La figlia guarda con disprezzo l’ospite inaspettato.

10 maggio, 2024

Oggi è successa una cosa che mi ha scosso. Mia figlia Beatrice ha urlato dalla cucina: “Mamma, è tornato quel barbone!” con quel tono sprezzante che usa quando vuole ferire.

“Non è un barbone!” ho ribattuto subito. “Ha una stanza, è solo un uomo sfortunato.” Sono corsa alla porta e l’ho invitato a entrare con un sorriso. Lui, imbarazzato, ha rifiutato, chiedendomi solo un prestito. Gli ho portato i soldi e dei panini in un sacchetto. “Ecco, mangia qualcosa.”

Mi ha ringraziato con quel sorracquo sdentato, promettendo di restituire tutto entro una settimana. Appena uscito, ho visto che lo aspettavano altri come lui, sporchi e trasandati.

Beatrice non ha resistito: “Perché lo aiuti sempre? Quei soldi non li rivedremo mai!”

“A volte li restituisce,” ho sospirato.

“Una volta ogni morte di papa!” ha sbuffato. “E poi, perché lo chiamano ‘Tieniti’?”

“È la sua parola preferita. La dice a tutti per incoraggiarli. Peccato che lui non sia riuscito a ‘tenersi’ nella vita.” Ho fissato le mie mani. “Non è vecchio, sai. L’alcol lo ha rovinato, e poi… un amore non corrisposto.”

“Mica… ti ama?!” ha esclamato, gli occhi sgranati. “Voi avete…?”

Ho esitato, poi ho deciso di raccontarle tutto.

“Ci conoscevamo da giovani. Una notte litigai col mio ragazzo e rimasi a piedi dall’altra parte di Milano. Niente telefoni, nessuno da chiamare. Camminavo sotto la pioggia quando Sandro si fermò col suo taxi: ‘Signorina, sa dove si trova la Costa Smeralda?'”

Risi al ricordo. “Credevo seriamente cercasse un posto a Milano! Mi fece salire e scherzammo su quel viaggio che avremmo fatto insieme, tra cieli turchesi e mari blu. Poi mi presentò il suo amico… e fu amore a prima vista. Un errore.”

Mi sposai con quell’uomo, Sandro fu testimone. Ma mio marito era un donnaiolo. Quando rimasi incinta, mi convinse ad abortire. All’ospedale di Via Manzoni fu un incubo: dolore, umiliazione. Nella corsia, eravamo tutte donne spezzate. Poi arrivò un secchio di tulipani e una torta gigante di pasticceria Sant’Ambroeus, con scritto: ‘Tieniti, Nady!'”

Mi commuovo ancora. “Pensai fosse mio marito, ma capii subito dagli occhi… era stato Sandro. Divorziai, ma con lui non funzionò. Era buono, ma il cuore non batteva.

Negli anni ’90, Sandro tornò. Un giorno dei criminali aggredirono mia sorella a Torino. Lui, già ubriaco, la difese. Lo picchiarono a sangue. In ospedale, sussurrava una canzone di De André: ‘Il dottor mi disse: tieniti, fratello… e io mi tenni.'”

Ma i criminali lo perseguitarono. Gli presero tutto. Quando finirono in galera, era troppo tardi. Il medico mi disse che non sarebbe più stato un uomo.

Beatrice taceva, sconvolta.

Un anno dopo, un notaio bussò alla porta. Biglietti per Palma di Maiorca, soldi dalla vendita della stanza di Sandro… e un foglietto:

“Tieniti, Nady.”

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