— Mamma, hai completamente perso la testa?
Le parole della figlia colpirono Lidia come un coltello tra le costole. Un dolore acuto. Continuò a pelare le patate in silenzio, stringendo il coltello più forte.
— Tutti ci indicano con il dito! Papà, va beh, è un uomo… ma tu?! Una donna! La custode del focolare! Non ti vergogni?
Una lacrima scivolò lungo la guancia di Lidia, poi un’altra… Presto il pianto divenne incontenibile, ma la figlia non si fermava.
Costanzo, suo marito, era seduto sulla sedia, le spalle curve, il labbro proteso in un broncio.
— Papà è malato, come fai?! Ha bisogno di cure! — singhiozzò Costanzo. — Si comporta così? Mamma? Lui ti ha dedicato tutta la vita, avete cresciuto una figlia insieme, e ora cosa? Appena si ammala, tu guardi altrove? No, cara mia, non si fa così…
— E come si fa, allora? — chiese piano Lidia.
— Cosa?! Ma ti prendi gioco di me?! Papà, senti, si sta facendo beffe di noi!
— Antonella, mi tratti come se fossi la tua nemica, non tua madre… Ah, quanto ti preoccupi per tuo padre…
— Mamma! Ma che dici?! Basta, ora chiamo le nonne, che si occupino di te! Che vergogna!
— Figurati, — sbuffò Antonella, rivolgendosi al padre, — torno dall’università e li vedo… passeggiare nel viale, braccetto! Lui le recita poesie, immagino, vero, mamma? Sull’amore, eh?
— Sei cattiva, Antonella. Cattiva e ingenua. Sei ancora giovane…
— Non hai un briciolo di rimorso! Chiamo le nonne, vengano subito!
Lidia si raddrizzò in silenzio, lisciò le pieghe del vestito, scosse via polvere invisibile. Si alzò.
— Va bene, miei cari. Me ne vado.
— Dove, Lidia?
— Ti lascio, Costanzo.
— Come?! Dove?! E io?!
La figlia intanto urlava qualcosa nel telefono.
— Anto-ò-ò! — gridò Costanzo, come a un funerale. — Antonella-à!
— Cosa, papà?! Ti fa male la schiena?! Dove?!
— Oh, oh… Anto… lei… tua madre… ha detto che se ne va…
— Come se ne va?! Dove?! Mamma, cosa ti è saltato in mente alla tua età?!
Lidia sorrise amara. Metteva via con cura le cose nella valigia.
Aveva già deciso di andarsene, ma poi Costanzo si era ammalato — la sciatica si era aggravata. Come si lamentava, come piagnucolava…
— Lidi… credo di avere un’ernia…
— La risonanza non ha mostrato nulla.
— E che ne sanno, quei dottori?! Prima non dicono nulla apposta!
— Davvero? E perché?
— Per spillarti soldi! A Piero, al lavoro, è successo lo stesso… pomate, pillole, e poi — paf! L’ernia! E pure rara, senza nemmeno un nome…
Allora non se n’era andata. Non poteva abbandonare il “poveretto”.
Ma ora…
— Quanti anni hai ancora, Lidi? — diceva l’amica Elisa. — Lavori come una schiava per loro. Che ti ha dato Costanzo di bello? Nien-te! — batté la mano sul tavolo.
— Per tutta la giovinezza ha fatto il galletto! Come un cane in calore! Quella parrucchiera — come si chiamava…
— Milena.
— Ecco! Se la portava in giro come una mucca nella pubblicità del cioccolato! E tu — due lavori, più lavoretti, e lui sul divano!
— Elisa, sembra che tu odii Costanzo… — timidamente Lidia cercò lo sguardo dell’amica.
— Te lo dico.
Lidia si irrigidì.
— Non ho motivo di amare il tuo “caro”. Ricordo quando ci provava con me. Era il suo compleanno in campagna, io avevo bevuto troppo, mi ero addormentata… Mi sveglio — lui mi tappa la bocca con la mano e con l’altra mi fruga sotto la maglietta.
La cosa più disgustosa? Sua madre era sul letto accanto e guardava. Poi mi disse: «È colpa tua, hai provocato Costanzo». Minacciò che se la raccontavo a te, avrebbe detto che ero io a cercarlo.
Ecco com’è.
Lidia tacque.
Come aveva fatto a non vederlo prima?
Ricordò le altre mogli che vantavano regali, viaggi insieme… E lei? Un aspirapolvere. Una vaporiera, perché a Costanzo piacevano i ravioli. Un profumo — che la suocera teneva nella credenza.
Elisa aveva ragione. Aveva dormito per tutta la vita.
— Perché l’hai sposato?
— Per pietà… Era così infelice. Occhiali spessi, incapace di fare qualsiasi cosa… E sua madre disse: «Se ti chiede, sposalo, non farti disonorare».
Le amiche piansero, risero, ricordarono.
— Se non mi fossi allontanata da te allora…
— Mi hanno convinto che una sposata non ha bisogno di amiche.
Lidia guardò intorno alla stanza.
Andarsene era spaventoso, ma possibile. Avrebbe preso un appartamento. Divorzio. Divisione dei beni… Tutto guadagnato con le sue mani.
La figlia avrebbe preso le parti del padre? Bene.
Non se ne andava per un altro uomo. Con Pietro era solo amicizia.
Voleva solo silenzio.
—
Oh, come l’avevano “ripresa” i parenti!
— Devoti a tuo marito! Chiedigli perdono! — urlava la madre.
La suocera “simulò” un infarto, ma Lidia le passò accanto e proseguì.
E poi…
Antonella venne a scusarsi.
Stavano imparando a ricostruire il loro rapporto.
E Costanzo? Un mese dopo il divorzio era già a braccetto con Milena. Il mal di schiena era sparito.
Dicono che con Milena non si permetterebbe certi comportamenti…
Ma a Lidia non importava.
Stava imparando a vivere.
Antonella l’aveva iscritta a un corso di estetista.
Pietro l’aveva invitata in montagna — come ai tempi della giovinezza.
Non è mai troppo tardi per ricominciare.
All’inizio è difficile, poi… va tutto liscio.