*Diario*
Oggi ho capito perché mia moglie accettò in silenzio quando le chiesi il divorzio per unaltra donna.
Lucia, oggi stesso parlerò con mia moglie. Ti prometto che finirà questa tortura supplicai la mia amata, stringendole le mani. Lei mi fissò, gli occhi pieni di delusione.
Quante volte me lhai già detto? Basta parole. Se non hai il coraggio di lasciarla, dimmelo chiaro e mettiamo fine a questa farsa.
No, ascoltami! Voglio passare la vita con te, ma alcune cose hanno ritardato tutto.
Non sono una ragazzina ingenua, Carlo. Le tue belle frasi non mi commuovono. È finita. La sua voce tremava, ma la decisione era presa.
Aspetta! Oggi risolverò tutto.
La abbracciai forte. Aveva ragione: non potevo più stare in bilico tra due donne.
Quella sera tornai a casa tardi. Mia suocera dormiva già, mentre mia moglie, Elena, era sul divano con una tazza di tè, guardando una serie tv. Tutto normale.
Buonasera. Ancora al lavoro? chiese senza alzare lo sguardo.
Elena, dobbiamo parlare. Adesso.
Aspetta, ti preparo un caffè.
No, grazie. Ho già cenato.
Mi sedetti accanto a lei.
Sono quasi trentanni che stiamo insieme. Abbiamo due figli meravigliosi, ormai indipendenti. Abbiamo superato tanto, ma i sentimenti si sono spenti. La guardai dritto negli occhi.
Cè unaltra? domandò con calma, come se parlasse del tempo.
Sì. Sono due anni che ci vediamo. È amore. Non lho cercato, ma
Sei felice con lei?
Sì.
Elena tacque. Il silenzio pesava come un macigno.
Chiediamo il divorzio dissi deciso.
Va bene. Abbassò gli occhi. Non si può costringere nessuno ad amare. Ogni tua parola è come un coltello, ma non farò scene.
Non voglio litigare. Non so neanche io come sia successo
Firmo tutto, ma con una condizione.
Quale?
Tra poco è il settantesimo compleanno di mamma. Dopo la festa. Non merita tensioni in un giorno così.
Certo, hai ragione. La rispetto, è fuori discussione.
E non è tutto. Mi fissò. Voglio che questi mesi siano perfetti per lei. Fingiamo di essere una famiglia felice. Fiori, colazioni insieme, sorrisi. Solo due mesi e mezzo.
Accettai, anche se a malincuore. Non aveva gridato né mi aveva insultato. Dovevo almeno fare questo per lei.
Il giorno dopo incontrai Lucia al ristorante.
Finalmente! esclamò. Quando ti trasferisci da me? Questo weekend?
Aspetta. Elena vuole aspettare il compleanno di sua madre. Tra due mesi e mezzo.
Ma che sciocchezza è? La sua voce si fece tagliente. Non sono unopzione di riserva!
Non alzare la voce. Rispetto sua madre.
E io? Ti do un ultimatum: fino ad allora, niente incontri. Basta giochetti.
Daccordo. Ma la festa deve essere perfetta.
Uscii. Lucia non mi corse dietro. Bene. Presto sarebbe finita.
Nei mesi seguenti, diventai il marito perfetto. Fiori, cene, attenzioni. Senza rendermene conto, smisi di pensare a Lucia. Era strano: prima non passava giorno senza sentirla, ora la sua assenza quasi mi dava sollievo.
Una sera, Elena svenne.
Stai male! Andiamo allospedale! gridai, spaventato.
È solo stanchezza mormorò.
Ma non era normale. Iniziai a preoccuparmi sul serio.
Lucia chiamò, irritata: Due mesi di silenzio! Ti ho già sostituito?
Non è il momento. Riattaccai.
La mia mente era solo per Elena. Qualcosa non andava.
Il giorno del compleanno, la suocera era raggiante.
Carlo, la cosa migliore che Elena abbia fatto è sposarti mi disse, commossa.
Mamma, ne ha ancora di vita davanti! dissi, forzando un sorriso.
Quella notte, Elena sussurrò al telefono con unamica, poi annunciò: Devo uscire.
No! Prima visita medica! Sei pallida come un fantasma! insistetti.
Il giorno dopo sparì. Mi chiamò la sera: Sto bene. Vi amo tutti. Siete la cosa più preziosa che ho.
Non riuscivo a calmarmi.
Il pomeriggio dopo, squillò il telefono.
Pronto, è lospedale. Signor Bianchi, sua moglie è deceduta dopo lintervento per un tumore al cervello. Ci dispiace.
Il mondo crollò. Mia suocera, in lacrime, mi guardò: Lo sapevo. Ma Elena mi ha fatto promettere di non dirtelo.
Lho amata sempre! Non ho fatto in tempo a dirglielo! singhiozzai.
Forse non lha sentito, ma lha sicuramente sentito sussurrò lei, prendendo una foto di Elena.
Era troppo tardi.
*Lezione:* A volte capiamo il valore di ciò che abbiamo solo quando lo perdiamo per sempre.