– Non riesco proprio a capirti, piccola mia, sei pur sempre una donna, dimmi in cosa ha sbagliato quella povera bambina? Che sia figlia di un’altra donna, e allora? Sarai tu a crescerla, un giorno ti chiamerà mamma. Le cose sono andate così, ma tu sei più saggia, ami quell’uomo – impara ad amare anche sua figlia.

**10 Ottobre**

Non riesco proprio a capirti, figlia mia. Sei pur sempre una donna, che colpa ha quella povera bambina? E che importa se è di unaltra? Sarai tu a crescerla, e un giorno ti chiamerà mamma. Le cose sono andate così, ma devi essere più saggia: se ami tuo marito, devi amare anche sua figlia.

A Matteo hanno telefonato dallassistenza sociale, dicendogli di prendere con sé sua figlia naturale, una figlia che non aveva mai saputo di avere

Lucia, siediti, per favore. Devo dirti una cosa importante. Matteo sospirò.

Oggi hanno chiamato dallassistenza sociale. Mia figlia è ora in un orfanotrofio. Lucia sussultò per la sorpresa e chiese:

Che figlia? Di chi? Stai scherzando? Non riusciva a crederci.

Matteo abbassò lo sguardo:

No, Lucia, non sto scherzando. Sei anni fa, quando noi due ci stavamo appena conoscendo, io frequentavo ancora Elena. Quando la nostra relazione diventò seria, la lasciai. Un anno dopo, Elena mi cercò e mi disse che aveva avuto una bambina, Anna.

Non le credetti, ma, quando la vidi, non servirono neanche le analisi: era chiaramente mia figlia. Non so cosa sia successo dopo con Elena. Mi hanno solo chiamato, chiedendomi se volessi prendere Anna con me.

La prima reazione di Lucia fu gridare:

No, non voglio la figlia di unaltra! Ma lo sguardo di Matteo la fece cambiare idea.

Va bene, andiamo a vederla insieme, prima di decidere. Disse con cautela.

Matteo si rallegrò della reazione della moglie e, dopo averci pensato, decisero di partire il giorno dopo. Lucia osservava la bambina senza trovarvi somiglianze con lui, Anna, a soli cinque anni, era piccola e magrolina.

Teneva stretto un orsacchiotto consumato e, quando le facevano domande, nascondeva il viso nella sua pelliccia. In verità, Lucia non la trovava simpatica, anche se le faceva pena. Ma la gelosia per laltra donna si era ora riversata su quella creatura.

Fecero luce sulla situazione: Anna era stata tolta a Elena, che conduceva una vita sregolata, tra bottiglie e notti brave, senza mai pensare alla figlia. Aveva però rivelato chi fosse il padre, e ormai non cera più nulla da fare.

Lucia vedeva la determinazione di Matteo nel voler portare Anna a casa e cercò a lungo di dissuaderlo, ma lui una volta perse la pazienza:

Non puoi avere figli tu, almeno stai zitta! Io non manderò mia figlia in un orfanotrofio. Se non ti piace, vattene! Me la caverò da solo.

Ferirono Lucia quelle parole, ma, in fondo, aveva ragione. Matteo voleva dei figli, e lei non poteva darglieli.

Da giovane aveva avuto problemi di salute, e i medici le avevano detto che non avrebbe mai potuto avere bambini. E poi, amava Matteo, non voleva lasciarlo per nulla al mondo.

Era un uomo laborioso, ogni centesimo era per la casa, beveva poco, e tante donne lo avrebbero preso volentieri. Lei, invece, non era sicura di trovare di meglio.

Quando Matteo portò Anna a casa, avvertì subito la moglie:

Se ti permetterai di offenderla, non aspettarti clemenza. Lucia cominciò a occuparsi della bambina controvoglia. La portò al bagno, la lavò con cura, anche se non poteva guardare quella schiena magra senza lacrimare. Le mise un vestitino, le intrecciò i capelli, e per un attimo si sentì sollevata.

La bambina era tranquilla. Se non la tocchi, non reagisce. Stava seduta in un angolo, con lorsacchiotto tra le braccia, sussurrandogli qualcosa.

È così selvaggia! Si lamentava Lucia con le vicine. E poi non riconosce neanche me o Matteo. Risponde solo sì o no, e basta. A volte la guardo e penso: e se avesse qualcosa che non va nella testa? Sempre così quieta, ma chissà cosa potrebbe combinare.

Le vicine annuivano con compassione. Anche Matteo era cambiato. Invece di abbracciare e baciare Lucia appena entrato, ora correva dalla figlia. Allinizio Anna scappava, poi si abituò e cominciò a seguirlo come unombra.

Lucia, ovviamente, era gelosa del marito e della figlia, e lui aveva cominciato a brontolare. Una volta, mentre Anna giocava in cortile, le disse:

Tratti Anna come un giocattolo! Non le sorridi mai, ma ha bisogno di una madre affettuosa, non di una zia estranea…

A quel punto, Lucia esplose:

Che madre sarei per lei? Non è niente per me, e se pensi che mi metterò a ballarle intorno, ti sbagli! Me ne vado, torno da mia madre. Vivete pure voi due come vi pare! Non trattenne le lacrime e se ne andò.

Pensava che Matteo sarebbe corso dietro a lei, supplicandola di tornare. Ma non successe. Passò una settimana, poi unaltra, e lui non si fece vivo. Lucia piangeva, sua madre provava a consolarla, ma non poteva permettere che la famiglia della figlia si sfaldasse.

Non capisco proprio, figlia mia. Sei pur sempre una donna! Che colpa ha quella povera bambina? E che importa se è di unaltra? Sarai tu a crescerla, e un giorno ti chiamerà mamma. Le cose sono andate così, ma devi essere più saggia: se ami tuo marito, devi amare anche sua figlia.

Lucia rientrò nel cortile. Matteo stava riparando qualcosa in garage, mentre Anna giocava felice con il suo orsacchiotto. Matteo la vide e la fissò con sguardo severo. Lucia si fermò, tremante.

Fu allora che Anna si alzò, prese il padre per mano e lo condusse da lei.

Fate la pace. Disse, unendo le loro mani.

Perdonatemi. Singhiozzò Lucia.

Matteo la strinse con un braccio, mentre con laltro attirava Anna. Lucia pianse ancora, abbracciando la bambina. Restarono così a lungo, finché Anna non annunciò:

Io e Orsetto abbiamo fame!

Matteo e Lucia si scambiarono unocchiata e tornarono insieme in casa. Finalmente erano una famiglia.

**Lezione:** Lamore vero non conosce confini, né di sangue né di orgoglio. A volte, ciò che sembra un sacrificio è in realtà la salvezza.

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– Non riesco proprio a capirti, piccola mia, sei pur sempre una donna, dimmi in cosa ha sbagliato quella povera bambina? Che sia figlia di un’altra donna, e allora? Sarai tu a crescerla, un giorno ti chiamerà mamma. Le cose sono andate così, ma tu sei più saggia, ami quell’uomo – impara ad amare anche sua figlia.