cedette.
Tre anni dopo, un’amica la invitò alla riunione dei compagni di liceo.
“Francesco non ci sarà,” le assicurò. “È stato licenziato, beve troppo.”
Arrivando, notarono un uomo elegante avvicinarsi.
“Ragazze, ma è Marco!” esclamarono.
Non riconobbero subito il ragazzo mingherlino con gli occhiali. Ora era un uomo sicuro, con un fisico atletico e un sorriso magnetico. Aveva un’azienda sua, ed era ancora single.
Marco corse verso Giulia, sollevandola di peso.
“Sei più bella che mai!”
Lei rise, mentre tutti applaudivano.
Quella sera non la lasciò sola. Il giorno dopo, le porse un anello.
“È la mia proposta. Ti amo da sempre, e aspetterò finché non mi amerai.”
Giulia non disse che non c’era più rivalità. Marco non la pressò, voleva che scegliesse con il cuore. Era il suo sogno più grande.
Nei giorni seguenti, veniva a trovarla. Luca lo adorava. Un mese dopo, si fidanzarono.
Con Marco, Giulia si sentiva al sicuro, amata. Capì finalmente di aver sbagliato scelta.
Oggi hanno tre figli: Luca, e due gemelle. Vivono in una villa in campagna, felici.
A volte Giulia guarda i bambini e pensa:
“Dio, fa’ che scelgano con saggezza. Che la vita sia più gentile con loro.”
*La lezione? Il cuore sa, anche quando la testa sbaglia.*