— Mamma, siamo occupati! — gridò lui, e il giorno dopo lei ebbe una sorpresa.

Mamma, siamo… occupati! gridò mio marito quando la suocera entrò senza bussare! Il giorno dopo, lei ebbe una sorpresa.

Eh sì, chi non ha vissuto una cosa simile? Appena dopo il matrimonio, mio marito, un santo ingenuo, consegnò solennemente a sua madre, Viola Rossi, le chiavi del nostro appartamento. Con falsa serietà, disse: «Mamma, è per le emergenze, in caso di necessità». Ma certo! Questa “emergenza” si presentava ben tre volte alla settimana.

Immaginate la scena: siete a casa, rilassati, in un vecchio accappatoio, con una maschera sul viso. E improvvisamente, il raschiare della chiave nella serratura. Mi si gelava il sangue ogni volta!

Entrava Viola Rossi, piena di energia, pronta a ispezionare tutto. «Oddio, che polvere sul cassettone!», «Lucia, hai messo troppo sale nella minestra!», «Perché le tende non sono stirate?». Non una suocera, ma un vero ispettore sanitario in visita!

Allinizio sopportai. E che altro potevo fare? Accennai a mio marito, dicendogli che forse non era del tutto appropriato. Ma lui scuoteva la testa: «Dai, Lucia, è solo mamma! Lo fa con le migliori intenzioni». Quelle “migliori intenzioni”, ragazze, alla lunga mi logorarono.

Fu un venerdì. Mio marito tornò stanco dal lavoro e decisi di preparargli una sorpresa. Sapete, per ravvivare la nostra intimità. Preparai la sua lasagna preferita, comprai una bottiglia di buon vino.

Mi vestii come per un primo appuntamento: indossai biancheria intima di pizzo che dormiva da anni nel cassetto, accesi candele. Insomma, creai unatmosfera perfetta.

Eravamo nella penombra, sorseggiavamo il vino, lui si rilassava, mi abbracciava, sussurrava dolci parole… E proprio nel momento più delicato clic! Il rumore della chiave nella serratura.

Avrei voluto scomparire! La porta si aprì e sulla soglia apparve Viola Rossi con una borsa di patate. «Oh, piccoli, vi ho portato le patate dellorto! Ma perché state al buio… Oh!» Si bloccò, pietrificata, fissando il mio abbigliamento… diciamo poco consueto.

Mio marito, rosso come un peperone, balzò in piedi e urlò:
Mamma, siamo… occupati!

Lei, senza battere ciglio, rispose:
E allora? Mica sono unestranea! Dove metto le patate?

Che ne dite, eh? La serata fu rovinata per sempre. Mi rifugiai in camera, mi infilai il primo accappatoio a portata di mano e non ne uscii più per tutta la sera. Quando finalmente se ne andò, ebbi una lunga discussione con mio marito. O meglio, parlai io, mentre lui ascoltava. Gli dissi tutto ciò che avevo accumulato negli anni: della polvere, della minestra e, soprattutto, del fiasco di quella sera.

Non capisci che non è normale?! gridai. Questa è la nostra casa, il nostro spazio privato!

E lui? Che ci potevo fare? Rimase lì, a sgranare gli occhi, borbottando la solita scusa:
Lucia, non esagerare. È solo mamma! Non lo fa con cattiveria… Non ci ha pensato…

E allora, ragazze, mi venne lilluminazione. Compresi che con le parole non avrei risolto nulla. Mai. Se mio marito non era in grado di proteggere i confini della nostra famiglia, toccava a me farlo. E il piano si formò nella mia mente allistante.

La mattina dopo, di sabato, mi svegliai con una chiara missione. Mentre mio marito ancora dormiva, cercai online un fabbro e lo chiamai. Alle dieci in punto arrivò un giovane educato e in quindici minuti sostituì la serratura. Fatto!

Quella sera, a cena, posai davanti a mio marito ununica chiave nuova. Mi guardò perplesso:
Che cosè?
Questo, amore, è la tua nuova chiave di casa risposi calma come un lago.
E laltra? Per mamma?
Non cè unaltra chiave sorrisi dolcemente. Ne ho fatto solo un set. Solo per la nostra famiglia.

Avreste dovuto vedere la sua faccia! Mi fissò come se avessi annunciato di volermi trasferire su Marte. Balbettò qualcosa su “arbitrio”, ma lo interruppi:
Ora aspettiamo. Lo spettacolo sta per cominciare.

E infatti! Alle otto in punto, sentimmo il solito raschiare nel corridoio. Una volta… due… poi silenzio. Pochi secondi dopo, un deciso suono del campanello.

Guardai mio marito e dissi con calma:
Vai ad aprire. È arrivata mamma.

Dicono che Viola Rossi ebbe uno shock. Rimase sulla soglia con una busta di tortelli, incapace di capire perché la chiave non funzionasse più. Mio marito cercava di spiegare, imbarazzato… Io, invece, per la prima volta in anni, mi sentii davvero padrona della mia casa.

Ditemi la verità, ragazze: ho esagerato? O a volte un lucchetto è lunico modo per insegnare a qualcuno il rispetto dei confini?

Grazie per avermi letto! Un vostro “mi piace” sarebbe una bella ricompensa. E nei commenti, aspetto con gioia le vostre storie…

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

20 − 4 =

— Mamma, siamo occupati! — gridò lui, e il giorno dopo lei ebbe una sorpresa.