Che sono? Una vecchia decrepita? Una debole?” La voce di mamma tremava di rabbia. “Ma sono ancora in gran forma, sai!

*”Ma che, sono diventata vecchia? Inutile?”* La voce di sua madre tremava per l’offesa. *”Ma io sono ancora in gamba, sai!”*

*”Francesca! Fraaancescaaa! Quante volte devo chiamarti?”* La voce della madre risuonava per tutta la casa, penetrando anche la porta chiusa della cameretta, dove Francesca cercava di far addormentare il piccolo Leonardo, di tre anni.

*”Mamma, aspetta cinque minuti! Sta per prendere sonno!”* rispose lei, accarezzando la schiena del bambino.

*”Cinque minuti?! Mi sento male! La pressione è alle stelle! Avevi promesso di portarmi le medicine!”* Nel tono della madre spuntarono quelle solite note isteriche.

Francesca sospirò. Leonardo stava quasi per addormentarsi, ma ora riapriva gli occhi e la guardava preoccupato.

*”Mamma, la nonna piange?”* sussurrò lui.

*”No, tesoro, non piange. Dormi, dormi…”* Francesca lo baciò sulla fronte, ma dentro di sé si sentiva stringere. La madre non piangeva, no—urlava. E quello era anche peggio.

Valentina Rossi era seduta in cucina, con una mano teatrale sul cuore e il respiro affannoso. Vedendo la figlia, scosse la testa con rimprovero.

*”Vedi in che stato mi hai ridotta? Il cuore mi batte, la testa gira! E tu che fai, perdi tempo con mio nipote!”*

*”Mamma, ma come puoi dire così? Il bambino stava per addormentarsi, non potevo lasciarlo a metà. Poi si sveglia tutta la notte,”* disse Francesca, prendendo le pillole per la pressione dalla cassetta dei medicinali e versando un bicchiere d’acqua.

*”E io dovrei crepare, allora?”* Valentina voltò la faccia, offesa. *”Prima non facevi così. Prima, appena ti chiamavo, accorrev

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