Una bambina ha raccontato alla polizia di aver visto un uomo mascherato sotto il suo letto: nessuno le credeva finché non hanno controllato le riprese delle telecamere di sicurezza

**Diario Personale**
Era una serata come tante altre. Le strade di Firenze si riempivano della dolce luce dei lampioni, e la gente si affrettava: chi portava a spasso il cane, chi tornava dal lavoro, chi chiacchierava davanti al negozio. Lauto della polizia, una Fiat Ducato con la classica striscia blu, avanzava lentamente lungo il marciapiede. Dentro cerano due agenti Rossi e Bianchi.
«Tranquilla stasera», sbadigliò Rossi, guardando fuori dal finestrino.
«Magari fosse sempre così», commentò Bianchi con un sorriso amaro. «Di solito è la calma prima della tempesta.»
Non aveva finito di parlare che dal portone di un palazzo sbucò una bambina avrà avuto cinque anni, non di più. Capelli biondi, pigiama con i coniglietti, scalza. E negli occhi, il terrore.
Corse dritta verso la macchina della polizia. Rossi frenò di colpo, e i due agenti balzarono fuori.
«Ehi, stai bene?» Bianchi si accovacciò davanti alla piccola.
«Voi… siete della polizia, vero?» La bambina ansimava, cercando fiato.
«Sì, tesoro. Cosa è successo?»
«Sotto il mio letto… cè un uomo. Ha una maschera. Lho visto.»
«Dove sono i tuoi genitori?» Si accigliò Rossi.
«La mamma è in bagno. Le ho gridato, ma mi ha detto di non spaventarla.»
I due agenti si scambiarono unocchiata. Sembrava una fantasia infantile, ma negli occhi della bambina tremava una paura troppo reale.
«Comera vestito?» chiese Bianchi con delicatezza.
«Tutto nero. Una maschera, come quelle dei ninja. Mi sono svegliata e lho visto strisciare sotto il letto. Credeva che dormissi…»
«E tu sei scappata?» precisò Rossi.
«Sì. Subito. Mi sono nascosta nellarmadio, ma poi ho visto la vostra macchina dalla finestra…»
«Va bene», annuì Bianchi. «Andiamo a controllare. Meglio essere sicuri.»
Lappartamento era al terzo piano. La madre della bambina una donna spaventata e imbarazzata, avvolta in un accappatoio insistette che non aveva sentito nulla e credeva che sua figlia avesse solo paura del buio.
«Ultimamente dice spesso che qualcosa si nasconde negli angoli», si scusò. «Ha una fantasia vivace.»
Gli agenti controllarono la stanza con le torce. Sotto il letto non cera nessuno.
«Forse è scappato…», sussurrò la bambina, ferma sulla soglia. «Ma lho visto davvero. Lo giuro!»
Rossi stava per prendere la cosa alla leggera, ma Bianchi lo fermò con un gesto.
«Aspetta. Guardiamo le telecamere. Ha uno sguardo troppo sicuro per aver inventato tutto.»
Quello che videro sulle riprese li lasciò senza fiato.
Il filmato delle telecamere di sorveglianza trasformò tutto in un thriller. Un quarto dora prima che la bambina apparisse per strada, nella palazzina accanto era stato ripreso un furto. Due criminali, vestiti di nero, erano usciti di corsa dal portone con delle borse in mano.
Su unaltra telecamera si vedeva come, durante la fuga, uno dei due avesse notato lauto della polizia e fosse improvvisamente scomparso dietro un angolo, per poi… arrampicarsi su una grondaia e infilarsi da una finestra socchiusa proprio nellappartamento al terzo piano, quello della bambina.
«Eccolo…», sospirò Bianchi. «Era lì un minuto prima che lei ci raggiungesse.»
Nel video successivo, si vedeva luomo saltare dalla finestra sul lato opposto del palazzo e sparire nel cortile.
Il criminale fu catturato il giorno dopo il suo complice era stato fermato di notte e lo aveva tradito per ottenere clemenza.

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